04 aprile 2016

Report – padroni si nasce

Piatto forte della prima puntata di Report, l'inchiesta su Confindustria e a seguire un servizio sulle diete fai da te.
Confindustria, la quinta carica dello stato, 150mila imprese che versano 500 ml di euro. Di Confindustria è l'università Luiss, Il sole 24 ore e un centro studi con cui combatte le ottusità dello Stato.

Come li sceglie i suoi dirigenti Confindustria?
Il presidente di Confindustria giovani Veneto, è figlio d'arte: papà è il Riello costruisce climatizzatori.
Essere figlio di papà è la regola: Fossa, Pininfarina, Abete, Marcegaglia, Bonfiglioli, Colaninno.
La meritocrazia cozza un po' col familismo? Secondo Squinzi non è così, avere a fianco il figlio è un vantaggio. Prima viene il rapporto di parentela poi il merito? Il figlio è qualificato, garantisce l'ex presidente per il figlio che ha un posto in Federchimica.
Una delle 130 sotto associazioni che fanno parte dell'associazione.

Quanto costa l'associazione?
Non è facile sapere quanto paga un imprenditore: Pigna paga 200mila euro l'anno; alla Ducati non danno i dati e non li danno nemmeno a Unindustria, stesso discorso alla Camera di commercio.
Le quote si negoziano, non esiste una regola basata su fatturato e dipendenti: alla Bosh pagano 50mila euro per 1300 dipendenti. Della Valle paga 40mila euro , Barilla paga invece 1ml di euro.

La vicepresidente Mansi spiega che decidono gli imprenditori del territorio, dopo una riunione: peccato che non avendo un bilancio pubblico (la trasparenza!), non è facile capire come stanno le cose.
L'AD di Ducati non sapeva che il bilancio delle Confindustrie non fosse pubblico: in realtà non lo sa nessuno, nemmeno in Federchimica, dove non c'è traccia di bilanci sul sito.
Stesso discorso sui siti delle associazioni, niente traccia dei bilanci: l'ex presidente Squinzi stima un bilancio totale in 500ml di euro, ma “è difficile fare un bilancio consolidato”.

Il vicepresidente Mansi a Roma ha fatto vedere il bilancio, un po' di sfuggita, a Bernardo Iovene: “gliel'ho fatto vedere in estrema trasparenza!”.
Non c'è obbligo, chiaramente, come non c'era obbligo nemmeno per i sindacati, se per quello.
Peccato che in Francia, per la Medef, il bilancio sia pubblico e viene consegnato al giornalista senza problemi.

Non tornano i conti all'Aquila, sui fondi raccolti dagli imprenditori dopo il terremoto: il condirettore dell'epoca non ne sapeva nulla, nemmeno l'attuale vice presidente ..
La dottoressa Iannella, che ne aveva chiesto conto, di quei soldi, è stata espulsa dall'associazione: aveva chiesto una rendicontazione dei soldi, che forse si sono persi.

In Confindustria ci sono anche società pubbliche, come Eni e Enel, e ci sono dentro anche delle ASL, dunque è anche roba nostra: dobbiamo pretendere trasparenza da questa associazione, dove gli incarichi sono gratuiti ma sono un trampolino per avere accesso al potere.

Ma cosa fa concretamente Confindustria?
FCA è uscita da Confindustria nel 2012, dopo l'ha seguita il gruppo Morellato: non ha più la funzione che serve alle imprese, il lavoro di lobby lo si fa a Bruxelles.
Anche Finmeccanica ci sta pensando: Confindustria è costosa è non da servizi di pregio, dice Moretti. Nel 2014 hanno speso 4,9 ml di euro: vorrebbero pagare il giusto prezzo, per rimanere, ma hanno bisogno di servizi di assistenza migliori, nei rapporti coi sindacati e con le istituzioni.
Anche Barilla regala 1 ml di euro l'anno, senza avere servizi in cambio: più l'impresa è grande più i servizi sono già presenti nelle aziende stesse, dicono.
La realtà è che Confindustria aiuta le imprese di persone con un piede già dentro, ci sono anche aziende che la contrattazione la fa al suo interno senza nessuna intermediazione, come alla Bosh.
Alla Saeco sono andati a trattare direttamente col sindacato, dopo l'arrivo della Philips: ha fatto ben poco per essere coinvolta, dicono i sindacalisti.

