12 settembre 2016

Il nostro futuro: le pensioni e la guerra all'Isis a Presa diretta (parte seconda)

Secondo argomento della puntata, il futuro delle nostre pensioni: cosa possiamo fare per rendere il sistema pensionistico sostenibile per i conti e come renderlo più equo nei confronti dei futuri pensionati.  
Sui giornali di questi giorni è uscita la proposta di rivedere il sistema delle pensioni, per consentire un'uscita anticipata dal mondo del lavoro (APE: anticipo pensionistico).
La proposta, già uscita sui giornali, sarà spiegata dal sottosegretario Nannicini: "Anticipo pensionistico gratis per i disoccupati. Costerà 50 euro al mese a chi ha assegno da mille euro".

Riccardo Iacona ha intervistato anche il presidente dell'Inps Tito Boeri che ha affrontato l'argomento delicato dei vitalizi e di quei trattamenti pensionistici che stanno mandando in crisi i conti dell'Inps (e di riflesso dello Stato italiano): "Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici o hanno dei vitalizi come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificate alla luce dei contributi che hanno versato in passato".

Ogni volta che si sente parlare di modificare o togliere il sistema dei vitalizi (che per i parlamentari di questa legislatura non varrà più) si sente rispondere che sono diritti acquisiti, che non si possono toccare.
Ma ci si dovrebbe preoccupare anche dei diritti futuri di quanti sono entrati nel mondo del lavoro da poco (e di quelli che dovranno entrare poi): che pensioni si devono aspettare queste persone?

L'anticipazione del servizio, nell'articolo del Fatto Quotidiano:
L’Inps non fallirà, il problema dell’Italia non è la sostenibilità del sistema previdenziale. Piuttosto l’equità, con pensioni e vitalizi – come quelli dei politici – ingiustificati. A dirlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri, intervistato da Presadiretta, il programma di Rai3, nella puntata che andrà in onda domani, 12 settembre. “Il problema vero che noi abbiamo oggi in Italia – dice Boeri – è quello dell’equità e non quello della sostenibilità finanziaria del nostro sistema pensionistico”. Per il presidente dell’Inps “ci sono delle persone che hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificate alla luce dei contributi che hanno versato in passato”. Un “trattamento privilegiato” che è stato “concesso per tanti anni” e sul quale Boeri si batte sin dal suo insediamento alla guida dell’Inps. Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni, dice, “non è il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo alleggerire i conti previdenziali?”. Intervenendo in questo senso sarebbe possibile ”fare qualche operazione di redistribuzione”. Per esempio, spiega Boeri, potrebbero essere aiutate persone che ”sono nella fascia di età prima della pensione, che sono in condizione di povertà. Oppure potremmo concedere maggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico”. Sono tutte operazioni che, secondo il presidente, “si possono fare in questo ambito”.
Il presidente dell’Inps non nasconde le difficoltà economiche ma precisa che “se c’è qualcosa di cui le persone si devono preoccupare non sono i conti dell’Inps ma sono i conti dello Stato italiano, il debito pubblico”. Boeri precisa che “poniamo pure che l’Inps fallisse, e non fallirà vi assicuro, però ci sarà sempre lo Stato italiano”. A incidere negativamente sui conti dell’istituto sono anche le truffe messe in campo, attraverso il sistema dei falsi lavoratori. Boeri ricorda che nel 2015 sono state scoperte 30mila posizioni di questo tipo. “Viene fuori una cifra di 150 milioni di prestazioni che noi avremmo erogato indebitamente, quindi sprecando delle risorse pubbliche”. Con il nuovo sistema di vigilanza le truffe vengono ”scoperte in tempo reale” evitando di erogare risorse ai truffatori di professione, un sistema di controllo che prima dell’arrivo di Boeri ”non veniva fatto in modo sistematico”.
Nelle operazioni di vigilanza dell’Inps, intanto, emerge che i “furbetti” sono concentrati in alcune regioni. “La Campania innanzitutto, poi l’Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, tre quarti del fenomeno è in queste quattro regioni”. I tentativi di ingannare l’istituto, spiega Boeri, sono legati anche agli incentivi contributivi del Jobs Act. “Abbiamo scoperto che ci sono delle aziende che hanno licenziato, e poi riassunto, il lavoratore con dei contratti a tempo indeterminato, hanno fatto domanda per l’esonero contributivo”. In questi casi, secondo il presidente, “abbiamo stimato di esser riusciti a recuperare circa 600 milioni di euro”.
Nella stessa puntata di Presadiretta parla anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini che precisa meglio quanto già annunciato da Matteo Renzi sull’anticipo pensionistico, i cui costi saranno abbattuti. “L’anticipo pensionistico è per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale – spiega Nannicini – Quindi vale per gli autonomi, per le partite Iva della gestione separata, vale per artigiani, commercianti”. L’anticipo pensionistico – aggiunge Nannicini – non costerà nulla ai disoccupati o ai lavoratori in condizioni disagiate, mentre oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per 20 anni per chi percepisce una pensione di 1.000 euro e lo chiederà per un anno. “Se un pensionato ha 1.000 euro al mese ed è meritevole di tutela, – afferma – è disoccupato senza ammortizzatori sociali, fa lavori rischiosi, pesanti, faticosi, è in condizioni soggettive di bisogno perché magari ha a casa un disabile da assistere, in tutti questi casi il costo è zero. Per chi lavora, un anno di anticipo gli costerà una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 a 200 euro al mese”.
Con l’anticipo pensionistico, prosegue Nannicini, “non si rischia niente, non ci sono garanzie che richiede l’Ape. Non si rischia l’auto, non si rischia l’immobile, gli eredi non rischiano di vedere qualcosa che ricade sulla pensione di riversibilità perché tutto sarà coperto da un’assicurazione”. “Gli interessi e l’assicurazione saranno pagati da chi richiede l’Ape – conclude – non ci sono rischi reali, ma ci sono costi finanziari. Poi ci sarà una platea importante di agevolati che riceveranno un bonus fiscale e questo coprirà non solo gli interessi e l’assicurazione, ma anche il capitale anticipato se sei particolarmente meritevole di tutela, in condizioni di bisogno e hai un reddito basso”.

