La via cinese al controllo di internet. Per fermare il terrorismo. L'idea di Franco Frattini, commissario UE con delega alla giustizia.
Che prevede un accordo internazionale per bloccare i siti bombaroli.
Ma nessun accordo su pena di morte e tortura.
Perchè i ragazzi islamici non devono trovare le istruzioni per costruirsi una bomba.
Ma possono essere rapiti e torturati, come Abu Omar.
Ovviamente il problema del terrorismo è serio e richiede un intervento. Il pericolo che il Web possa diventare un mezzo utilizzato dai terroristi per scambiarsi messaggi e informazioni che potrebbero minare la sicurezza internazionale è concreto, ma operare meccanismo censori simili a quelli adoperati per mettere a tacere i dissidenti e imporre una visione distorta della realtà utilizzati dalla Cina, mi sembra troppo richioso per la libertà di espressione. Faccio un esempio per far capire da dover nascono le mie preoccupazioni: questi meccanismi di prevenzione al terrorismo ovviamente non riguardano la televisione perchè lì c’è un controllo ex-ante. Non tutti possono avere accesso all TV, ci sono dei meccanismi di selezione. In Rete, invece, chiunque può avere un proprio punto di presenza (i blog ne sono un esempio e non a caso sono tra le pagine Web più censurate in Cina ). Tramite il Web chiunque può partecipare al dibattito pubblico e ciò comporta un aumento della libertà di espressione. Introdurre dei meccanismi di controllo ex-ante anche in Internet (sebbene per un fine nobile), andrebbe in ogni caso contro la sua natura democratica. E poi... chi decide quali siti censurare e quali no? Secondo quali criteri? E se un giorno si adoperasse questo sistema per praticare forme di censura come quelle cinesi? E con la privacy, come la mettiamo?
RispondiEliminaNon so come si possa risolvere il problema del terrorismo online, ma applicare misure silmili a quelle che si applicano in uno stato illiberale, non mi sembra la soluzione...
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