Ho cominciato a mandare le telecamere tra la gente, farla parlare, ho fatto un gran casino sull'acqua (che manca ed è inquinata), sulla monnezza (le città sporche, i traffici loschi della nettezza urbana), sulle case popolari, sulle scuole antigieniche e carenti, sui palazzi di giustizia lasciati deserti di sostituti procuratori, soprattutto sulla sanità pubblica.
Si getta alle spalle il lungo sonno agitato, i lacci e le catene. L'unica cosa che rimane delle sue molte vite, felici e agre, è il meglio che Mauro ha: l'insopprimibile desiderio di vivere.
Si getta alle spalle il lungo sonno agitato, i lacci e le catene. L'unica cosa che rimane delle sue molte vite, felici e agre, è il meglio che Mauro ha: l'insopprimibile desiderio di vivere.
E questo desiderio la natura, lo stile del suo modo di fare giornalismo.Non gli interessa la cronaca, che informa ma non fa conoscere. Vuole comunicare la vita.
Ho scelto di non fare televisione seduto dietro a una scrivania, ma in mezzo alla gente, con un microfono in pugno, mentre i fatti succedono.
Sociologicamente si chiama "primato dell'esistenziale sul teorico": e già questo, a Trapani, è profondamente antimafioso. Mauro, che ha sempre voluto sfuggire alla prigionia della coerenza, avverte che questo lavoro è coerente con la sua vita passata e le idee che ha coltivato.
Vede la sottile trama che annoda i nuovi giorni, la nuova fatica, alle speranze di un tempo.
La vera rivoluzione è qui a Trapani.
Le tensioni che mi sentivo dentro nel Sessantotto culturalmente possedevano già un vestito, la rivoluzione.
E avevano pure una biancheria intima, l'ideologia marxista.Tutto il movimento di quegli anni è stato una grande emersione del nuovo che si vestiva di vecchio.Non siamo neppure riusciti a inventarci un linguaggio: usavamo parole antiche, terrificanti, inutili. Adesso, questa cosa non la chiamo più rivoluzione, non ci vedo più alcun rapporto col marxismo.
Però la vivo come una sfida molto più impegnativa: è la vita, il diritto di vivere.E la lotta alla mafia esprime la stessa identica esigenza di un tempo: la gioia di vivere. è un altro Mauro o è sempre lo stesso? Chissà.
In quei mesi scrive ancora a Curcio:
Ah, Renato, che veloce la vita e quanto lenta.
Adesso leggo furiosamente libri tutti diversi da prima.
Il maxiprocesso, la mafia. Soprattutto leggo sentenze-ordinanze, scritte da magistrati nelle istruttorie di processi di mafia e di malaffare.
Cerco di capire, ricostruire, decifrare.
Cosa Nostra, le commissioni, i soldati, gli uomini d'onore, i politici, gli affari, gli appalti, le tangenti ... i Trapanesi, le connessioni coi Catanesi, i Minore, i Cavalieri del lavoro, Santapaola, Liggio, Agate.
Di Rostagno e del suo omicidio ne ha parlato Blu notte nella puntata "Trapani, coppole e colletti bianchi"
Ho scelto di non fare televisione seduto dietro a una scrivania, ma in mezzo alla gente, con un microfono in pugno, mentre i fatti succedono.
Sociologicamente si chiama "primato dell'esistenziale sul teorico": e già questo, a Trapani, è profondamente antimafioso. Mauro, che ha sempre voluto sfuggire alla prigionia della coerenza, avverte che questo lavoro è coerente con la sua vita passata e le idee che ha coltivato.
Vede la sottile trama che annoda i nuovi giorni, la nuova fatica, alle speranze di un tempo.
La vera rivoluzione è qui a Trapani.
Le tensioni che mi sentivo dentro nel Sessantotto culturalmente possedevano già un vestito, la rivoluzione.
E avevano pure una biancheria intima, l'ideologia marxista.Tutto il movimento di quegli anni è stato una grande emersione del nuovo che si vestiva di vecchio.Non siamo neppure riusciti a inventarci un linguaggio: usavamo parole antiche, terrificanti, inutili. Adesso, questa cosa non la chiamo più rivoluzione, non ci vedo più alcun rapporto col marxismo.
Però la vivo come una sfida molto più impegnativa: è la vita, il diritto di vivere.E la lotta alla mafia esprime la stessa identica esigenza di un tempo: la gioia di vivere. è un altro Mauro o è sempre lo stesso? Chissà.
In quei mesi scrive ancora a Curcio:
Ah, Renato, che veloce la vita e quanto lenta.
Adesso leggo furiosamente libri tutti diversi da prima.
Il maxiprocesso, la mafia. Soprattutto leggo sentenze-ordinanze, scritte da magistrati nelle istruttorie di processi di mafia e di malaffare.
Cerco di capire, ricostruire, decifrare.
Cosa Nostra, le commissioni, i soldati, gli uomini d'onore, i politici, gli affari, gli appalti, le tangenti ... i Trapanesi, le connessioni coi Catanesi, i Minore, i Cavalieri del lavoro, Santapaola, Liggio, Agate.
Di Rostagno e del suo omicidio ne ha parlato Blu notte nella puntata "Trapani, coppole e colletti bianchi"
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Mi raccomando, siate umani