Puf! Magicamente la mafia, anzi le mafie, sono sparite da questo paese. Ci avete fatto caso? Non se ne parla quasi più né sui telegiornali e nemmeno sui quotidiani nazionali. Salvo qualche raro caso di cronaca, di qualche politico che aveva chiesto voti a tizio e caio, senza sapere, meschino, che fosse appartenente ad una ndrina.
Eppure le mafie esistono e vivono insieme a noi: non se
ne parla, nell’agenda politica sono sparite anzi, la politica oggi
sta mettendo in atto una serie di riforme tese a spuntare le armi in
mano ai magistrati e alle forze dell’ordine (ultimo, il limite a 45
giorni per le intercettazioni).
Presadiretta, ormai diventata
una sorta di mosca bianca nel panorama informativo della RAI, questa
sera farà eccezione con un reportage esclusivo sulle mafie, partendo
dal traffico di droga stabilmente nelle loro mani, dai luoghi dove la
droga parte fino ai porti in Europa dove la droga arriva a tonnellate
e poi nei paradisi fiscale dove l’immensa ricchezza delle mafie
viene spesa, al riparo dalle magistrature, inquinando le economie del
mondo.
I paradisi fiscali
sono stati per anni i rifugi dorati dei grandi
narcotrafficanti.
Presadiretta racconterà poi le storie
incredibili, da film, di Raffaele Imperiale e Rocco Morabito, il boss
di Africo che è stato per quasi 30 anni latitante in Brasile e
Uruguay prima di essere arrestato grazie al lavoro dell’intelligence
e della nostra Polizia.
E poi le interviste esclusive agli
uomini dello Stato più importanti nel contrasto alla mafia: Vittorio
Rizzi, vicecapo dell’Aisi, Raffaele Grassi, a capo di I CAN, la
speciale struttura del dipartimento di sicurezza che in
collaborazione con l’Interpol da la caccia ai latitanti ovunque si
trovino. Poi l’intervista a Giovanni Melillo, il procuratore
nazionale antimafia, e i magistrati antimafia Giuseppe Lombardo e
Nicola Gratteri. Grazie al loro contributo Presadiretta racconterà
di come la mafia sia diventata ancora più pericolosa, più ricca e
più grande. Di come sia entrando nell’economia legale, sfruttando
le enormi ricchezze del narcotraffico. Eppure, come ha raccontato al
termine della scorsa puntata il conduttore Riccardo Iacona, nel
nostro paese il contrasto alla mafia entra raramente nel dibattito
pubblico, come se l’avessimo sconfitta per sempre. Niente di più
sbagliato – racconta Iacona – già in parecchie zone del mondo la
mafia si è fatta stato e attacca la democrazia. È appunto la mafia
dei soldi.
Nella prima parte della puntata sarà ospite
Nicola Gratteri con cui si parlerà dello stato dell'arte della
giustizia nel nostro paese in particolare alle nuove sfide che ci
lanciano le mafie.
Poi Presadiretta ci porterà nella
Triple frontera, tra Brasile Argentina e il Paraguay
dove passano tonnellate di cocaina verso l'Europa, poi reportage nei
porti dove arriva la cocaina, nei luoghi dove i soldi del
narcotraffico vengono reinvestiti.
Faranno da guida in
questo viaggio uomini come il magistrato Giuseppe Lombardo di Reggio
Calabria che in decenni di indagini ha visto trasformarsi la
ndrangheta in una holding potentissima, poi gli uomini dello stato
che contrastano le mafie nel mondo intero come il prefetto Vittorio
Rizzi, Raffaele Grassi a capo della struttura speciale I can, nata
apposta per dare la caccia ai latitanti della mafia nel mondo intero
(nel globo terraqueo direbbe qualcuna).
Non potevano mancare le
parole del procuratore antimafia Giovanni Melillo – racconta
Riccardo Iacona nell’anteprima - “che ci ricorda che ormai la
mafia italiana ha una proiezione internazionale, che si soldi che
guadagna sono così tanti che entrano nell'economia legale e che è
capace di destabilizzare interi stati nel mondo e di integrarsi con
le organizzazione criminali più potenti del mondo”.
