14 marzo 2015

Una città, un bar, un professore e la malattia del calcio

Fabio Caressa, Maurizio De Giovanni e Caterina Balivo



Metti una sera a Milano: metti di incontrare uno dei più importanti scrittori napoletani, quel Maurizio de Giovanni che abbiamo apprezzato per le storie del commissario Ricciardi. Metti che a fianco dello scrittore siedano Caterina Balivo, volto televisivo della Rai, e il giornalista sportivo Fabio Caressa.
Di che si parlerebbe?
Di calcio ovviamente.
Anzi, della malattia del calcio, che altrimenti non si potrebbe chiamare tifo.
L'ultimo romanzo di De Giovanni è stato presentato alla Rizzoli di Milano e si intitola “Il resto della settimana”. Sono i giorni in cui non si si giocano partite ma che separano una domenica dall'altra. Sono i giorni in cui si parla di calcio, specie in quel bar di Napoli dove è ambientato il romanzo.
Il bar di Peppe è il luogo della storia e un vecchio professore è il suo protagonista: prima di congedarsi dal lavoro, per ritirarsi in pensione, ha deciso di scrivere un libro. Di che parlare però?
Di calcio ovviamente.
E Napoli è la città giusta per questo. Ecco, l'altra sera si doveva parlare del libro, ma alla fine si è parlato quasi esclusivamente della passione calcistica dello scrittore partenopeo: il tifo per il Napoli e l'amore per Maradona. Il calciatore che sapeva giocare coi tre tocchi e al terzo tirava fuori l'invenzione.
Altro calcio, quello. Lo scudetto del Napoli, la città in festa, gente che si ritrovò in mutande a Sorrento dopo la notte dei festeggiamenti, senza sapere come e perché.
Maradona l'idolo, il leader, amato dai tifosi ma anche dai compagni di spogliatoio.
E non importa quello che ha fatto dopo. Per Di Giovanni il tifoso si deve fermare a quello che fatto in campo. Tifoso cui è meglio non nominare la parola Juventus (una parolaccia, ci sono i bambini).
Il resto della settimana” è un romanzo brillante sulla passione calcistica, con dentro tanti personaggi e tante storie. Un romanzo su Napoli, sui suoi vicoli, sulle sue luci e sulle zone scure: Napoli la città che non ha zone in penombra.
Storie raccontate con la solita verve e con l'umorismo tipico napoletano di De Giovanni. Niente morti, niente misteri. Se non il mistero del calcio: perché i giocatori del Napoli non sono proprio degli Adoni? Esiste una loggia segreta capeggiata da un grande vecchio, che fa perdere le partite al Napoli? Come mai le vittorie calcistiche del calcio Napoli si susseguono con ritmo giubilare, ogni 25 anni circa?.
Misteri …..

Culmine della presentazione la lettura di un brano, in cui campeggia la procace figura di Titti love, stretta nel suo reggipetto che regalava al pubblico televisivo (a alle persone nello studio televisivo) la sua quarta misura.

Buona lettura!!
La scheda del libro sul sito di Rizzoli.

I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.

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