15 febbraio 2010

Presadiretta - scuola fallita

Dopo le inchieste di Annozero, che riprendeva la precedente inchiesa di Report sulla sanità privata, Presa Diretta nell'ultima inchiesta si è occupata dei tagli alla scuola pubblica.
"Scuola fallita" il titolo, inteso come fallimento delle promesse fatte dai vair ministri dell'istruzione.
Fallimento relativamente alla bugia della competizione tra pubblico e privato, bugia usata per giustificare i tanti finanziamenti alle scuole "paritarie".
Una competizione falsa, sleale, in cui a rimetterci sono le famiglie italiane a basso o medio reddito, che non si possono permettere l'iscrizione alla Leone XIII, alla scuola bilingue al Niguarda a Milano.

Ieri sera l'inchiesta di Presa diretta mostrava l'effetto dei tagli che, diceva la Gelmini, non avrebbero pregiudicato il livello di istruzione e del tempo pieno.
Non è vero.
Il servizio partiva da Messina: causa i tagli, molti insegnanti precari di sostegno non han preso la nomina.
Altri insegnanti precari, dopo anni di corsi, devono accettare una lunga trasferta dal sud al nord Italia per un incarico annuale.
A Torino, al quartiere del Lingotto: i nuovi emigranti oggi sono insegnanti dopo che i loro padri, negli anni 60, hanno fatto lo stesso percorso per un posto da operaio.

Precari condannati ad una vita da precario. Come Concetta, dalla Sicilia a Cremona, per 10 giorni di supplenza, per 250 euro.
"Sposata?"
"No, fortunatamente .. perchè non me lo potrei permettere".

Con i tagli decisi dalla finanziaria del 2008, sono le scuole a doversi pagare le supplenze lunghe.
Non ci sono insegnanti a sufficienza per garantire il tempo pieno, richiesto dai genitori (vi ricordate la ridicila riforma del maestro unico?).
Lo stato non ritorna alle scuole nemmeno le spese ordinarie.

E i presidi e le maestre sono costrette a fare i salti mortali per garantire la continuità didattica: accorpare classi quando si assenta un insegnante (perchè le compresenze sono state ridotte) e non ci sono fondi a sufficienza per chiamare supplenze esterne.

A Milano, il sabato i lavori di manutenzione nelle aule, li fanni i genitori, che si improvvisano stuccatori e imbianchini.
A Rho al liceo, ci sono tetti con tegole in amianto, e le solite rassicurazioni su una loro rimozione.

E nella stessa Lombardia, si riesce a passare dal Purgatorio al Paradiso.
In Lombardia, la regione da un bonus alle famiglie che iscrivono i figli a scuole paritarie.
Come l'istituo bilingue a Niguarda.
Come l'istituto Leone XIII, una scuola di gesuiti, dove si alleva l'elite milanese, i figli della buona borghesia. Che si allenano a prendere i posti dei padri nei Consigli di amministrazione.
Chi si può permettere, d'altronde, di pagare rette da 7000-8000 euro l'anno?
Ecco, in questi istituti il livello di didattita, i mezzi forniti agli insegnati, sono all'avanguardia.
Tutti bellissimo.

Pagato anche con soldi nostri.
Perchè, come spiegavo prima, la famosa competizione tra pubblico e privato che secondo l'assessore Gianni Rossone "dovrebbe favorire la libertà di scelta", è in realtà solo un aiuto ai privati.
Se si confrontano le cifre, la regione elargisce più soldi alle suole paritarie, che non aiuti per l'iscrizione alle scuole pubbliche.
Rispettivamente 24 milioni al pubblico, 51 milioni al privato. E gli studenti pubblici sono dieci volte tanto.

Non solo: per ottenere il finanziamento per una paritaria, basta una autocertificazione e la soglia del reddito è molto più alta (47000 euro).
Per il bonus pubblico, serve l'ISEE e la soglia si abbassa a 15 euro.
Le scuole pubbliche non si aprono laddove sono già presenti scuole paritarie, perchè potrebbero andare in concorrenza.
E' questa la sana competizione?
Inoltre, se si vuole fare una gara alla pari, si dovrebbe dare al privato gli stessi obblighi del pubblico.
Come per gli ospedali privati: garantiscono un livello di copertura H24?
E le scuole private prendono sempre un alunno portatore di handicap?

Ieri sera una rabbia enorme mi è esplosa dentro. Perchè stiamo assistendo ad una sorta di lotta di classe al contrario, con una scuola (e una sanità) a due velocità. Per ricchi e per meno ricchi.
Il tutto per arrivare ad un paese a due velocità. Dove non esiste possibilità per emanciparsi da una situazione familiare di partenza sfavorevole. Dove "io sono io e voi non siete" ..

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3 commenti:

  1. Ottimo riassunto. E ottimo blog.
    Complimenti sinceri,

    Leonardo

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  2. Grazie .. non sono riuscito a vederla fino in fondo, la puntata.
    L'ultima parte me la vedo stasera, dopo una bella tazza di camomilla

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  3. Mi sono fatta forza per resistere e vedere tutto fino alla fine... Un'autentica vergogna!!! E questo sarebbe il modello da esportare su scala nazionale!?
    Chi lavora nella scuola pubblica tutti i santi giorni, con tutte le difficoltà e gli ostacoli che sorgono grazie ai tagli di questo esecutivo non può non sentirsi disgustato. Non vedo l'ora di andare in pensione per dimenticare di essere stata un'insegnante italiana!!

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Mi raccomando, siate umani