13 marzo 2015

A tutto campo

Leggendo le home dei quotidiani online, vengono le vertigini
Renzi ha discusso in CDM della riforma della scuola: quella coi presidi manager con gli stessi poteri del sindaco (o del presidente del consiglio). Quella anche delle graduatorie dei precari da assumere e dei soldi alle scuole private.
Al consiglio dei ministri si è discusso anche della riforma della Rai: via i partiti dalla Rai. Infatti l'AD sarà nominato direttamente dal governo.
Oggi è andato a visitare i cantieri di Expo, quelli pronti al 20%: dice Repubblica che c'è stato anche tempo per scattarsi qualche selfie.
Poi c'è la conferenza in Egitto, la conferenza economica Masr Mustaqbal, per fare da paciere in Libia e rafforzare l'asse con Mosca.

Turbo Renzi che non si ferma mai, perché non si può perdere tempo nel fare le riforme, altrimenti si rischia la palude.
Togliere l'articolo 18 è riforma. Nominare il direttore della Rai è riforma. Togliere il Senato elettivo è riforma. 
Però togliere la doppia carica, per incompatibilità, per quei politici che sono anche presidenti degli ordini (come ha proposto il magistrato Cantone), non si può fare.
La deputata democratica Lenzi teme il "rischio di una deriva".
Certo non la deriva autoritaria, quella che temono i costituzionalisti per il combinato disposto di Italicum e riforme costituzionali.

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