Le stesse persone che ieri consideravano le primarie come uno strumento fondamentale della politica (la partecipazione, ascoltare la voce dei cittadini) oggi sposano la linea dell'astensionismo nei confronti del referendum prossimo del 17 aprile.
Il tema sono le concessioni (facili) e le proroghe sulle trivelle.
Referendum inutile, costoso, una perdita di tempo e risorse, dicono i vice segretari dem.
Sui costi sarebbe bastato unire referendum alle consultazioni elettorali.
Sui posti di lavoro meglio sorvolare (sono quelli che prevedevamo mirabilie per Expo e ora si preoccupano della possibile perdita se non si rinnovano le consessioni ...?).
Se fosse inutile, allora perché non si rivedono le norme dello sblocca Italia che sono contestate?
E allora tutti al mare: d'altronde, avendo spodestato dal pantheon Berlinguer e Gramsci, per portarci dentro Craxi e Happy days, è chiaro che gli slogan e gli atteggiamenti del peggior craxsismo dovessero entrare nel sangue dei giovani leader PD.
Nella scia degli attacchi ai sindacati, ai professori, ai giornalisti giornalisti e a tutti coloro che non si allineano.
Che poi, se uno si volesse preoccupare veramente dei costi (del referendum), potrebbe cominciare dai costi delle opere pubbliche, su cui pesa la tassa della corruzione.
Magari chiedendo a Verdini, fresco condannato (ma vale la presunzione di innocenza).
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