25 maggio 2009

Il rapporto Caio sulla rete


Sta girando in rete il rapporto che traccia lo sviluppo della rete internet: il rapporto Caio, di cui parla Mantellini su Punto Informatico e anche qui.

Il rapporto disegna il futuro della rete, il ruolo delle TLC e del governo.
In un intervista su Repubblica,
l'AD di Telecom disse:
Dottor Bernabè qualè il pericolo dell'avanzata nel mercato di Google e Apple per una società come Telecom Italia?

«Il pericolo potenziale è che il ruolo di una società di tlc possa ridursi a mero trasportatore di dati con i servizi che invece vengono erogati da altri soggetti, a cui spetterebbero anche i succosi ricavi che ne derivano».

Che è proprio l'esatto contrario di quello che vorremmo noi utenti. Servizi separati dal carrier.
Sarà bene vigilare su quanto succederà alla rete Internet, qui in Italia. Visti i conflitti di interesse esistenti nella televisione, sui giornali.
La Class action non retroattiva che stenta ad arrivare.
Visti i troppi interessi economici dietro la nuova rete:
L'obiettivo è, manco a dirlo, il superamento degli interessi pur leciti ma personali delle singole aziende in favore di un interesse generale: l'intervento pubblico, per una infrastruttura in comune ai vari player, è possibile e concorrerebbe ad un totale di circa 10 miliardi di euro in 5 anni. Al termine ci sarebbero 10 milioni di famiglie italiane servite da fibra e banda larga per davvero, e chi avesse deciso di investire potrebbe trovarsi con un ROI compreso nell'interessante forchetta del 11-16 per cento in 10 anni. Per le altre ipotesi il costo è inferiore, ma così pure i ritorni dell'investimento.

Il tutto, lo ribadisce in conclusione lo stesso Caio, dipende essenzialmente dalle decisioni che prenderà il Governo: occorrerà "Definire l'obbiettivo strategico per l'infrastruttura digitale in Italia", quale sia il "Livello di ambizione nel contesto internazionale", quale la "Priorità relativa del processo" e soprattutto quali i "Fondi disponibili". Quel che appare certo è che oggi l'Italia è in ritardo, e un'accelerazione in questo settore è quanto meno necessaria se si vuole riuscire a tenere il passo dei migliori in Europa e nel mondo.

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