Prologo
Da un lato fu il desiderio, dall’altro la necessità di appartarsi in un luogo tranquillo, a far incrociare i destini di tre uomini e di una donna alle ore due e venti del 27 gennaio 2008.
Scorrere le pagine di questo romanzo è come leggere in
controluce certi articoli di cronaca che troviamo sui quotidiani nazionali o
locali.
Aziende che sfruttano la manovalanza messa a disposizione da
compiacenti agenzie, da finte cooperative, per migliorare le performance di
profitto e frodare il fisco.
La criminalizzazione dei sindacati di base, finiti al centro
di varie inchieste e accusati di reati spesso sfumati all’indomani del
processo: sindacati a cui è rinfacciata la colpa di fare il loro lavoro, ovvero
proteggere gli sfruttati e costringere le aziende a negoziare.
Il cuore segreto di una nazione che si fonda sul ricatto, sulla ricerca di
notizie riservate sugli avversari o sulla protezione dei propri di segreti,
quelli che devono essere custoditi col massimo riserbo per non distruggere per
sempre una carriera politica, per non rovinare un segretario di partito.
Il potere che protegge sé stesso, come le carovane circondate
dai cattivi indiani, coi suoi soldi, coi suoi potenzi mezzi: quel potere che di
fatto è indistinguibile dal potere criminale con cui spesso si trova a
braccetto. Negli scandali per corruzione, nelle ecomafie, nei cantieri per le
grandi opere.
Per questa protezione serve del personale esperto, con tanto
di pelo sullo stomaco, con conoscenze giuste nel mondo delle forze dell’ordine
per carpire delle informazioni o per condizionare le indagini. Con le
conoscenze giuste anche nel mondo dell’informazione, per creare un caso, per
indirizzare una storia, per costruirci attorno il giusto vestito, affinché
nessuna macchia di fango sporchi le persone che stanno sopra.
Come i pretoriani nella Roma degli imperatori.
Normalmente in qualsiasi romanzo l’autore presenta i suoi protagonisti man mano che scorrono le pagine: no, in questo romanzo Massimo Carlotto ha deciso di contravvenire anche a questa regola, perché nel prologo troviamo il racconto di un pretesto, l’evento di cronaca che ha fatto sì che i due protagonisti antagonisti arrivassero ad incontrarsi.
.. cosa vuole esattamente da me? L’uomo sorrise. – Offrirle un lavoro.
– Scusi?
– Ha mai pensato di passare al settore privato?
Da una parte l’oscuro commissario di polizia, Gianantonio Farina, chiamato da un senatore a distogliere l’attenzione da un caso di cronaca, un imprenditore che ha ucciso una prostituta e il cui nome deve rimanere sottotraccia, perché quell’uomo era molto vicino a pezzi grossi della politica, aveva anche contribuito alla stesura di leggi vicini al suo ambito lavorativo, il mondo della security privata.
.. il settore privato negli ultimi quindici anni si era sviluppato in modo straordinario in Italia, per difendere i clienti o per tutelare gli interessi di lobby e cordate poteva rivelarsi necessario annientare gli avversari attraverso attività di dossieraggio ..
Cosa meglio di un dossier delicato, per colpire un avversario? Specie oggi dove la politica spinge per limitare la pubblicazione delle intercettazioni per evitare che i peccati dei potenti possano essere svelati al popolo bue. Ma non c’è solo questo, come compiti nel comparto della sicurezza privata, ci sono anche le questioni di lavoro:
– Stasera bisogna caricare le rumene della Nuova Grafica e portarle fuori regione, – annunciò Baldi. – Ordine del Dottore. – Che succede? – Domani mattina i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Prato si presenteranno per una perquisizione a caccia di «fantasmi»...hanno ricevuto una soffiata dall’interno, una zecca che non si fa gli affari suoi la trovi sempre..