Laddove
parte la droga
Prima di arrivare qui da noi la droga, la cocaina, fa un lungo viaggio: Presadiretta lo ha seguito fin dal fiume Iguazù, pochi km a valle delle cascate, un altro mondo rispetto ai paesaggi da turisti a cui si è abituati. La giornalista di Presadiretta ha seguito il pattugliamento del fiume fatto dalla Prefettura Naval Argentina: alla destra c’è l’Argentina, sull’altra sponda il Brasile, di fronte il Paraguay, con l’incrocio tra i fiumi Paranà e Iguazù. Questa zona si chiama Triple Frontera, una frontiera tra tre stati, uno degli snodi strategici della idrovia, la grande rete fluviale che collega la Bolivia, il Paraguay, il Brasile, l’Argentina e l’Uruguay.
“Il nostro lavoro consiste nel pattugliare un’area di circa 180 km tra il fiume Paranà al confine con l’Uruguay e il fiume Iguazù, al confine con il Brasile” racconta un ufficiale della Prefettura “si tratta di una zona di confine in cui avvengono traffici di ogni tipo, contrabbando di sigarette, droga, armi ..”. Il controllo della Prefettura Naval continua anche sulla terraferma: la pattuglia scende armata fino ai denti, anche la giornalista deve indossare il giubbotto antiproiettile: i pattugliamenti in questa zona di confine sono fatti tutti i giorni, sono situazioni pericolose, è capitato di sostenere degli sconti a fuoco con i trafficanti.
I porti della droga in Europa
Dal Sudamerica al
porto di Gioia Tauro in Calabria: le telecamere di Presadiretta
mostreranno una perquisizione della Finanza su un container sospetto
a seguito di una segnalazione: la droga era nascosta nei motori che
alimentano il sistema di refrigerazione. Alla fine sono stati
sequestrati 50 pacchetti di coca per un totale di 60kg di droga 20ml
di euro.
20 ml di euro in un solo container, per un solo carico:
adesso avete idea dei flussi di denaro che alimentano questa economia
illegale?
Teresa Paolo ha intervistato il collega Michele Albanese, l’unico giornalista calabrese sotto scorta, anche perché uno dei pochi ad aver denunciato la ndrangheta in faccia: “perché non si parla più di mafia in questo paese, perché l’informazione in questo paese delega questi temi solo ad alcuni colleghi coraggiosi, che continuano ad occuparsi di queste cose?
Occuparsi di queste cose significa salvaguardare l'economia legale di del sistema Italia, significa occuparsi del futuro del paese e della democrazia, della libertà dei cittadini”.
Gli strumenti per la lotto contro le mafie
I mafiosi non parlano col cellulare – così aveva detto il nostro
ministro per la giustizia, Nordio, per giustificare la stretta che
questo governo, apparentemente tutto legge e legalità, ha fatto
sull’uso delle intercettazioni, fino a bloccarne l’utilizzo dopo
45 giorni.
La lotta alle mafie (e ai crimini dei colletti
bianchi in generale) si devono fare come ai vecchi tempi:
pedinamenti, appostamenti…
Eppure il mondo va avanti, anche
per le mafie: Presadiretta è andata in Francia a Pontoise, alle
porte di Parigi, al Centro per la Lotta alla Criminalità Digitale
della Gendarmerie: sono stati gli hacker della Gendarmerie a lavorare
cui cellulari Encrochat,
trovati durante le perquisizioni nell’ambito di una inchiesta sulla
criminalità organizzata. Sono stati sequestrati dagli investigatori
e quando li hanno analizzati la prima volta non hanno trovato dentro
nulla - racconta un agente – non c’erano né applicazioni né
messaggi, non riuscivano nemmeno ad avviarli, ma era un inganno.
La polizia francese ha mostrato a Presadiretta in esclusiva
l’avviamento di uno di questi cellulari, a cui si arriva mettendo
il cellulare in manutenzione e poi riavviandolo, entrando così in
modalità Encrochat e avendo così accesso ai contatti.
“Qui a
Pontoise abbiamo la gendarmeria scientifica di più alto livello”
racconta Herve Petry comandante dell’unità nazionale Cyber “il
nostro paese si è molto impegnato nel contrasto ai crimini
informatici, insieme alla minaccia fondamentalista il narcotraffico
rappresenta la più importante minaccia alla sicurezza del
paese”.
