Dalle smentite secche e indignate (o i non ricordo di Mancino, allora ministro), siamo passati alle prime ammissioni.
Violante (ex presidente antimafia), sentito da Ingroia e Scarpinato: "Mori mi disse: Ciancimino vuol parlarle".
Violante ha messo a verbale di aver rifiutato qualsiasi contatto con il sindaco boss. È questa l'ultima novità nell'inchiesta sulla trattativa, che al momento è ritornata ad avere come indagati Totò Riina e il suo medico Antonino Cinà. Nessuno, prima di Massimo Ciancimino, aveva mai parlato delle "garanzie Mancino e Violante" chieste da don Vito per portare avanti la trattativa con gli ufficiali del Ros.
Non ne aveva fatto cenno Vito Ciancimino, quando nel 1993 aveva raccontato al procuratore Caselli alcuni passaggi dei suoi rapporti con i carabinieri. Di garanzie politiche non ha mai parlato neanche il generale Mori, poi diventato capo del Sisde e oggi consulente per la Sicurezza del Comune di Roma mentre è imputato a Palermo per la mancata cattura del latitante Provenzano.
Mori e il capitano Giuseppe De Donno sono stati sempre categorici: "Parlammo con Ciancimino solo per indurlo alla collaborazione". I carabinieri negano di aver mai preso in consegna il "papello" con le richieste di Riina e di averlo girato nei palazzi delle istituzioni.
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