30 maggio 2023

Le inchieste di Report – la ricostruzione dell’Ucraina, gli allevamento dei suini DOP

 TUTTI CONTRO YUKA di Lucina Paternesi e Giulia Sabella

Report torna ad occuparsi della battaglia sulle etichette alimentari: contro il Nutriscore (preferito dall’Oms) l’Italia ha sfoggiato il NutrInform Battery che Giorgetti aveva poi associato ad una app per leggere le etichette.

La puntata di Report è stata criticata perfino da una nota della Presidenza del Consiglio, l’algoritmo del Nutriscore sarebbe manipolabile, l’ex ministro Centinaia ha detto che l’informazione di Report è parziale. Nutri-score mira alla prevenzione, non ha pretese di dare indicazioni su come nutrirsi.
Report con Lucina Paternisi si occupa questa sera di Yuka, una app inventata in Francia nel cui Database sono censiti milioni di codici a barre, con tanto di additivi e coloranti, che ad ogni prodotto associa un indici.
L’applicazione segnala anche le dosi ammesse dalla legge di questi additivi che se presi anche a piccole dosi, a lungo tempo, creano problemi per la salute.
L’algoritmo associa un punteggio basso a salumi e insaccati: per questo Yuka è stata presa di mira dalla FICT, l’associazione della carne insaccata. La lobby degli industriali ha attaccato la app ma non le pratiche industriali delle aziende: tre tribunali hanno dato torto alla app, hanno chiesto 1,3 ml di danni.
Secondo gli industriali l’algoritmo influenza l’acquisto di altri prodotti alternativi alla carne: ma Yuka si difende dicendo che i loro azionisti sono pubblici.
C’è poi la questione dei nitriti e nitrati: Yuka penalizza gli insaccati e i salumi ed effettivamente in Francia degli studi stanno verificando che questi additivi causano dei tumori.

Il gelataio profeta Salvatore Baiardo di Paolo Mondani

Il 2 marzo Baiardo ha raccontato a Report le strategie del suo capo, Graviano: la fine dell’ergastolo ostativo, smontare il 41 bis, cambiare il presidente della Cassazione.

Graviano ne ha pieni i c…”: chi doveva capire ha capito, spiega Baiardo che, aggiunge, Graviano ha pure scritto un libro che uscirà a nome del gelataio.

E la storia delle foto?
L’avvocato di Berlusconi smentisce l’esistenza delle foto dell’ex presidente con Giuseppe Graviano, stessa mentita fatta dal fratello Paolo.
Dietro quelle foto si parlava della consegna di Riina, raccontate a Berlusconi dal generale Delfino: in ballo non ci sarebbe solo la cattura del capo dei corleonesi, i miliardi investiti dai Graviano su Berlusconi e ora Graviano che ora si sta stancando della galera.
Tutte menzogne – spiega oggi Baiardo, dopo l’intervista (inconsapevole) con Mondani: chi ha ragione dunque?

E cosa nasconde “la versione di Baiardo”, a che gioco sta giocando Baiardo e per conto di chi?

I CONSULENTI di Luca Chianca (camere di commercio e camerati)

Bucha, Maiupol, Dnipr sono tante le città martiri in Ucraina distrutte dalla guerra di aggressione di Putin: a Varsavia lo scorso febbraio si è organizzata la fiera Rebuild Ukraine per la ricostruzione del paese, tutti i paesi si sono messi a disposizione del paese tramite aiuti, supporto di vario genere.

Qualcuno sta guadagnando dalla ricostruzione, solo a parlarne, a guerra ancora in corso: Luca Chianca ha girato gli stand di Rebuild Ukraine, intervistando anche l’ex deputato leghista Togni.
“E’ chiaro che non sarà una donazione, come non sarà una donazione il piano Marshall” risponde a Report Walter Togni un rappresentante italiano dentro la fiera “in cambio del nostro aiuto chiediamo di poter far lavorare le nostre aziende”.

Walter Togni è stato un deputato leghista oggi è a capo della Camera di Commercio italiana per l’Ucraina: a Varsavia è riuscito a portare ben 34 aziende italiane. Aziende che fanno gruppi elettrogeni, ad esempio, che si sono presentate alla fiera in lista di attesa per una chiamata.

Ricorda per esempio quello che successe nel 2006 con l’Iraq” racconta a Report uno di questi imprenditori: non proprio un esempio limpido, nel 2006 le aziende e i contractor americani presero possesso e controllo dei beni del paese dopo la caduta di Saddam.
Nel 2006 l’Italia vinse l’appalto energetico e si ricostruì tutto, dalle centrali elettriche, generatori, gruppi elettrogeni: la differenza è che in Ucraina non si sa quando inizierà questo lavoro.

Tanti aziende si stanno infilando in questo affare: ci sono cifre importanti dietro la ricostruzione, chi ha oggi un posto in prima fila avrà assicurata una fetta degli affari e così, racconta Report che si arriva a pagare fino a 7500 euro (da parte di un imprenditore) per poter parlare con ministri ucraini ed europei.
Il ministro Urso ha rifiutato l’invito alla fiera: aveva abbandonato la politica per entrare nel mondo del commercio, per tornare a far politica dal 2015 nel partito di Meloni.

Oggi è ministro del made in Italy: per accedere al ministro però, molte aziende devono prima passare da una consulente.

Per sapere chi sia si deve parlare della STMicroeletronics : ST è diventata ancora più strategica per renderci indipendenti dalla produzione cinese, lo stabilimento di Catania ha ricevuto 300 ml di finanziamenti dallo Stato. A Catania oltre al ministro c’era una consulente, Carmen Zizza, “una facilitatrice” tra l’azienda ST e il ministero racconta un dirigente della St stessa.

