Piatto forte della prima puntata di
Report, l'inchiesta su Confindustria e a seguire un servizio sulle
diete fai da te.
Confindustria, la quinta carica dello
stato, 150mila imprese che versano 500 ml di euro. Di Confindustria è
l'università Luiss, Il sole 24 ore e un centro studi con cui
combatte le ottusità dello Stato.
Come li sceglie i suoi dirigenti
Confindustria?
Il presidente di Confindustria giovani
Veneto, è figlio d'arte: papà è il Riello costruisce
climatizzatori.
Essere figlio di papà è la regola:
Fossa, Pininfarina, Abete, Marcegaglia, Bonfiglioli, Colaninno.
La meritocrazia cozza un po' col
familismo? Secondo Squinzi non è così, avere a fianco il figlio è
un vantaggio. Prima viene il rapporto di parentela poi il merito? Il
figlio è qualificato, garantisce l'ex presidente per il figlio che
ha un posto in Federchimica.
Una delle 130 sotto associazioni che
fanno parte dell'associazione.
Quanto costa l'associazione?
Non è facile sapere quanto paga un
imprenditore: Pigna paga 200mila euro l'anno; alla Ducati non danno i
dati e non li danno nemmeno a Unindustria, stesso discorso alla
Camera di commercio.
Le quote si negoziano, non esiste una
regola basata su fatturato e dipendenti: alla Bosh pagano 50mila euro
per 1300 dipendenti. Della Valle paga 40mila euro , Barilla paga
invece 1ml di euro.
La vicepresidente Mansi spiega
che decidono gli imprenditori del territorio, dopo una riunione:
peccato che non avendo un bilancio pubblico (la trasparenza!), non è
facile capire come stanno le cose.
L'AD di Ducati non sapeva che il
bilancio delle Confindustrie non fosse pubblico: in realtà non lo sa
nessuno, nemmeno in Federchimica, dove non c'è traccia di bilanci
sul sito.
Stesso discorso sui siti delle
associazioni, niente traccia dei bilanci: l'ex presidente Squinzi
stima un bilancio totale in 500ml di euro, ma “è difficile fare
un bilancio consolidato”.
Il vicepresidente Mansi a Roma ha fatto
vedere il bilancio, un po' di sfuggita, a Bernardo Iovene: “gliel'ho
fatto vedere in estrema trasparenza!”.
Non c'è obbligo, chiaramente, come non
c'era obbligo nemmeno per i sindacati, se per quello.
Peccato che in Francia, per la Medef,
il bilancio sia pubblico e viene consegnato al giornalista senza
problemi.
Non tornano i conti all'Aquila,
sui fondi raccolti dagli imprenditori dopo il terremoto: il
condirettore dell'epoca non ne sapeva nulla, nemmeno l'attuale vice
presidente ..
La dottoressa Iannella, che ne aveva
chiesto conto, di quei soldi, è stata espulsa dall'associazione:
aveva chiesto una rendicontazione dei soldi, che forse si sono persi.
In Confindustria ci sono anche
società pubbliche, come Eni e Enel, e ci sono dentro anche delle
ASL, dunque è anche roba nostra: dobbiamo pretendere trasparenza da
questa associazione, dove gli incarichi sono gratuiti ma sono un
trampolino per avere accesso al potere.
Ma cosa fa concretamente
Confindustria?
FCA è uscita da Confindustria nel
2012, dopo l'ha seguita il gruppo Morellato: non ha più la funzione
che serve alle imprese, il lavoro di lobby lo si fa a Bruxelles.
Anche Finmeccanica ci sta pensando:
Confindustria è costosa è non da servizi di pregio, dice Moretti.
Nel 2014 hanno speso 4,9 ml di euro: vorrebbero pagare il giusto
prezzo, per rimanere, ma hanno bisogno di servizi di assistenza
migliori, nei rapporti coi sindacati e con le istituzioni.
Anche Barilla regala 1 ml di
euro l'anno, senza avere servizi in cambio: più l'impresa è grande
più i servizi sono già presenti nelle aziende stesse, dicono.
La realtà è che Confindustria aiuta
le imprese di persone con un piede già dentro, ci sono anche aziende
che la contrattazione la fa al suo interno senza nessuna
intermediazione, come alla Bosh.