Le aziende che escono dall'associazione, trovano i suoi servizi sul mercato, dice Morellato.
Esistono anche dei conflitti: in Confindustria ci sono imprese e anche fornitori di servizi come Enel ed Eni. Forniscono energia alle imprese e siede allo stesso tavolo di aziende che comprano energia.
Di chi fa gli interessi Confindustria, allora?

Agnelli, presidente di Confimi, racconta del problema della convivenza tra aziende private e pubbliche: cosa che ultimamente accade molto di rado: aziende pubbliche e private hanno interessi diversi tra loro.

Queste le quote versate:
Eni versa 7ml di euro.
Enel 2,3
Finmecannima 4
Poste 4,8

Perché pagano, visto che sono pubbliche e non si va a rinnovo del contratto?


E, poi ancora:
Ferrovie (ma il dato è di Moretti e non dell'azienda) 4ml
Fincantieri ?
Terna ?
Rai 900mila euro
Acea ?
Hera ?
A2A 540mila euro

Ma il 90% delle entrate arriva dalle piccole imprese, che più delle altre avrebbero bisogno dei servizi dell'associazione: ma succede che più paghi e più sei grande più conti. Così si dice che alle ultime elezioni del presidente abbiamo pesato più Eni e Poste.

E poi trovi in Confindustria chi non dovresti trovare.
Le banche non te le aspetti dentro: eppure Unicredit è dentro Confindustria, anche se rispondono che non è vero.
Il 27 febbraio, al Giubileo di Confindustria erano tutti lì seduti: Ghizzoni, Squinzi, Bracco.
Un'iniziativa di Eni e Unicredit, si difende la dottoressa Mansi: eppure anche il papa aveva capito che Ghizzoni e Squinzi facessero parte della stessa associazione. E infatti Unicredit è iscritta all'associazione di Genova e Roma, assieme a Carige.
Anomala, come situazione: visto che le banche erogano il credito alle imprese stesse.

Questo pensa l'AD di Pigna, che racconta come l'accesso al credito sia un problema delle imprese, che arriva solo tramite un sistema di relazioni, non in base alla bontà dell'impresa.
Stessa opinione di Barilla: la presenza delle banche è un conflitto.

A Genova nell'associazione si trova anche l'ASL più grande, per avere i servizi di formazione e anti-infortunistica.
Peccato che sia la ASL che dovrebbe certificare questi servizi di Confindustria!
C'è il caso dell'ospedale Galliera, iscritto a Confindustria, che seguiva corsi professionali da Confindustria. Eppure parliamo di una società pubblica, che non dovrebbe fare profit.
Uno scambio, una collaborazione, un percorso comune .. Così hanno cercato di giustificarsi dentro l'associazione territoriale: l'impressione è che si voglia far entrare il privato dentro una struttura pubblica.

A Bologna invece una Onlus è iscritta a Confindustria: altra discrepanza, difficilmente spiegabile.
Pagano 7000 euro l'anno, per avere servizi da profit, anche se si parla di Onlus.
Forse invece è solo un discorso di relazioni..

Le strategie di Confindustria.
A Roma si decidono tutte le strategie: il costo della struttura varia, da 40 a 70 ml di euro.
Costo del personale, per le persone che pensano, che poi espongono i loro lavori ai politici: il jobs act, l'IRAP …
Eppure ci sono settori che sono dimenticati, come l'alimentare, si lamenta Barilla.
Il programma dei candidati non è divulgabile e questo è antidemocratico: si lavora per relazioni, racconta Moretti.
A Venezia, il presidente Marchi è stato dichiarato ineleggibile perché dopo l'accordo ha informato la stampa: ai vertici locali e nazionali dell'associazione non è piaciuto.
Si dovrebbe evitare di creare dei professionisti dell'associazionismo, che si dimenticano poi degli obiettivi primari di fare impresa – chiudeva Marchi.

La questione morale in Confindustria.
Partiamo dallo scandalo Montante, vicepresidente di Confindustria, è oggi indagato per concorso esterno in mafia, avendo pure la delega alla legalità.
Sarebbe la solita antimafia di facciata: nonostante le accuse è ancora vicepresidente, non è stato cacciato né ha perso le deleghe.