Presadiretta è entrata dentro uno speciale
laboratorio dove i tecnici della Gendarmeria sono in grado di
estrarre qualunque segreto da qualsiasi mezzo digitale, arrivando a
scoprire le vulnerabilità di Encrochat. Questo sistema è stato
usato anche dai “nostri” narcos: questa app per cifrare le chat
era stata usata anche dai clan
napoletani sia per gli affari che per tenere i contatti con le
famiglie.
I paradisi dei narcos
Dubai è diventata
in questi anni una grande metropoli finanziaria tecnologica e
turistica, una città che a partire dagli anni ‘90 ha avuto uno
sviluppo immobiliare paragonabile solo ad alcune metropoli cinesi.
Qui c’è il grattacielo più alto al mondo e l’isola artificiale
a forma di palma, sede di alcuni degli hotel più lussuosi della
città. Ma Dubai è stata anche un paradiso per i narcos: qui hanno
vissuto indisturbati per anni esponenti del narcotraffico come
l’italiano Michele Imperiale, che è stato nell’Emirato per 12
anni, gli ultimi cinque da latitante, prima di venire consegnato alle
autorità italiane. Era così ricco, Imperiale, da poter vivere in
uno degli hotel più sfarzosi degli emirati, in un appartamento da
780 metri quadri su due piani impreziosito da mobili in mogano, due
camere con letto girevole e bagni placcati in oro. Il prezzo delle
suite vanno da 1800 euro a notte fino ad arrivare intorno ai 30000
euro.
AntimafiaDuemila
ha pubblicato un articolo che anticipa i contenuti della puntata:
PresaDiretta: ''La Mafia dei Soldi'' svela il legame tra mafia, economia e finanza globale
Domenica 13 ottobre, ore 20:35 su Rai3, PresaDiretta presenta una nuova puntata intitolata "La Mafia dei Soldi", un'inchiesta approfondita che esplorerà un mondo fatto di droga e sangue, telefoni criptati e fiumi di denaro, sentieri del narcotraffico e grattacieli lussuosi, quadri di Van Gogh e un’isola di fronte a Dubai oggi sequestrata dallo Stato italiano. Sono tante e inaspettate le sfaccettature dell’holding internazionale della mafia. Dalla Triple Frontera in Sudamerica ai mercati finanziari, PresaDiretta racconta le Macromafie - le multinazionali dei clan - attraverso la storia di due tra i principali broker mondiali, latitanti per decenni e ora nelle carceri italiane: il boss di 'Ndrangheta Rocco Morabito con la sua misteriosa fuga dal carcere di Montevideo e Raffaele Imperiale con la sua incalcolabile ricchezza. La ricostruzione delle inchieste giudiziarie e le ipotesi degli investigatori, raccolte dai giornalisti guidati da Riccardo Iacona, delineano una realtà nuova fatta di mafie che si alleano per fare affari in tutto il mondo e che controllano ormai pezzi di Stati. Tra i protagonisti del reportage c'è Jean Georges Almendras, giornalista e direttore di Antimafia Dos Mil in Uruguay, che fornirà una testimonianza esclusiva. Almendras, da anni impegnato sul fronte dell'antimafia, ha seguito da vicino la cattura e la fuga di Morabito, oltre a monitorare l'espansione delle mafie italiane in Sudamerica. Grazie al suo lavoro, PresaDiretta offrirà uno sguardo privilegiato su una delle aree più pericolose del pianeta, dove la 'Ndrangheta, gruppi terroristici e criminali locali collaborano in operazioni miliardarie. La puntata è un racconto di Riccardo Iacona con Giuseppe Laganà, Luigi Mastropaolo, Elena Stramentinoli, Cesarina Trillini, Emilia Zazza, Eugenio Catalani, Matteo Delbò, Massimiliano Torchia, coordinamento giornalistico Maria Cristina De Ritis. Inoltre, vi saranno anche gli interventi del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri, del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, del direttore della Polizia criminale Raffaele Grassi e del prefetto Vittorio Rizzi.
