"Io ho salvato Roma", così conclude la sua intervista con Riccardo Iacona trasmessa da Presa diretta (imparino certi altri giornalisti Rai come si fa un'intervista ad un politico) il sindaco di Roma Alemanno.
Ha salvato Roma dal buco finanziario di Veltroni.
Eppure è lo stesso sindaco di Roma in cui è avvenuto lo scandalo della parentopoli dentro l'Atac.
Azienda dei trasporti in cui i bus sono fermi per guasti, senza catene o gomme da neve, e la gente deve aspettare mezz'ora per l'arrivo di un bus alla pensilina.
Lo stesso sindaco che ha messo in piedi il project financing per completare la metrò (colpe pregresse che condivide con Veltroni e Rutelli): un progetto da socialismo alla rovescia.
Lo stato ci mette i soldi (10 miliardi di soldi pubblici per completare la linea C) e il privato (Vianini, le coop, Astaldi) si gode per anni la gestione della linea e si prende pure delle zone di territorio per costruire i soliti quartieroni inurbani.
Questa è l'idea del bene e della gestione del pubblico del "salvatore di Roma".
Che per mettere i conti in ordine potrebbe assumere qualche autista in più, qualche meccanico e comprare qualche pulmann in più.
E anche qualche treno per i pendolari (gli stessi TSR che abbiamo qua in Lombardia, i treni della Ansaldo che col gelo spesso si bloccano).
E magari dismettere la società pubblica "Roma metropolitana", che si sarebbe dovuto occupare della costruzione del metrò e che invece costa 14 milioni di euro di stipendi (3 milioni i soli dirigenti).
Città bloccata da 15-20 cm di neve (non i 70 cm raccontati dal sindaco su La7).
Città oggi alle prese con la criminalità organizzata per il traffico di droga che non è solo la mafia o la ndrangheta, ma anche gruppi criminali di Roma.
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