Tutta colpa della burocrazia, racconta questo dirigente in forma anonima a Report, che aggiunge anche che il documento letto da Urso a Catania sarebbe stato preparato da Zizza e che avrebbe seguito partite importanti del ministero – lo racconta a Report una fonte dell’ex Mise.
Il ministro ha scelto di non rispondere alle domande di Report, tirando fuori una vecchia audizione ai tempi in cui era al Copasir (che non c’entra nulla).
La carriera di Carmen Zizza inizia a Milano all’autostrada Serravalle, poi alla Asam, la società che controllava l’autostrada milanese, diventando in poco tempo direttore generale con uno stipendio di 220mila euro l’anno: spende in due anni ben 254mila euro per alberghi, viaggi, auto a noleggio, corsi d’inglese e iscrizioni a club privati. Sono gli anni in cui la Provincia chiede di vendere le partecipazioni in Milano Serravalle e la Zizza va in giro per il mondo a tastare il terreno per trovare possibili investitori stranieri in quei mercati. “Solo per farsi aiutare a costruire il bando della Serravalle riuscì a spendere 390mila euro. Furono fatti tentativi a fine 2012, a luglio del 2013 e poi fu fatta un’altra asta a fine 2013. Tutte e tre fallite” ricorda Massimo Gatti già consigliere della provincia di Milano.

Viene licenziata per giusta causa dopo il cambio di governance alla Asam e poi, grazie alla vicinanza con Daffina (capo di Rotschild Italia), entra dentro ST Microelectronics pochi giorni prima della visita di Urso a Catania.
Daffina lavora nella banca d’affari Rotschild: partecipa ad importanti operazioni finanziarie come la fusione tra Intesa a San Paolo, la cessione di Ilva ad Arcelor Mittal e infine come advisors di Vivendì per la vendita della rete di Tim.
In questi tavoli con Tim e Vivendì era presente anche Zizza: alla fine il dossier passa a Palazzo Chigi ma alla fine, anche a causa delle prime domande di Report, il suo ruolo nel ministero inizia a calare.
Oggi Zizza ha uno stipendio da 6000 euro al mese dal ministero del made in Italy, sebbene il suo nome non sia indicato (a proposito della trasparenza).

Dalla consulente donna, al consulente uomo, a Trieste: la guerra in Ucraina ha dato slancio al porto, qui arrivano le merci dal porto di Odessa.

Qui Urso ha lanciato un suo progetto di interconnessione tra il porto di Trieste, quello di Venezia con l’interporto di Verona, collegate alla città di Oronda in Ucraina, per lo scambio delle merci: il progetto non è stato ancora presentato, ma Urso è andato in visita all’Ucraina con il presidente Bonomi.
A marzo, alla fiera LetExpo, Urso parla dell’impor
tanza per l’Italia e per l’Europa della ricostruzione per il rilancio dell’economia: per questo serve creare un hub per lo scambio merci, con base a Verona. Il comune non ne sa ancora niente, ma Urso ha assunto come consulente strategico Umberto Formosa, un ex ultras dell’Hellas Verona, ed ex segretario dell’ex sindaco Sboarina, oggi è consulente del ministero del made in Italy (ex Mise) con un incarico da 70mila euro che sorprende anche l’attuale assessore al bilancio del comune veneto, “visto che nella sua carriera è più noto come pluri daspato ..”
Al congresso per le famiglie tenuto a Verona qualche anno fa faceva quasi da scorta all’allora ministro Salvini (ministero dell’Interno).
Chi sia questo consulente del made in Italy lo racconta il giornalista Berizzi di Repubblica: “Umberto Formosa detto il picchiatore, il suo soprannome, diventa l’uomo agenda di Sboarina, dalla curva passa al palazzo..”
Che fa oggi al ministero? Luca Chianca lo ha chiesto a Formosa stesso, ottenendo una risposta laconica “non vedo perché debba rispondere a queste domande”.

Fortezza Europa è un gruppo di dichiarata fede nazista, si identifica ai valori della destra, è contro gli immigrati, i gay ed è un gruppo incentrato attorno allo stadio.
Attorno al mondo del calcio ruota Antonio Polato, consigliere regionale di FDI, che ha dato un aiuto con le firme per Forza Nuova: si è incontrato più volte con Urso a Verona e la sua azienda ha sede nell’interporto
al centro del progetto dell'HUB voluto da
 Urso.

Un altra consulenza, forse, quello di Polato che però garantisce di voler dare solo una mano senza compensi.

A che titolo Urso ha preso questi consulenti, a parte forse la vicinanza politica?
Urso aveva messo in piedi una società per consulenze alle aziende che vogliono fare business in paesi stranieri, come l’Iran (perché prima gli affari poi i diritti).
Urso, nell’intervista concessa ai tempi con Report, spiegava che il suo compito era insegnare alle imprese come trattare con quei paesi, per entrare nella loro mentalità.

Report si è poi occupata anche degli affari di un imprenditore italiano, Pardi (su cui aveva indagato la nostra Aise), facilitato dallo stesso Urso.
Il servizio racconta anche di una vendita di arei per
pattugliamento che non potevano vendersi in Iran, in quanto armamenti dual use, vietati dall’Unione Europea.
Urso ha spiegato a Report che tutto questo non è vero, ma c’è un’inchiesta ancora in corso che dovrà verificare i fatti: fatti emersi grazie ad una indagine delle nostre agenzie di sicurezza controllate dal Copasir, di cui Urso diventa presidente nel 2021.

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