In assenza di una visione politica, industriale, economica, l'impronta di leggi e provvedimenti diventa una questione di bonus, favori (agli amici e alle lobby), "togliere gli alibi", spot acchiappavoti.
La riforma del lavoro per esempio è stata da una parte togliere l'odiato totem dell'articolo 18 e dare gli sgravi, dall'altra chiudere gli occhi su abusi, su un mercato del lavoro dopato.
E i risultati li vediamo ora: finiti gli sgravi, finito il boom. E i licenziamenti a seguire: licenziamenti per giusta causa che il jobs act ha reso più semplice (e il non volerlo vedere è da persone disoneste intellettualmente).
Dopo gli 80 euro, il bonus per i diciottenni, altri bonus sono in arrivo.
Per le pensioni.
Gli sgravi fiscali per le imprese (c'erano anche l'anno scorso, come gli sgravi per le assunzioni e abbiamo visto quanto hanno smosso il PIL).
E ora, nell'ottica di acchiapparsi i voti dei furbetti per il referendum del 4 dicembre, la finta abolizione di Equitalia, lo sconto sulle cartelle passate di Equitalia e il condono (perché si chiama così) dei soldi nascosti e tenuti in casa (il reato per cui è in carcere Corona).
Dal consiglio dei ministri dello scorso sabato sono uscite solo delle slides: all'Europa dovremo dare qualcosa di più solido, magari anche al Parlamento e ai giornali.
Che fino ad oggi hanno discusso di cosa?
I decreti per Equitalia mancano. Agli sportelli gli impiegati invitano ad aspettare a pagare.
Il governo è riuscito dopo un colpevole ritardo a mettere mano al tema del caporalato, una piaga sociale e una vergogna per il nostro made in Italy. Vedremo che effetti avrà nei campi di pomodoro del sud.
E nel paese reale la vita va avanti: con i tagli al personale di Almaviva, con i dipendenti Foodora che hanno protestato a Milano, col boom dei voucher.
Un paese dove sta crescendo una bolla sociale che dovrebbe preoccupare anche i signori andati a cena dal presidente Obama: le persone a rischio povertà che stanno aumentando, le generazioni che stiamo perdendo, o perché senza un lavoro o perché in fuga all'estero.
Certo, in europa e in America hanno bisogno di un alleato stabile per quanto riguarda le missioni di pace e che voti come vuole la commissione europea al momento del bisogno.
Ma prima o poi qualcuno dovrebbe occuparsi di un paese dove la fuga all'estero dei big dell'industria e il crollo della domanda interna e la stanno trascinando tutto (la produzione, la ripresa) verso il basso.
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