22 ottobre 2025

La ghenga degli storti di Fulvio Luna Romero


 

Prologo

Fine anni Novanta

«Certo che tra l’attesa, il freddo, questa specie di passamontagna così… dozzinale! Dà le scossette, diamine! Mi irrita la pelle. Io non so se sono tagliata per questo lavoro.»

«Cioè, stai per rapinare dei pazzi armati e cattivi, e il problema è il passamontagna che fa le scosse? Oh, ma sei veramente una tipa strana, eh!»

«Sarà, ma se mi guardo attorno di normale non ne vedo uno in questa … come dice Lele? Ghenga?»

E’ sempre cosa buona leggersi le note finali, i ringraziamenti a fine libro: l’autore, infatti, a fine lettura si chiede quanto tempo ci avesse messo a scrivere questo libro e la risposta potrebbe essere “almeno trent’anni”.

Perché la Ghenga degli storti è un po' il libro di una vita, quella di Fulvio Luna Romero, classe 1977 ma anche il libro della vita del nordest a partire dagli anni Novanta fino ad oggi. Dagli anni del boom a quelli della crisi, fino alla scoperta dell’anima criminale di una regione crocevia tra est e ovest.
Se ha un difetto questo libro sta forse proprio in questo, ha l’ambizione di coprire una storia lunga e intensa, mettendoci un po’ a salire di ritmo per quell’inizio che sembra quasi spiazzante, dove facciamo conoscenza di Andrea Rasic:

Andrea Rasic ha quarantacinque anni ed è un uomo assolutamente normale, di quelli che non ti volteresti a guardare due volte.

Una vita normale, scandita dalle solite abitudini nella sua Gorizia: tre lavori diversi da lunedì al venerdì: il terzo come factotum presso un vecchio antiquario, uno con l’abitudine di fare anche da strozzino e di mettere le mani su opere dal passato poco limpido. Un incarico in cui Andrea ha dovuto incontrare persone poco raccomandabili.

L’unica nota di colore in quella vita la fidanzata Susanna, un’universitaria più giovane di lui, conosciuta per caso e con cui è nata una relazione a cui inizialmente credeva poco ma che invece adesso sembra diventare, dopo tanti anni senza una donna accanto, qualcosa di importante.

Altra nota caratterizzante di questa persona anonima, gli occhi di un colore diverso, una caratteristica che Andrea tende a voler nascondere dietro un paio di occhiali fumè.

Meglio non farsi etichettare -gli aveva insegnato nonno Flavio, uno dei tanti istriani costretti ad andarsene dopo l’arrivo dei titini, o l’esilio o le foibe era la scelta.

Ma, in realtà, Andrea ha anche altri motivi per tenere un profilo basso.

Perché un giorno il passato di Andrea torna a bussare alla sua porta sotto le forme di due killer appostati davanti casa, mentre è in macchina assieme a Susanna. Nonostante siano entrambi armati, Rasic riesce a neutralizzarli, con una freddezza che lascia la compagna sotto choc.
Andrea e Susanna sono costretti a scappare, una fuga dalla polizia, richiamata dagli spari e dai due corpi a terra, ma anche una fuga dal suo passato.

Chi vuole morto Andrea Rasic?

In una continua alternanza tra il tempo presente, con la fuga per i boschi delle Dolomiti, e il tempo passato, Andrea passa al setaccio tutta la sua vita – si dice che quando stai per morire è proprio questo quello che ti viene in mente.

Andrea ci accompagna nella sua vita precedente, a partire dall’infanzia: una madre alcolizzata che gli scaricava addosso tutti i suoi problemi, un padre assente che preferiva scappare dai problemi e rifugiarsi dalla sua prostituta serale. Unica figura carismatica in famiglia il nonno, esule istriano, coi suoi consigli (“se pesti, pesta per ammazzare”) che lo aveva avvicinato alla boxe.

Unico rifugio in questa vita senza affetti le amate letture in solitaria, come Scerbanenco e la sua quadrilogia di Duca Lamberti.