La scheda del servizio “Ingiusta pensione”:
Con INGIUSTA PENSIONE a PresaDiretta si torna a parlare del capitolo più importante della nostra spesa pubblica, le pensioni. Cosa ha davvero intenzione di fare il governo?
Per adesso è stata annunciata la volontà di inserire nella prossima manovra un aumento delle pensioni minime e la possibilità di uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo grazie a una sorta di prestito bancario. Il cosiddetto Ape. Ma quanto ci costerà davvero la flessibilità in uscita? A quanto dovrà rinunciare il lavoratore che sceglie di andare in pensione uno, due o tre anni prima? Ce la faremo alla fine della vita lavorativa ad avere la pensione che ci spetta?
PresaDiretta proverà a fare il punto sullo stato delle pensioni, con le storie di chi si è visto spostare in avanti il traguardo dell’agognata pensione proprio sotto il naso, le truffe sui contributi, i buchi di cassa e il privilegio dei vitalizi.
PresaDiretta ha raccolto le riflessioni sulla salute del nostro sistema pensionistico del professor Tito Boeri, presidente dell’Inps e del professor Tommaso Nannicini, importante mente economica del governo Renzi e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche pubbliche in materia economica.

“LA VERA GUERRA DELL’ISIS” “L’ISIS A CASA NOSTRA” e “INGIUSTA PENSIONE ” sono un racconto di Riccardo Iacona con Danilo Procaccianti, Federico Ruffo, Elena Stramentinoli, Fabrizio Lazzaretti, Massimiliano Torchia.

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