Per parlare di questo libro prendo spunto da un articolo (citato nello stesso libro) di Stefano Reggiani del 1974 "si ha l'impressione che che lo scopo del racconto non sia quello tradizionale (chi è l'assassino), ma consista in una specie di opera aperta, continuamente adattata agli umori del pubblico e al gusto dell'intrigo. Contro ogni norma del giallo, i personaggi intervengono per diluire e sviare il racconto ... Un lettore superficiale, non esperto di cose politiche, ma soltanto appassionato di gialli, può arrivare a questa singolare convinzione: o l'autore ci vuole ingannare o non conosce il suo mestiere. Il lettore meno impaziente non ha sospetti sulle capacità dell'autore, ma intuisce che la grande alluvione di personaggi finirà per portarlo alla sazietà e all'indifferenza".
L'articolo parla degli anni del terrorismo, dove le bombe scoppiavano in banche gremite di gente, sui treni, nelle piazze e la gente vedeva comparire nelle indagini molti personaggi poi destinati a sparire nel nulla. Questa descrizione ben si datta a questo "giallo contro le regole", ad iniziare dai protagonisti. Un nucleo di reduci degli anni 70, Andrea ora poliziotto, Cristiano in carcere per scontare un delitto politico e il narratore, un investigatore privato che vive con la perenne paura di essere ancora abbandonato dalla persona che ama. Oltre a loro, Togliatti, un partigiano comunista, sempre rimasto all'erta perchè conscio che i nemici di allora non sono stati sconfitti, ma rimasti al potere nell'ombra. Infine due esponenti delle nuove generazioni: Lara, indipendente e bellissima, e Ferodo, un hacker esperto.
La storia inizia con Andrea che contatta l'amico investigatore (si erano persi di vista diversi anni prima): Togliatti, amico comune, potrebbe essere implicato in un delitto eccellente, il proprietario di un'assicurazione di Bologna, con un passato da repubblichino. L'investigatore conosce poi Lara e Ferodo, che lo aiutano nelle indagini, non proprio ufficiali, per scoprire cosa lega l'assicurazione ad un'agenzia viaggi e ad una nave fantasma che, in base ai documenti, non è dove si dovrebbe essere.
Si trovano coinvolti in un disegno oscuro, che coinvolge politici noti (De Michele introduche la figura del senatore Cappas, ispirandosi all'ex pres. Cossiga?), servizi deviati, rami occulti della polizia (come torna attuale questo tema, dopo la scoprta della DSSA) che stanno preprando qualcosa di grosso a Bologna. Qualcosa che rientra in un gioco più grande: chi non ha conoscenza della nostra storia recente sentirà parlare per la prima volta di "strategia della tensione". Attentati contro civili inermi provocati al solo scopo di fare vittime, per portare ad una rezione in senso estremista dello Stato. Sentirà parlare di Gladio (bruciata poco dopo il crollo del muro di Berlino per mantenere coperta la vera struttura), del progetto di Creative Destruction, della banda della uno bianca, dei fascisti di ieri (che vendevano le famiglie ebree ai tedeschi per 5000 lire), e dei fascisti di oggi (che con le bombe speravano di portare l'Italia verso una nuova forma di di regime, cun una repubblica dai "poteri forti", di tipo presidenziale).
La pagine dedicate all'amarcord dei "vecchi tempi" si alternano con un ritmo frenetico alle pagine dove i protagonisti (con una colonna sonora che mischia punk, rock e musica anni 70), in una lotta contro il tempo, devono sventare la minaccia che incombe su loro (con un vago sapore di deja vu): come in un gioco, dove la posta in palio è la nostra democrazia.
Al termine del libro l'autore ha riportato i link e i riferimenti a tutti i documenti (veri) citati nel libro. Atti di convegni nei quali si parla della guerra come strumento per rimodellare un paese, la lobby della armi, i memoriali di Moro e i discorsi di Saragat e Fanfani nei quali si prepara il terreno ad un colpo di stato, nel timore che i comunisti arrivassero al potere .... Anche solo per questo vale la pena di leggere questo libro.
Per quanto riguarda la strategia della tensione, che per anni ha insanguinato l'Italia, pur senza conseguire i suoi obiettivi politici, non possono non rilevarsi, accanto a responsabilità che si collocano fuori dell'Italia, indulgenze e connivenze di organi dello Stato e della Democrazia cristiana in alcuni suoi settori
Io però, personalmente e intuitivamente, non ebbi mai dubbi e continuai a ritenere (e manifestare) almeno come solida ipotesi che questi e altri fatti che si andavano sgranando fossero di chiara matrice di destra e avessero l'obiettivo di scatenare un'offensiva di terrore indiscriminato (tale proprio la caratteristica della reazione di destra), allo scopo di bloccare certi sviluppi politici che si erano fatti evidenti a partire dall'autunno caldo e di ricondurre le cose, attraverso il morso della paura, a una gestione moderata del potere. (dal meoriale di Aldo Moro)
I link su bol e ibs. Sul sito de I miserabili trovate una recensione e l'appendice a Scirocco con i link ai documenti citati; su carmillaonline un articolo sulla lobby delle armi.
Infine il link al sito di Wu Ming foundation.
Technorati: noir, Girolamo De Michele, strategia della tensione, terrorismo
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