A scuola Andrea, che i coetanei iniziano a chiamare Husky per i colori degli occhi, fa gli incontri che segneranno la sua vita: con “Weekend” prima di tutto, un altro bambino “problematico” e solitario come lui e poi con Daniele, “Lele”, un ragazzone robusto per la sua età e come loro dunque ben distinto dalla massa.

A questo nucleo iniziale, da cui i bulli della scuola iniziano a prendere le distanze perché hanno imparato a temerli, se ne aggiungeranno, con gli anni, altri due: una ragazza, Milena o “Milady”, arrivata in quel paesotto della provincia Veneta anche lei in fuga dal passato. E poi William, proveniente da una famiglia sinti e per questo soprannominato lo “Zingaro”.

La realtà, per Husky, Lele e Weekend, era una fondamentale mancanza di modelli. Rasic aveva un padre devoto al lavoro (e al sesso a pagamento), una madre suicida e una donna matura e intelligente che viveva con loro..

Seduti sul muretto del loro bar preferito, iniziano a vedere il mondo che li circonda in modo diverso e anche le persone in modo diverso. Iniziano così la loro carriera criminale: prima piccoli furti nei negozi, poi furti di auto, poi rapine a mano armata. Poi..

.. mentre in alcune zone d’Italia esplodevano bombe che distruggevano monumenti, mentre la prima repubblica, così lontana, andava in frantumi, in paese, come in tutto il Nordest, si viveva quella straordinaria esplosione economica che in tanti definivano un miracolo.

L’improvvisa ricchezza caduta sul miracolo “nordest” aveva portato in poco tempo a persone che fino a poco prima lavoravano nei campi o in piccoli laboratori a diventare padroncini di piccole aziende con fatturati stellari (non sempre dichiarati al fisco). A passare da una economia agricola ad una industriale senza aver né le infrastrutture necessarie né le competenze.

E tutto questo denaro portava anche ad una grande voglia di divertirsi: belle auto, belle donne e tanta droga.

«Andrea, cosa succederà adesso?» Lui ci pensa un po’ su. «Ci sono tante persone che ritengono di avere dei conti in sospeso con me. Giusto, sbagliato… non è importante. Il fatto è che loro ne sono convinte.

Quali di queste persone del passato, criminale, di Andrea Rasic hanno deciso di fargli la pelle adesso, a distanza di tanti anni?

E come ha fatto Husky, il leader carismatico di questa “ghenga degli storti” a diventare l’anonimo Andrea Rasic? Ce lo racconterà lui stesso in questo continuo flashback col passato.

Dove rivivremo tutta la storia recente del paese e del Veneto: la fine della prima Repubblica con le bombe, i politici dei grandi partiti che finivano a processo per l’indagine dei pm milanesi. Il boom del nordest legato alla globalizzazione delle merci e dei mercati. E, dall’altra parte, la crescita dei partiti secessionisti, per liberarsi da Roma ladrona.

Fino ad arrivare alla storia recente, la crisi mondiale col crollo delle banche.

Chi è stato a mandare i due “croazzi” che volevano fargli la pelle allora, davanti casa?

Se non è qualcuno del suo passato, uno dei tanti a cui ha pestato i piedi, allora potrebbe essere qualcuno del suo presente. Andrea deve scoprirlo in prima persona e, per la prima volta nella vita, deve pensare anche a quella persona a fianco, Susanna, da cui non riesce a separarsi.

In un crescendo di colpi di scena, tutte le tessere di questo enorme puzzle si metteranno al loro posto. E ci mostreranno il quadro di questo “Romanzo criminale” del nordest.

Ragazzi cresciuti senza riferimenti che diventano grandi criminali e che si ritrovano incastrati in un ingorgo di interessi da cui non è facile uscire. Un territorio permeabile al crimine per la fame dei soldi e del successo. E, dall’altra parte, uno Stato con una sua faccia nascosta, ancora più criminale.

Sì: odio essere bipolare, è bellissimo! Razionale. Impulsivo. Spregiudicato. Chissà cosa direbbe ora la sua maestra.

La scheda del libro sul sito di Marsilio Editore

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