Marco Venturi, presidente dell'associazione in centro Sicilia, per avere chiesto un passo indietro a Montante, è stato convocato dai probiviri e ha subito un processo “kafkiano”. Ha anticipato l'espulsione, che sarebbe arrivata, per la sua colpa di aver parlato ai giornali.
Venturi è uscito da Confindustria con la sua azienda, mentre Montante è rimasto al suo posto.

Altra grana è quella di Gemelli, commissario nell'associazione di Ragusa, il findanzato dell'ex ministro Guidi.
Diana Bracco, vicepresidente, è stata rinviato a giudizio per evasione fiscale: “un caso assurdo” sostiene Squinzi che la difende.

Eppure l'etica viene insegnata ai giovani industriali: l'attuale presidente dei giovani non vorrebbe avere a fianco un imprenditore indagato e sotto processo.
Confindustria non si assume le sue responsabilità, spiega l'ex DG Cipolletta.

Come nel caso De Lorenzo: la Honda aveva denunciato il presidente territoriale di Chieti (per delle irregolarità), passando attraverso Confindustria.
L'associazione ha scelto di difendere Di Lorenzo e Honda a quel punto è uscita dall'associazione e ora sta delocalizzando.
MILENA GABANELLI IN STUDIOQuesta è l’eredità per il nuovo presidente designato Vincenzo Boccia, e speriamo che nessuno la faccia pagare al giovane Riello per avere avuto il coraggio di dire quello che pensa. Allora, tornando al nuovo presidente che è stato designato anche con ilpeso delle federazioni, una delle più importanti: Federacciai. Allora, a febbraio le aziende siderurgiche di tutta Europa hanno manifestato a Bruxelles contro l’invasione dell’acciaio cinese in Europa sotto costo che le metterebbe in ginocchio e quindi anche la nostra Ilva. A rappresentare gli l’Italia, Federacciai che vuole una regolamentazione.  Bene, il presidente di Federacciai è Antonio Gozzi che è amministratore delegato della Duferco, un grande gruppo posseduto al 51% dallo stato cinese. Allora, Gozzi sarà naturalmente bravissimo, ma farà i nostri interessi o quelli di chi gli paga lo stipendio?Ecco, questo è un dubbio che sarebbe meglio non ci avere. Poi per altre questioni è indagato per corruzione internazionale a Bruxelles. Andiamo avanti. Aiscat e Assoaeroporti: presidente Fabrizio Palenzona, che è anche presidente della societàAeroporti di Roma, è nella giunta di Confindustria Roma, è vicepresidente di UniCredit, è dentro il cda dell’Abi, poi dicono che le banche stan fuori. Ora tutti questi suoi intrecci fanno bene al sistema? Lo migliorano?
Quindi, Confindustria digitale che rappresentata da Ibm a Microsoft, da Google ad Aruba, a tutta la Assotelecomunicazioni: un settore strategico. Il presidente è l’ingegnere Elio Catania. Ricordiamo il suo passaggio in Ferrovie dove ha lasciato il buco che ha trovato e il non memorabile transito nell’azienda trasporti milanese; è rinviato a giudizio per insider trading, ed è stato sospeso per due mesiinterdetto dalla Consob dai pubblici uffici. Ma Confindustria digitale è un’associazione privata.Allora, da quello che abbiamo visto e capito è che l’apparato fa quadrato attorno agli uomini d’apparato. Che cosa vuol dire essere uomini d’apparato? Vuol dire crescerci dentro: il nuovo presidente Boccia, che come imprenditore stampa le figurine Panini, i cataloghi Ikea e le etichette di una nota acqua minerale, lui ha cominciato da piccolo: bene, come presidente dei giovani industriali di Salerno, poi della Campania, poi vice Confindustria nazionale giovani... insomma, tutta questa roba qua. Non è che si può proprio dire che sia l’uomo della svolta, ma magari, magari, ci sorprende… Bene, in conclusione, a tutti gli associati è detto senza ironia e pregiudizio, i migliori auguri. 
Qui potete scaricare il pdf con la trascrizione del servizio.

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