Alla Saeco sono andati a
trattare direttamente col sindacato, dopo l'arrivo della Philips: ha
fatto ben poco per essere coinvolta, dicono i sindacalisti.
Le aziende che escono
dall'associazione, trovano i suoi servizi sul mercato, dice
Morellato.
Esistono anche dei conflitti: in
Confindustria ci sono imprese e anche fornitori di servizi come Enel
ed Eni. Forniscono energia alle imprese e siede allo stesso tavolo di
aziende che comprano energia.
Di chi fa gli interessi Confindustria,
allora?
Agnelli, presidente di Confimi,
racconta del problema della convivenza tra aziende private e
pubbliche: cosa che ultimamente accade molto di rado: aziende
pubbliche e private hanno interessi diversi tra loro.
Queste le quote versate:
Eni versa 7ml di euro.
Enel 2,3
Finmecannima 4
Poste 4,8
Perché pagano, visto che sono
pubbliche e non si va a rinnovo del contratto?
E, poi ancora:
Ferrovie (ma il dato è di Moretti e non dell'azienda) 4ml
Fincantieri ?
Terna ?
Rai 900mila euro
Acea ?
Hera ?
A2A 540mila euro
Ma il 90% delle entrate arriva dalle
piccole imprese, che più delle altre avrebbero bisogno dei
servizi dell'associazione: ma succede che più paghi e più sei
grande più conti. Così si dice che alle ultime elezioni del
presidente abbiamo pesato più Eni e Poste.
E poi trovi in Confindustria chi non
dovresti trovare.
Le banche non te le aspetti
dentro: eppure Unicredit è dentro Confindustria, anche se rispondono
che non è vero.
Il 27 febbraio, al Giubileo di
Confindustria erano tutti lì seduti: Ghizzoni, Squinzi, Bracco.
Un'iniziativa di Eni e Unicredit, si
difende la dottoressa Mansi: eppure anche il papa aveva capito che
Ghizzoni e Squinzi facessero parte della stessa associazione. E
infatti Unicredit è iscritta all'associazione di Genova e Roma,
assieme a Carige.
Anomala, come situazione: visto che le
banche erogano il credito alle imprese stesse.
Questo pensa l'AD di Pigna, che
racconta come l'accesso al credito sia un problema delle imprese, che
arriva solo tramite un sistema di relazioni, non in base alla bontà
dell'impresa.
Stessa opinione di Barilla: la
presenza delle banche è un conflitto.
A Genova nell'associazione si trova
anche l'ASL più grande, per avere i servizi di formazione e
anti-infortunistica.
Peccato che sia la ASL che dovrebbe
certificare questi servizi di Confindustria!
C'è il caso dell'ospedale Galliera,
iscritto a Confindustria, che seguiva corsi professionali da
Confindustria. Eppure parliamo di una società pubblica, che non
dovrebbe fare profit.
Uno scambio, una collaborazione, un
percorso comune .. Così hanno cercato di giustificarsi dentro
l'associazione territoriale: l'impressione è che si voglia far
entrare il privato dentro una struttura pubblica.
A Bologna invece una Onlus è
iscritta a Confindustria: altra discrepanza, difficilmente
spiegabile.
Pagano 7000 euro l'anno, per avere
servizi da profit, anche se si parla di Onlus.
Forse invece è solo un discorso di
relazioni..
Le strategie di Confindustria.
A Roma si decidono tutte le strategie:
il costo della struttura varia, da 40 a 70 ml di euro.
Costo del personale, per le persone che
pensano, che poi espongono i loro lavori ai politici: il jobs act,
l'IRAP …
Eppure ci sono settori che sono
dimenticati, come l'alimentare, si lamenta Barilla.
Il programma dei candidati non è
divulgabile e questo è antidemocratico: si lavora per relazioni,
racconta Moretti.
A Venezia, il presidente Marchi
è stato dichiarato ineleggibile perché dopo l'accordo ha informato
la stampa: ai vertici locali e nazionali dell'associazione non è
piaciuto.
Si dovrebbe evitare di creare dei
professionisti dell'associazionismo, che si dimenticano poi degli
obiettivi primari di fare impresa – chiudeva Marchi.
La questione morale in
Confindustria.
Partiamo dallo scandalo Montante,
vicepresidente di Confindustria, è oggi indagato per concorso
esterno in mafia, avendo pure la delega alla legalità.
