26 novembre 2013

Report - l'ostaggio

L'arresto di Alma Shalabayeva e della figlia Alua, moglie del dissidente Kazako Ablyazov, per mano della polizia italiana è una brutta pagina della nostra democrazia. La storia raccontata dall'inchiesta di Paolo Mondani per Report racconta tutta la nostra pochezza etica, politica, economica, sociale.

I nostri servizi segreti hanno aiutato Ablyazov a scappare e sfuggure alla rendition chiesta a Scaroni dal dittatore Nazabayev. Cui abbiamo comunque dovuto lasciare la moglie Alma e la bambina Alua (rapita con l'inganno), in modo che il dittatore abbia un arma di ricatto contro l'ex alleato.

Le accuse rivolte alla Shalabayeva erano false, bastava fare dei controlli per capire chi fossero le due donne, che avevano anche altri passaporti e che dunque potevano circolare nell'area Schengem.
L'aereo su cui sono tornate in Kazakistan era un charter di quel paese.

Peccato che la Shalabayeva non fosse a conoscenza del numero di cellulare del ministro della giustizia, forse lei avrebbe fatto qualcosa per liberarla dal Cie di Ponte Galeria.

La storia di questa rendition affonda nei rapporti tra Italia e Kazakistan o, meglio, tra i rapporti tra Berlusconi, l'Eni di Scaroni e il presidente Nursultan Nazarbayev: Mondani ha ricostruito la vicenda delle penali che Eni avrebbe dovuto pagare per un pozzo costruito in ritardo. Penali poi risolte in nulla: Unicredit ha acquistato, negli stessi mesi, una banca di quel paese, la ATF, da una persona considerata vicina al presidente.
La banca ATF è stata pagata per 2,4 miliardi di dollari e rivenduta poco dopo a 850 milioni.
Cosa si nasconde dietro questa supervalutazione, una tangente?
Il presidente Profumo lascia Unicredit, ma rimane nel cda di Eni.

Ha buone amicizie il dittatore Kazako: oltre Berlusconi, anche Prodi e Blair che si è preso per il suo lavoro di lobbista 8 miliardi di dollari. E il giudice che ha condannato Ablyazov in Inghilterra (con le accuse che il Kazakistan ha portato) era il fratello dell'ex premier laburista.

Sovranità limitata, corruzione e anche un pò di vigliaccheria: Alfano si è difeso dicendo di non sapere e a scaricato tutta la colpa sul suo capo di Gabinetto. Unica testa che è caduta.
Lui non sapeva, nessuno gli ha detto nulla al Viminale. E alla fine è pure rimasto al suo posto (grazie al PD che kl'ha salvato, come anche la Cancellieri). L'ambasciatore era di casa, evidentemente, al Viminale.
Ma nemmeno il ministro Bonino ha voluto fare azioni nette, nei confronti di questo ambasciatore: contano anche, ha ammesso il ministro, i dossier sui tavoli. Come quello che parla dei rapporti economici con questo paese riccono di petrolio ma povero.

Perché la ricchezza dell'oro nero è nelle mani, come anche le banche e l'informazione, della famiglia del dittatore.
Che però, come ha spiegato in aula Schifani, non è nemmeno un dittatore, perché l'Italia gli ha concesso diverse riconoscenze.
Così come Napolitano ha dato la croce di gran cavaliere ad Assad.
Anche la commissione diritti umani del parlamento, che è stata in Kazakistan, ha stabilito che non c'è violazione dei diritti umani, una democrazia temperata.

Senza opposizione, dove chi contesta finisce in carcere, sottoposto a torture. Senza una informazione libera. Dove la povera gente è soffocata dai mutui delle banche (nelle mani dei politici del regime), dove vige il culto della persona del leader.
Che razza di idea hanno di democrazia i nostri rappresentanti? Quelli che si sono commossi per lo stato della povera signora Ligresti?

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il 12 luglio scorso il presidente del consiglio Letta, insieme a l ministro Alfano e Cancellieri, proprio loro, hanno ritirato il decreto di espulsione e dichiarato che ce le vogliamo riprendere. Dopodomani il ministro Bonino ripropone la questione in sede europea. Ma chi ha la forza di andare da quel presidente e dire restituiscici gli ostaggi?
Forse Scaroni che lui è più in confidenza, e magari può riportarcele a casa, stavolta sul nuovo aereo magari dell’Eni. Ma Ablyazov quando è scappato da Roma invece dove è andato? A Aix en Provence dove alla fine di agosto è stato arrestato  dal l’autorità francese. Adesso il Kazakistan, Ucraina e Russia hanno chiesto l’estradizione, la Francia deciderà a breve, entro i primi di dicembre. Ma in tutta questa vicenda la cosa più brutta quella che dice Madina, la figlia grande della Shalabayeva , è il modo in cui è stata mandata via la piccola Alua, la polizia avrebbe estrapolato la foto che si trovava sul passaporto della madre, fotocopiata, portata all’ambasciata Kazaka che ha potuto in questo modo costruire un documento di identificazione con la richiesta di espulsione, e con quel documento la polizia ha potuto e spellerla. Noi sappiamo bene che in tutto il mondo le relazioni, gli interesse economici, scavalca no i diritti, però c’è un confine che non andrebbe barattato, altrimenti ti esponi al ricatto di qualunque brigante. É una questione di dignità, è una questione di onore.

Il link per rivedere la puntata e il PDF con la trascrizione.

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