Nel profondo della Triple Frontera
PresaDiretta è arrivata alla Triple Frontera (un'area di tre confini lungo l'incrocio tra Argentina, Brasile e Paraguay, dove convergono i fiumi Iguazú e Paraná) uno dei luoghi più pericolosi del pianeta, dove si concentrano giganteschi traffici leciti e illeciti e dove varie inchieste giudiziarie hanno documentato connessioni tra 'Ndrangheta, gruppi criminali terroristi sudamericani ed Hezbollah. E ha raccolto le testimonianze dei poliziotti sudamericani, degli investigatori italiani in loco, di procuratori, ministri e giornalisti antimafia dei tre paesi.
Nell’inchiesta di PresaDiretta si ricostruisce la faida di Scampia, dove è cominciata l’ascesa ai massimi livelli della criminalità internazionale di Raffaele Imperiale, i suoi affari in Olanda e la guerra di mafia che ha insanguinato quel paese, il possesso di due quadri di Van Gogh e le immagini in esclusiva del momento in cui gli investigatori hanno sequestrato i due inestimabili capolavori.
Un'altra anticipazione, con la storia dei due quadri di Van Gogh trafugati dal narcotrafficante Michele Imperiale, la trovate sul sito del Fatto Quotidiano
La scheda della puntata:
Si occuperà di criminalità organizzata e dell'intreccio tra economia legale e illegale la puntata di "PresaDiretta" in onda domenica 13 ottobre alle 21.40 su Rai 3, dal titolo "La mafia dei soldi". Droga e sangue, telefoni criptati e fiumi di denaro, sentieri del narcotraffico e grattacieli lussuosi, persino un’isola di fronte a Dubai, oggi sequestrata dallo Stato italiano. Sono tante e inaspettate le sfaccettature dell’holding internazionale della criminalità organizzata. Dalla Triple Frontera in Sudamerica ai mercati finanziari, "PresaDiretta" racconta le macromafie attraverso la storia di due tra i principali broker mondiali, latitanti per decenni e ora nelle carceri italiane: Rocco Morabito, con la sua misteriosa fuga dal carcere di Montevideo e Raffaele Imperiale, con la sua incalcolabile ricchezza. La ricostruzione delle inchieste giudiziarie e le ipotesi degli investigatori, raccolte dai giornalisti guidati da Riccardo Iacona, delineano una realtà nuova fatta di mafie che si alleano per fare affari in tutto il mondo e che controllano ormai pezzi di Stati.
E poi la ricostruzione della faida di Scampia, dove è cominciata l’ascesa ai massimi livelli della criminalità internazionale proprio di Imperiale, i suoi affari in Olanda e la guerra di mafia che ha insanguinato quel Paese, il possesso di due quadri di Van Gogh e le immagini in esclusiva del momento in cui gli investigatori hanno sequestrato i due inestimabili capolavori.
Sarà una puntata speciale, con il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, il prefetto Vittorio Rizzi, il direttore della Polizia criminale Raffaele Grassi.
"La mafia dei soldi" è un racconto di Riccardo Iacona con Giuseppe Laganà, Luigi Mastropaolo, Elena Stramentinoli, Cesarina Trillini, Emilia Zazza, Eugenio Catalani, Matteo Delbò, Massimiliano Torchia.
"Phantom secure", "Encrochat", "SkyEcc" sono invece i nomi con cui si apre "Aspettando PresaDiretta", nella prima parte della serata, dalle 20.35 fino alle 21.25 circa. Erano stati pensati per proteggere la privacy di manager e vip, sono diventati lo strumento di comunicazione tecnologicamente più raffinato per narcotrafficanti e mafiosi: sono i criptotelefonini, dietro i quali ci sono imprenditori spregiudicati, FBI, hackers, investigatori europei. La decriptazione dei messaggi che si sono scambiati per anni i criminali di tutto il pianeta consentirà di avviare nei tribunali centinaia di inchieste. Come "Eureka", la più grande operazione mai realizzata contro la ‘Ndrangheta in Europa, partita dalla Procura di Reggio Calabria e arrivata a coinvolgere altri sette Paesi europei, 108 persone arrestate solo in Italia. Tra i protagonisti, Rocco Morabito, originario di Africo, per 27 anni latitante in Sudamerica.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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Mi raccomando, siate umani