Alla festa di Radio Popolare (lo scorso 9 giugno) lo scrittore Alessandro Robecchi, parlando dello stato della sinistra in Italia, raccontava di come le lotte per i diritti civili debbano andare di pari passo con quelle per le tutele nel sociale: altrimenti rischiamo che le coppie gay forse potranno sposarsi ma dovranno andare a vivere sotto i ponti. Perché comprare casa a Milano è un'impresa, perché i salari sono sempre bassi, perché il lavoro è sempre più sinonimo di sfruttamento, perché curarsi costa.
Ben vengano le manifestazioni come quella della CGIL in difesa della sanità pubblica e, assieme, i vari Pride in giro per l'Italia per dire a questo governo che anche loro, i diversi, le famiglie arcobaleno, esistono.
Dobbiamo tenere questi temi attivi perché questa destra farà il possibile per tenerli nascosti: basta vedere il TG1, che da la linea governativa, come racconta il paese. Gli italiani in vacanza, il governo che studia, rassicura.
E nel frattempo chiudono scuole e presidi medici. Mancano medici di base.
L'emergenza sbarchi è finita ma non la lotta agli scafisti, in tutto il globo terraqueo. Come anche non è finita la guerra alla maternità surrogata, che si vuole rendere crimine perseguibile anche fuori dal paese.
Spero si sia capito come mai ogni governo appena insediato metta le mani sulla RAI, per condizionare l'informazione: si deve dare un certo messaggio a quella parte del paese che ancora pensa di star bene, che il nemico siano i migranti, le troppe leggi che bloccano i poveri imprenditori che non trovano personale per un lavoro. Dei magistrati che cercano di capire come si spendono i soldi pubblici, come la Corte dei Conti.
In Rai sono riusciti, giusto per chiarire il punto, a santificare un politico che nel corso della sua vita si è sempre preoccupato dei suoi affari, il padre del populismo, scampato alla magistratura (e non per reati minori) grazie alle leggi ad personam.
La sola via per l'opposizione per continuare ad esistere (e a non sparire) è battere su questi tasti: lavoro, salari, sanità, scuola, ambiente.
Dovrà mettersi contro una parte degli stessi partiti di opposizione, degli opinionisti (già convertiti al melonismo), dei giornali, del mondo dell'informazione.
Ma non ci sono altre strade.
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