Altro che le previsioni di Berlusconi e Tremonti (che mettevano il segno +1 per la crescita del PIL).
Le stime del governo e della Confindustria e dell'Istat hanno il segno meno davanti.
Che vuol dire recessione.
Ma se la crescita è in senso negativo, allora vuol dire che per questo giro saranno i politici a dare indietro le tangenti agli imprenditori corrotti? I soldi dei vitalizi?
No.
Per la casta, le lobby, i poteri forti il tempo segna sempre bello, altro che crescita negativa.
Il Senato ha appena votato contro la decisione della consulta sui doppi incarichi: quelli cui conveniva lasciare la cadrega l'hanno già fatto, gli altri manterranno il doppio ruolo.
Le banche italiane prenderanno 116 miliardi dalla BCE: banche come Unicredit (9 miliardi di perdite e 40 milioni di euro per la buonuscita di Profumo) e MPS (la banca di Mussari, indebitata per 1 miliardo èer un aumento di capitale) e Intesa (9000 esuberi ma 1,3 miliardi di dividenti ai soci).
Per il terzo valico è previsto un finanziamento di 1,2 miliardi dal Cipe (ma per completare l'opera ne serviranno almeno 6,2): per un'opera che porterà qualche chilometro di alta velocità su una linea ferroviaria normale.
Quanti soldi vengono invece stanziati per mettere in sicurezza Genova e la Liguria (già devastate dalle pioggie di ottobre)? No, qui niente segno positivo.
Le stime del governo e della Confindustria e dell'Istat hanno il segno meno davanti.
Che vuol dire recessione.
Ma se la crescita è in senso negativo, allora vuol dire che per questo giro saranno i politici a dare indietro le tangenti agli imprenditori corrotti? I soldi dei vitalizi?
No.
Per la casta, le lobby, i poteri forti il tempo segna sempre bello, altro che crescita negativa.
Il Senato ha appena votato contro la decisione della consulta sui doppi incarichi: quelli cui conveniva lasciare la cadrega l'hanno già fatto, gli altri manterranno il doppio ruolo.
Le banche italiane prenderanno 116 miliardi dalla BCE: banche come Unicredit (9 miliardi di perdite e 40 milioni di euro per la buonuscita di Profumo) e MPS (la banca di Mussari, indebitata per 1 miliardo èer un aumento di capitale) e Intesa (9000 esuberi ma 1,3 miliardi di dividenti ai soci).
Per il terzo valico è previsto un finanziamento di 1,2 miliardi dal Cipe (ma per completare l'opera ne serviranno almeno 6,2): per un'opera che porterà qualche chilometro di alta velocità su una linea ferroviaria normale.
Quanti soldi vengono invece stanziati per mettere in sicurezza Genova e la Liguria (già devastate dalle pioggie di ottobre)? No, qui niente segno positivo.
Dall'articolo "i furbetti genovesi del terzo valico" di Ferruccio Sansa su Il fatto quotidiano
MA A GENOVA è difficile manifestare dubbi come questo. “Il Terzo Valico costa 6,2 miliardi, cioè 115 milioni a chilometro, dieci volte più che in Spagna. Una spesa lievitata dell’800 per cento”, racconta Stefano Lenzi, responsabile relazioni istituzionali del Wwf.
Non solo: c’è la preoccupazione per lo smaltimento delle sostanze estratte dalle montagne nella costruzione della galleria. E ci sono dubbi sulla reale utilità del progetto: l’opera infatti prevede la realizzazione di 53 chilometri di ferrovia, fino a Tortona. Dopo, però, i treni tornerebbero sulla vecchia linea. Ancora: le previsioni di traffico per la linea tra Genova e Milano erano di 5 milioni di teu (l’unità di misura dei container) per il 2006, ma oggi siamo ancora a 1,8 milioni. E la linea attuale ne regge 3 milioni. Infine il nodo della sicurezza ambientale: i materiali di scavo, 800mila metri cubi, dovrebbero essere riversati nella discarica genovese di Scarpino già al collasso. È stato lo stesso Lupi ad avanzare dubbi:
“Visto quello che è appena successo a Genova, mezzo metro di pioggia in quattro ore, credo che questa decisione vada rivista”. Una questione non secondaria. Non è, però, del tutto chiaro nemmeno se la linea sarà utilizzata per le sole merci o per il traffico passeggeri. Dubbi, tanti, che andrebbero chiariti prima di costruire
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