21 novembre 2016

La buona e la cattiva notizia (i furbi e la rabbia)

La buona notizia è che mancano solo 13 giorni. La cattiva è che ne mancano ancora 13, di giorni al referendum.
Dove dovremo sorbirci la lista dei vip per il si (e quelli, meno noti per il no).
La rivalutazione del clientelismo al sud, che se tutti facessero come De Luca ..
De Luca, campione della lotta alla mafia: per quello nelle liste collegate c'erano esponenti "impresentabili" sotto indagine per Camorra. Lotta omeopatica.
Quanti titoli di giornale apocalittici dovremo leggere? 
Se non vince il si, l'Italia potrebbe uscire dall'Euro. E di grazia, per quale ragione, visto che se non passa la riforma le cose rimangono come adesso?
(per dire, Renzi non ha tolto dalla Costituzione il pareggio di bilancio..).
Chi vota no è accozzaglia. Difende la Casta. Difende i rimborsi dei consiglieri regionali.
Ovvero i futuri senatori, secondo la riforma.
Certo, se Landini e il suo maglioncino rosso sono casta, allora tutto è casta.
Anche quelli che, da senatori hanno preteso l'immunità parlamentare per salvare sè stessi dal processo su un (presunto) reato compiuto da sindaco. 
Insomma, è un tana libera tutti.
Viva le persone sincere (e furbe) come il governatore della Campania. 

Peccato però, che tutte queste sfumature di rosso non siamo poi sempre comprese dalla base.
Che, come a Monfalcone, poi si arrabbia e vota a destra:
"Di questa finta sinistra - dice Carlo Visintin, da trent'anni operaio Fincantieri - non ci fidiamo più. A Roma vara il Jobs Act e consegna i lavoratori al precariato e ai boss dei voucher. A Trieste ignora gli anziani e taglia la sanità. A Monfalcone accetta una centrale a carbone e ubbidisce a Fincantieri, rinunciando a difendere le vittime dell'amianto".

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