24 ottobre 2016

Le confessioni, il film di Roberto Andò

L'uscita in DVD del film "Le confessioni" del regista Roberto Andò, mi ha permesso di vedere questo bel film, che mi ero perso al cinema. 
Ci sono tanti modi per raccontare, o per non raccontare, il modo degli economisti, dei potenti della terra, della finanza e del mercato.
Quello documentaristico alla M. Moore, quello dei complottisti, quello dei TG (va tutto bene..), quello degli espertoni che fanno di tutto per non farsi capire.

Roberto Andò ha cercato invece di raccontare questo mondo secondo una chiave diversa, quasi religiosa, spirituale. 
"Le confessioni" non è un film politico alla Elio Petri (come in Todo modo, per chi lo ha visto), ma un film con un taglio quasi religioso.

Siamo in Germania, in un albergo su un lago dove i potenti della terra, i ministri della Finanze riuniti per il G8 assieme al direttore del Fondo monetario, si accingono ad approvare una manovra segreta che avrà conseguenze pesanti per molti paesi.

Persone abituate a comandare si trovano di fronte ad una persona che non si lascia dominare: è il monaco certosino Roberto Salus che, dopo aver confessato Roché (il presidente dell'FMI), è in possesso di un segreto che mette a rischio il loro mondo, per il rischio (imprevisto) che lo riveli.
In finanza è un fenomeno chiamato "il cigno nero".

Nel mondo alla rovescia in cui viviamo oggi, il pericolo non sono le speculazioni sui debiti degli stati, sulle materie prime, i fondi neri nei paesi offshore, la corruzione e l'evasione. Ma un semplice monaco che li mette di fronte a questioni etiche, che nelle "confessioni" di fronte a questi politici, fa emergere i loro dubbi.

E non si fa spaventare dalle nemmeno troppo velate minacce che vengono rivolte:
"L'ortodossia mi è  indifferente, io sto dalla parte della pietà, l'unico fronte per cui vale la pena di combattere".


E' un film pieno di metafore, ed è molto bello che ci siano registi che ancora vogliano emozionare e stupire così: come un S. Franscesco, Salus è più interessato al canto degli uccelli che al fasto e al potere mostrato da questi signori.
Nel film un ruolo lo ha anche il cane Rolf, del ministro tedesco, che durante una seduta, spaventa questi ministri trasformandoli in bambini (chi è il cane? La folla inferocita che assedia i luoghi del potere?) ... 

Un apologo, che si conclude come nei film di Chaplin, con l'occhio della telecamera che si chiude sul monaco, con la sua tonaca candida, seguito dal cane.
Apologia di un mondo, quello degli economisti, staccato dalla realtà. Che si basa su formule scientifiche che sono un guscio vuoto. 
«Questa equazione è un guscio perfettamente vuoto, una formula che non corrisponde a nulla. Ma se io volessi, sarei in grado, partendo da questa formula, di far convergere, in poco tempo una enorme quantità di denaro sui mercati. Nessuno più dei politici ha bisogno di credere di poter governare quello che non si vede»
Che calpesta i diritti dei deboli:
«Io penso che anche voi economisti siate costretti a tener conto dell’infelicità» «Un certo tasso di disperazione è nell’ordine delle cose» «Che vuol dire “distruzione creativa”?» «Vuol dire che l’economia per crescere, deve prima distruggere il superfluo» «E chi appicca il fuoco?» «…questa volta non è così, bisogna prima dare uno scossone definitivo, sfoltire l’albero. Lasciare fuori qualcuno…» «Chi?»
Che si ritiene al di sopra degli Stati nazionali ("la democrazia è una frottola.."), della volontà popolare, delle Costituzioni.
«La sovranità degli Stati non esiste più, uomini come Roché possono calpestarla quando vogliono e i grandi capi del mondo ormai pendono dalle loro labbra. Sa cosa diceva? “Voi italiani avete inventato un modello di potere imbattibile, ma non siete stati in grado di farlo funzionare” … Si riferiva alla mafia»
Un film assolutamente da vedere: se in Viva la libertà si parlava della politica che parlava solo a se stessa e che non riusciva a dare una visione, in questo film l'obiettivo è puntato sul mondo degli economisti, che si ritengono sacerdoti di un culto elitario, lontano dalla società, dalle persone, dal mondo reale.
«“L’ultima forma di libertà è il silenzio”… certamente ricorderà chi lo ha scritto» «Un poeta greco» «Un grande poeta per una nazione fallita» «Ci sono fallimenti molto più grandi di quelli contabili»

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