Capitalismo di rapina (Chiarelettere) Paolo Biondani, Mario Gerevini e Vittorio Malagutti.
Alla Feltrinelli di piazza Duomo ieri si presentava il libro "Capitalismo di rapina" assieme ai giornalisti scrittori Mario Gerevini e Vittorio Malagutti.
Marco Onado presentava il libro come una cavalcata sulle distorsioni gravi (e criminali) di alcuni dei più noti protagonisti delle cronache finanziarie.
"Questo è un libro che fa nascere delle riflessioni, nate leggendo le gesta dei cattivi: Fiorani, Gnutti, Colanninno, Fazio, Ricucci."
Fa riflettere il fatto che il giornalismo di inchiesta sta prendendo sempre più la strada dei libri, per dare consistenza al lavoro quotidiano. Perchè leggendo i quotidiani, si richia di perdere il filo conduttore delle inchieste. Se non si mettono in fila i fatti cronaca, uno dietro all'altro, si perde il quadro d'insieme del capitalismo di rapina protgonista delle scalate dell'estate del 2005.
Alcune domande: perchè nessuno mai, nel capitalismo italiano, ha comprato le azioni di Olivetti nel periodo 97 - 99, ostacolando l'impresa di Colaninno?
I bresciani (Gnutti, Colaninno e soci) sono stati più intelligenti?
I giornalisti, in merito alle scalate alla RCS, hanno fatto il loro dovere, hanno difeso il fortino?Sarebbe bello raccontare anche il capitalismo di rapina in guanti gialli che in questi giorni sta causando il crollo dei titoli di borsa. Oggi c'è un problema grave di un capitalismo che ti rapina senza violare la legge.
Le risposte le trovate nel libro, se avete voglia di trovarle.
Il punto è la debolezza del nostro sistema capitalistico, in mano a poche famiglie legate da patti reciproci, senza alcuna concorrenza tra loro, troppo debole, familiare, miope rispetto ai cambiamenti sociali in corso, incapace di prendersi i rischi senza l'aiuto dello stato.
Un capitalismo che tende all'arricchimento dei pochi a discapito dei molti.
Technorati: Paolo Biondani, Mario Gerevini, Vittorio Malagutti
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