17 dicembre 2009

Il patto tra gentiluomini

La maggioranza tende la mano all'opposizione: "scurdammoce 'o passato", dimentichiamoci le traversie giudiziarie di qualcuno e iniziamo la stagione di riforme.
«Abbandono di ogni scorciatoia giudiziaria, premessa per una stagione di riforme costituzionali»
Come se dipendesse da maggioranza e opposizione il potere giudiziario.
A meno di non intendere l'accordo in termini di un'amnistia.

L'aggressione di domenica al premier.
Il clima di odio nel paese (a
senso unico).
La bomba, all'università Bocconi, col volantino di rivendicazione a firma anarchica.

Torno gli incubi degli anni '70, quando nacque l'idea del partito armato, sulle idee della rivoluzione possibile e dei partigiani traditi.
Ma sono anche gli anni in cui qualcuno, identificato poi nell'immagine del grande vecchio, pensò di mettere una bomba in una banca per spostare il baricentro della politica.
Anche allora erano anni di tensione sociale e politica.
Anche allora si cercarono negli anarchici i responsabili.
Il cardinale
Bagnasco afferma che "Si rischia ritorno dei mostri del passato".
Solo che oggi i presunti "cattivi maestri" giornalisti di cronaca giudiziaria che spesso incrociano le loro strade con politici pescati in situazioni poco chiare.
E, fino a prova contraria, M.T. a Milano ha agito da solo.

E in Italia la gente muore dopo che si
ammala per l'asbestosi (amianto), sul lavoro, dopo i terremoti (in Abruzzo), dopo le frane (a Messina).
Non è forse allora anche questo terrorismo?
Un pò di cronaca:
- l'arresto del "paciarotto" assessore Prosperini.
- le candidature in Piemonte e Veneto alla Lega. Qualcuno, il nome di Zaia e Cota, lo aveva già fatto.
Aggiunta dell'ultimo minuto: della serie "ma non si doveva abbassare i toni?", Sallusti su Il giornale:
Il Comitato di liberazione nazionale, riesumato dall'asse Casini-Bersani-Di Pietro per abbattere il governo Berlusconi, ha un nuovo socio. Dopo Massimo Tartaglia, il mattacchione che ha preso alla lettera l'invito dei nuovi partigiani, si sono infatti arruolati tra i resistenti anche i componenti della «Federazione anarchica informale» che l'altra notte hanno messo una bomba di due chili all'interno dell'Università Bocconi a Milano. L'attentato è fallito solo per un problema tecnico: è esploso il detonatore, non il tritolo contenuto in un tubo di ferro.
Il passo dalla statuetta all'esplosivo è stato più veloce del previsto.

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