Questi i tre argomenti della puntata di oggi di Report:
"Ogni giorno maneggiamo plastica, e ogni contenitore rilascia la sua piccolissima dose di sostanze tossiche. Alla fine è la somma che fa il totale. L’età della plastica".Cominciamo dalla plastica: siamo così abituati ad avere attorno oggetti di plastica da considerarla quasi un prodotto naturale. Esistono invece delle norme che regolamentano le sostanze chimiche al suo interno e che la rendono trasparente, flessibile, rigida: l'inchiesta di Claudia di Pasquale si occuperà di una di queste, il bisfenolo A, presente delle lattine e nei contenitori per cibo.
Esistono dei limiti di legge, ma cambiano da paese a paese (in Europa) e sono tarati su individui adulti. Ma che succede coi bambini?
L'età della plastica di Claudia di Pasquale
Negli ultimi sessanta anni la plastica ha rivoluzionato la nostra vita e ormai avvolge tutto, anche il cibo che mangiamo ogni giorno. Basta pensare che il 90% degli imballaggi alimentari è in plastica, dalle bottiglie dell'acqua alle alici sott'olio, dagli utensili da cucina ai contenitori, ai piatti.Le plastiche sono colorate, morbide, dure, trasparenti, ma per realizzarle servono plastificanti, antiossidanti, inchiostri, solventi. Una piccola dose di sostanze chimiche migra dal contenitore al cibo. Ci sono delle norme europee da rispettare e dei limiti da non superare perché alcune sostanze interferiscono col sistema endocrino, e altre sono cancerogene. Però si scopre che il limite consentito per il bisfenolo A, contenuto in molte lattine (dalla conserva al tonno), per le autorità sanitarie francesi non è sicuro, e quella sostanza in Francia è stata bandita. Un calcolo che nessuno ha fatto è sulla somma delle sostanze che a fine giornata una persona assume. Invece per quel che riguarda le dose massime giornaliere consentite, si riferiscono a un adulto di sessanta chili. Nessuno sa quale sia la dose tollerabile per un bambino. L'inchiesta ricostruirà i comportamenti quotidiani che espongono di più a questi interferenti endocrini, a partire dalle tende per doccia in pvc, e darà anche indicazioni su come limitare i danni.L'anteprima su Reportime
Additivi della plastica nel latte dei neonati e nel cibo delle mense
Alcune sostanze plastiche interferiscono col sistema endocrino, e altre sono cancerogene. Le dosi massime giornaliere consentite, si riferiscono a un adulto di sessanta chili. Nessuna autorità ha mai posto limiti alla dose tollerabile per un bambino.
Il dipartimento di agraria dell’Università di Napoli Federico II, diretto dalla professoressa Teresa Cirillo, ha trovato tracce di ftalati nei pasti serviti nelle mense scolastiche e nel latte liquido e in polvere per i neonati, dove c’era anche del bisfenolo A. Tutto nei limiti consentiti dalla legge, ma la legge per paradosso, non ha mai contemplato le dosi per i bambini.Altri paesi europei, come il Belgio e la Danimarca, hanno eliminato Bpa dai contenitori di alimenti destinati ai bambini con meno di tre anni. Mentre la Francia, che dal 2002 ha vietato tutti i piatti bicchieri e stoviglia di plastica, l’ha vietato da tutti gli imballaggi alimentari a garanzia della sicurezza dei cittadini. L’Italia non potrebbe fare la stessa cosa?Uno studio del prof. Mantovani, dell'Istituto Superiore di sanità, che ha analizzato un gruppo di italiani, ha trovato dosi medio alte di ftalati nel sangue. E basse dosi di ftalati sono rintracciabili anche nel the in bustina.L'acqua pubblica: l'esito del referendum del 2011 era chiaro, gli italiani volevano che la gestione dell'acqua rimanesse pubblica.
Ma così non è stato, poiché tutti i governi (compreso l'ultimo) lo hanno depotenziato. Che fare allora? Giuliano Marrucci racconterà come controllare i gestori privati.
Acqua fresca di Giuliano Marrucci
Con l'ondata di vere o presunte privatizzazioni che, nonostante il referendum, ha investito e continua a investire i gestori del servizio idrico, la cosa principale da tenere sott'occhio è il livello degli investimenti fatti. E Giuseppe Sardu, da quando è a capo di Acque Spa, ha portato gli investimenti a oltre sessanta euro pro capite l'anno, contro una media nazionale di 36. E con gli investimenti si può ottimizzare il consumo dell’acqua.Per la serie, "Viva il merito", la storia di un subcommissario dell'istituto Ismea al ministero dell'agricoltura, che si occupa di prestiti agli imprenditori agricoli.
Si occupava di scarpe, ma evidentemente nel suo curriculum ha pesato la sua toscanità.
Il sub commissario, di Giorgio Mottola
Ismea è uno dei più importanti enti del settore agricolo: negli ultimi anni ha fornito agli imprenditori agrari garanzie bancarie per oltre dieci miliardi di euro. Come sub commissario dell’Istituto il ministro dell’Agricoltura ha nominato un toscano: Gabriele Beni. Noto per essere amico di Renzi e per aver finanziato lo scorso anno la sua fondazione con quarantamila euro. Nella sua vita si è principalmente occupato di scarpe: la sua azienda le produce e le vende. Nel suo curriculum viene segnalato anche una nomina nel cda di Firenze Fiera spa, da parte della Regione Toscana, e una in quello di Mps Capital. Di esperienza nel settore agrario, però, nemmeno l’ombra.
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