L'incipt: Alfa (Vecchie ombre)
... Era arrivato lì seguendo una storia di alcol, fiori e soldatini. E di ansiolitici, belle e brutte grafie, numeti di telefono giusti e sbagliati. Di casualità che l'avevano messo su una strada farlocca, come spesso accade. Nella vita e nelle inchieste. Un groviglio che aveva dipanato a fatica. E forse non era arrivato neppure alla fine.
[..]
Micuzzi aveva seguito una pista, l'unica che aveva capito. Sassolini bianchi, come quelli di Pollicino, per segnare un cammino che qualcuno doveva compiere. Il cammino l'aveva compiuto lui.
Un commissario, Sandro Micuzzi, messo in quarantena dopo una brutta storia, ad archiviare pratiche nel commissariato Città studi.
Milano, dove l'esplosione del caldo rende tutti nevrotici. Ma non è la sola Milano del Duomo, della movida e dei locali esclusivi: è anche quella delle periferie, dei viaggi in metropolitana in mezzo al caos, del traffico caotico, dei parcheggi che non ci sono. Dal Giambellino a piazzale Loreto, passando per piazza Piola e via Majella.
Un inchiesta parallela che viene affidata proprio a Micuzzi Sandro, su un ubriacone morto in una casa di un avvocato famoso (Bassi), che tra i suoi clienti ha politici altrettanto famosi (onorevole Malinverni).
Un questore incazzato e un magistrato dall'aria altezzosa, che lo incastrano in questa indagine dai contorni poco chiari..
Una indagine scivilosa per le personalità eccellenti su cui indagare, in cui sono tante le domande aperte: cosa ci faceva il morto lì, perché telefonava alla sua vicina di casa, perché tanto interesse da parte dei vertici della procura nel proteggere l'avvocato e l'onorevole.
Nell'indagine spuntano fuori anche altre connessioni: un'artista col vizio di disegnare angurie; la vicina di casa che si scopre avere avuto nel passato un legame col morto; un'altra amica che somiglia notevolmente a Marylin.
E non c'è solo il lavoro: anche la ex moglie Margherita che lo invischia in una brutta storia di adozioni.
Micuzzi può solo affidarsi a persone fidate: gli ex colleghi della Mobile (gli ispettori Lariccia, Teneriello e Salada e l'agente Della Vedova). Di tutti gli altri dovrà diffidare, perché in questa intricata vicenda dove il caso si è divertito a imbrigliare le carte, nulla è come sembra.
E dove invece si deve imparare ad osservare le persone senza pregiudizi: come fossero soldatini con cui si giocava da bambino. Ma queste sono cose che imparerà solo alla fine.
Un bel giallo, dalla trama quasi fin troppo complessa, che tocca senza invischiarvisi troppo, tanti argomenti: una certa fauna milanese di persone che a torto o a ragione credono di essere al di sopra di tutti: politici, libero imprenditori, avvocati. Le Frodi alla comunità europea, finanziamenti che spariscono in conti esteri. Un breve accenna ad una struttura di potere parallela, che ricorda tanto vecchia loggia P2.
Le vie di Milano, per cui il nostro protagonista si perde.
E infine lui, Sandro Micuzzi. Non particolarmente bello, con la pancia e i capelli non sempre a posto, non particolarmente acculturato e nemmeno troppo amante della tecnologia. Non un gourmet come Montalbano, e con la tendenza a farsi manovrare dalle donne.
E forse proprio per questo, un personaggio con cui entrare subito in sintonia.
Le ultime righe: Omega.
In quell'aria immobile, in quel silenzio che gli faceva fischiare le orecchie, a Micuzzi tornò in mente la canzoncina che da qualche giorno non l'aveva mai abbandonato.
Sola me ne vò per la città.
Declinata al maschile, era la sua canzone.
Micuzzi si passò una mano tra i capelli umidi. Quel caldo mortificante l'avrebbe accompagnato fino a casa, senza sconti. Si riaccese il toscanello ed ebbe nostalgia della pioggia.
Una pioggia battente che gli rinfrescasse i pensieri. E l'aria pesante di Milano.
L'intervista all'autore di Paola Pioppi.
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Technorati: Massimo Cassani
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