28 agosto 2016

In assenza di vere notizie (le polemiche d'estate)


Prima della scossa di terremoto del 24 agosto, in assenza di notizie vere o, più verosimilmente, nel non volerne vedere, quest'estate abbiamo assistito a polemiche pretestuose, superficiali, da bar di paese.

La questione del burkini.
La vignetta sulla Boschi.
E poi, le solite promesse sulle tasse da abbassare.
Le sventure previste per l'Italia se non passasse la riforma costituzionale voluta dal governo.

Partiamo dal burkini: non pensavo fosse possibile che tante persone che ritenevo di sinistra, difendessero "il diritto di indossare un abito".
Come se le donne musulmane fossero veramente libere nel vestirsi come vogliono, come se il burka o il burkini in spiaggia fosse una libera scelta come quella delle suore, come ha voluto far intendere l'imam di Firenze col suo post su FB.

Dimenticantosi che le suore sono spose a Dio, mentre le donne musulmane sono spose al limite ad un uomo e basta.
Come se dietro non ci fosse una questione a monte più importante: perché solo le donne devono nascondere il proprio corpo?
Perché in questa religione è amessa la poligamia e non il contrario, una donna con molti mariti?

La nostra Costituzione non ammette che ci siano discriminazioni per credo politico, per religione o sesso.
Quello che i sostenitori del burkini (e dei matrimoni combinati, e delle donne recluse in casa, e del velo integrale) richiedono non è allora contro la nostra Costituzione?

I difensori del velo e costume integrale sostengono che non si può imporre un divieto (come successo in Francia con una legge poi sospesa) alle donne sul modo di vestirsi. Che non si può imporre loro di scoprire le gambe.
Mentre invece si può accettare che una religione lo imponga.

Cosa direbbero queste persone, che magari si ritengono liberali e democratici, trovandosi di fronte una persona col passamontagna, vestita di nero, in metropolitana, alla stazione del treni, dentro un locale pubblico?


Sempre sul corpo delle donne, la polemica (sui social) la polemica per la vignetta di Mannelli, protagonista il ministro Boschi con la scritta "lo stato delle cosce". L'immagine era tratta da una foto vera del ministro, la battuta, forse non riuscita, intendeva dire che dietro la riforma, solo la bella immagine. E le tante gaffe del ministro, a cominciare da quella sui partigiani veri che votano sì al referendum.
Un po' come la caratterizzazione che ne aveva fatto due anni fa Virginia Raffaele, col suo "shaba". Anche allora polemiche, accuse.
Quell'imitazione non ebbe seguito da parte della Raffaele, che però può prendersi beffe di Belen (e di Donatella Versace), senza che questo susciti troppe polemiche.


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