Quattordici ore sono lunghe, infinite quando anche la prima classe ha i sedili stretti e le ginocchia toccano la poltrona davanti. A Rocco sembrava di essere in volo da un’eternità. Ma il gps di bordo con tanto di cartina segnalava che l’aeroplanino in rotta verso Buenos Aires non aveva ancora superato quel corpaccione immenso dell’Africa..
C’era
un debito che bisogna estinguere, un vuoto da colmare da parte di
Antonio Manzini, autore della serie del vicequestore Schiavone. Che è
successo tra “Vecchie conoscenze” e “Le ossa parlano” dopo
che Rocco, con Furio e Brizio, hanno scoperto che Sebastiano, l’amico
di una vita, quello con cui giocavano a pallone da piccoli, era in
realtà un traditore, responsabile della morte di Marina, legato ad
un dirigente sporco dentro il Viminale in un traffico di droga?
Ecco,
lo scopriamo in questo breve racconto, il cui titolo è un omaggio
alla grande regista Lina Wertmuller, che comincia con la sofferenza
di Rocco costretto in una scomoda posizione in volo verso Buenos
Aires.
Cosa è successo? Mentre Rocco ha deciso di mettersi alle spalle il ricordo di Sebastiano, un ricordo che doveva trasformarsi in ombra, “una velatura nel mondo dei ricordi per dissolversi con gli anni fino a trasformarsi in fumo”, Furio se ne è andato in Argentina per mettersi sulle sue tracce. Per vendicarsi, per sparagli, per sputargli in faccia.
Gli amici, quelli veri, non si lasciano soli e così Brizio e Rocco devono mettersi sulle tracce di Furio “misteriosamente scomparso”. Ma forse per Rocco c’è anche qualcosa in più
Davvero stava volando fin laggiù solo per Furio? Oppure una parola, una scusa, un ultimo abbraccio da Sebastiano lo pretendeva?
Un
abbraccio o magari anche una risposta alla domanda, come hai potuto
fare, in tutti questi anni. ad essere amico e traditore?
Non è
facile trovare una persona in una metropoli come Buenos Aires, una
città divisa a metà tra quartieri di lusso e altri, che “parevano
set di qualche film apocalittico”.
Ma
Brizio e Furio sono un po’ ladri, un po’ poliziotti, e riescono a
seguire le tracce lasciate da Furio alle spalle. Anche nella capitale
argentina ci sono vecchie amicizie, che aiutano i due a muoversi:
perché Furio è andato in giro a fare domande, a cercarsi un
“ferro”, andando a scomodare altri emigrati italiani scappati
dall’Italia per questioni di legge.
Si tratta di ex militanti
neri, di quel magma che teneva assieme estremismo neofascista,
servizi più o meno deviati, criminalità, mafia, terrorismo, Nato:
tutta brava gente che in questo paese del sud del mondo ha trovato
modo di rifarsi una vita e non rispondere del loro passato.
«Ma vedete, Furio con la politica non c’entra niente».
«Lo sappiamo, Furio è un bandito»
Buenos Aires si rivela un mezzo buco nell’acqua: inizia a girare una domanda nella testa del vicequestore, “ma ne vale la pena”: ne vale la pena di sparare all’ex amico, visto che questo non avrebbe riportato in vita Marina e nemmeno Adele? Dalla capitale Argentina, i due si muovono verso la caotica Città del Messico
Non avevano mai visto un ammasso di auto, camion, moto, bus di quella portata, solo nei peggiori momenti sul raccordo anulare o nei film apocalittici di Hollywood.Qui una botta di fortuna gli consente di trovare un altra traccia del passaggio di Furio. Questa avventura diventa però anche l’occasione per ricordarsi vecchi episodi della loro vita, come la storia dei denti gialli di “sor Firmino, che aggiustava l’orologi a Trilussa”. Oppure quella volta che Sebastiano scappò di casa per andare a rifugiarsi da Morena, una donna che “faceva venire i brividi a metà della popolazione maschile di Trastevere”.
«..Ve ne potevate sta’ a Roma e tu ad Aosta a farvi i cazzi vostri. Allora? Che ce siete venuti a fa’?».
«Perché siamo amici tuoi, coglione!»
A
fatica, e rischiando anche la pellaccia, i due riusciranno a
ritrovare l’amico scomparso, Furio. Che non ce la fa a mettersi
alle spalle la storia con Sebastiano, almeno una volta se lo deve
guardare in faccia.
Ma a che serve veramente, andare a cercare
l’amico perso? Perché, questo oramai lo hanno capito tutti e tre,
specialmente Rocco, possono trovare l’uomo Sebastiano, anche
andando a cercarlo fin sul mar dei Caraibi. Ma l’amico Sebastiano è
perso per sempre. Sepolto assieme a Marina.
Un ultimo brindisi
per la scomparsa di Seba dalle loro vite e via, si ritorna alla vita
di tutti i giorni, sperando che il tempo ad Aosta non sia così
inclemente.
Si
chiude un cerchio, per sempre.
«Solo tre cojoni come noi arrivano al Mar dei Caraibi e non ce se fanno manco un bagno».
La
scheda sul sito di Sellerio
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Mi raccomando, siate umani