Sarebbe la solita antimafia di
facciata: nonostante le accuse è ancora vicepresidente, non è stato
cacciato né ha perso le deleghe.
Marco Venturi, presidente
dell'associazione in centro Sicilia, per avere chiesto un passo
indietro a Montante, è stato convocato dai probiviri e ha subito un
processo “kafkiano”. Ha anticipato l'espulsione, che sarebbe
arrivata, per la sua colpa di aver parlato ai giornali.
Venturi è uscito da Confindustria con
la sua azienda, mentre Montante è rimasto al suo posto.
Altra grana è quella di Gemelli,
commissario nell'associazione di Ragusa, il findanzato dell'ex
ministro Guidi.
Diana Bracco, vicepresidente, è
stata rinviato a giudizio per evasione fiscale: “un caso assurdo”
sostiene Squinzi che la difende.
Eppure l'etica viene insegnata ai
giovani industriali: l'attuale presidente dei giovani non
vorrebbe avere a fianco un imprenditore indagato e sotto processo.
Confindustria non si assume le sue
responsabilità, spiega l'ex DG Cipolletta.
Come nel caso De Lorenzo: la Honda
aveva denunciato il presidente territoriale di Chieti (per delle
irregolarità), passando attraverso Confindustria.
L'associazione ha scelto di difendere
Di Lorenzo e Honda a quel punto è uscita dall'associazione e ora sta
delocalizzando.
MILENA GABANELLI IN STUDIOQuesta è l’eredità per il nuovo presidente designato Vincenzo Boccia, e speriamo che nessuno la faccia pagare al giovane Riello per avere avuto il coraggio di dire quello che pensa. Allora, tornando al nuovo presidente che è stato designato anche con ilpeso delle federazioni, una delle più importanti: Federacciai. Allora, a febbraio le aziende siderurgiche di tutta Europa hanno manifestato a Bruxelles contro l’invasione dell’acciaio cinese in Europa sotto costo che le metterebbe in ginocchio e quindi anche la nostra Ilva. A rappresentare gli l’Italia, Federacciai che vuole una regolamentazione. Bene, il presidente di Federacciai è Antonio Gozzi che è amministratore delegato della Duferco, un grande gruppo posseduto al 51% dallo stato cinese. Allora, Gozzi sarà naturalmente bravissimo, ma farà i nostri interessi o quelli di chi gli paga lo stipendio?Ecco, questo è un dubbio che sarebbe meglio non ci avere. Poi per altre questioni è indagato per corruzione internazionale a Bruxelles. Andiamo avanti. Aiscat e Assoaeroporti: presidente Fabrizio Palenzona, che è anche presidente della societàAeroporti di Roma, è nella giunta di Confindustria Roma, è vicepresidente di UniCredit, è dentro il cda dell’Abi, poi dicono che le banche stan fuori. Ora tutti questi suoi intrecci fanno bene al sistema? Lo migliorano?
Quindi, Confindustria digitale che rappresentata da Ibm a Microsoft, da Google ad Aruba, a tutta la Assotelecomunicazioni: un settore strategico. Il presidente è l’ingegnere Elio Catania. Ricordiamo il suo passaggio in Ferrovie dove ha lasciato il buco che ha trovato e il non memorabile transito nell’azienda trasporti milanese; è rinviato a giudizio per insider trading, ed è stato sospeso per due mesiinterdetto dalla Consob dai pubblici uffici. Ma Confindustria digitale è un’associazione privata.Allora, da quello che abbiamo visto e capito è che l’apparato fa quadrato attorno agli uomini d’apparato. Che cosa vuol dire essere uomini d’apparato? Vuol dire crescerci dentro: il nuovo presidente Boccia, che come imprenditore stampa le figurine Panini, i cataloghi Ikea e le etichette di una nota acqua minerale, lui ha cominciato da piccolo: bene, come presidente dei giovani industriali di Salerno, poi della Campania, poi vice Confindustria nazionale giovani... insomma, tutta questa roba qua. Non è che si può proprio dire che sia l’uomo della svolta, ma magari, magari, ci sorprende… Bene, in conclusione, a tutti gli associati è detto senza ironia e pregiudizio, i migliori auguri.
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Mi raccomando, siate umani