Stiamo parlando di quel genere di sicurezza per tutelare la
propria immagine, se non i propri segreti, che puoi ottenere senza far ricorso
alla giustizia per ovvi motivi: scioperanti che stanno bloccando la produzione,
un investigatore troppo zelante. Oppure un commercialista della provincia
lombarda che all’improvviso è scomparso senza lasciare tracce.
Questa è l’indagine che viene affidata alla NSG, l’azienda di
sicurezza di cui Farina fa parte, dove viene chiamato “il grigio”, per il suo
saper non ostentare il suo potere, per il suo sapersi muovere nei meandri del
vero potere. Scoprire che fine ha fatto un commercialista di Merate, nel
lecchese, che gestiva certi fondi di un certo partito politico: un personaggio
senza troppi scrupoli sparito in una mattina di maggio.
Ecco che qui incontriamo il secondo protagonista, anzi la protagonista.
– Dov’è che devo andare?
– A Cesenatico. Te ne vai al mare, – rispose Farina.
– A far cosa? – chiese l’altro stupito.
– A fare compagnia a Trudy.
Trudy, come la compagna di Gambadilegno, il lestofante nemico di Topolino: è questo il nomignolo che viene affibbiato a Ludovica Baroni, la moglie del commercialista pieno di segreti, che dopo la scomparsa del marito si è rifugiata nella sua casa a Cesenatico, lontano da tutti. Ma non dagli occhi degli investigatori della NSG che devono sorvegliarla. Ma per quale motivo devono sorvegliare questa donna dall’aria così comune, una “bambolina” dalle belle forme, come la chiama uno di questi? E per quale motivo il committente della NSG è così interessato a capire che fine abbia fatto il commercialista scomparso?
Baroni è convinta che sia fuggito con un’altra donna, e non ha mai detto o accennato nulla in merito al denaro che Riva gestiva per conto vostro.
– Non mio, – chiarí in tono brusco il senatore. – Un partito è una macchina complessa..
Il grigio, ovvero il dottor Farina, che da ex poliziotto si è ritrovato ora nel ruolo di pretoriano, custode dei segreti del potere, della classe dirigente del paese. E dall’altra parte l’ex commessa di un negozio che aveva ceduto all’insistente corte del ricco del paese, magari sperando vivere il suo sogno, quello che la sua famiglia, la sua vita, non le avrebbe mai consentito di raggiungere.
Viene spiata, Ludovica, osservata e intercettata tutti i
giorni, per capire se sa qualcosa, se può condurre ad una soluzione il mistero
della scomparsa del commercialista dei potenti.
E man mano anche noi andremo a scoprire il dietro le quinte
di questa storia, i segreti dietro quel matrimonio di facciata, ben lontano dal
sogno di Cenerentola.
Pensava di avere tutto sotto controllo, il pretoriano Farina:
sia per quella faccenda in Toscana, un sindacalista finito in coma dopo
un’aggressione, un caso di cronaca che era stato abile nel dirottare verso una
narrazione contro i sindacati di base, seguendo la pista di una faida interna.
Credeva di controllare anche Trudy, cosa aspettarsi d’altronde da quella
piccola donna?
Dopo aver letto Trudy, camminando per strada ti verrà voglia di guardarti le spalle.
Quanto sappiamo del volto del potere che le inchieste della magistratura riescono a mostrarci solo in parte e solo a sprazzi? Trudy è il racconto del nostro passato e del nostro presente, non farete fatica a far combaciare certi passaggi narrativi col nostro presente (sia nel mondo del lavoro che in certi equilibri di potere fondati sul ricatto): mai come in questo romanzo la frase “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale ”, ha un sapore quasi ironico, una volta arrivati alla fine di questo romanzo, il cui finale è scolpito in queste parole
La lotta tra il bene e il male nella modernità non ha più eroi da esibire.
Che, in altre parole, vuol dire anche che gli unici eroi in questa modernità che ha un sapore così antico, sono proprio le persone comuni, la cui vita non è mossa solo da ambizione e cinismo.
La scheda del libro sul sito di Einaudi
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