21 novembre 2016

Report – la democrazia al caviale

Cosa sono i valori che stanno alla base dell'Europa unita?
La difesa dei diritti civili (un valore riconosciuto da tutte le democrazie occidentali) contro i soprusi e le tirannie?
Dovrebbero essere i principi da portare sui tavoli della diplomazia quando si tratta di prendere delle decisioni su crisi, tensioni..

Oppure questa Europa è solo un'enorme facciata di ipocrisie e slogan, con i paesi del nord preoccupati di non dover pagare i conti per i paesi “poveri” del sud, a tener lontano dai loro confini i profughi.

Questa sera l'inchiesta di Paolo Mondani in collaborazione con Cataldo Ciccolella racconterà l'ennesima contraddizione di questa Europa e del nostro paese parlando di quello che sta succedendo in Azerbaijan.
Un piccolo paese nella regione del Caucaso, ricco di petrolio e di caviale, ma anche un paese dove i giornalisti (come Milena Gabanelli) finiscono in carcere, dove la repressione colpisce gli oppositori del regime del presidente Aliyev e dove le sue fortune non ricadono sul paese ma sono custodite nei paradisi fiscali come Panama:
la famiglia del presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha usato fondazioni e società di Panama per nascondere partecipazioni azionarie in alcune miniere d'oro e anche proprietà immobiliari a Londra. I figli del primo ministro del Pakistan, Nawaz Sharif, hanno invece comprato palazzi nella capitale britannica, intestati a offshore create da Mossack Fonseca”.
Tutto questo cosa c'entra con l'Europa e con l'Italia? L'Europa e l'Italia sono in stretti rapporti d'affari con questo paese e anziché chiedere all'Azerbaijan di diventare più libero e democratico, siamo noi che “pecunia non olet” abbiamo pericolosamente abbassato il livello minimo, la soglia di diritti civili che possiamo tollerare.

La storia nasce dentro al Consiglio d’Europa, presidio di democrazia e diritti umani. Paese osservato: l’Azerbaijan. I giornalisti critici sono in carcere, la democrazia si chiama: al caviale. Cosa c’entra l’Italia? C’entra”.
C'entra per una brutta storia di tangenti, che un deputato italiano avrebbe intascato per per bocciare un rapporto sui diritti umani sfavorevole a questo paese.
C'entra perché da questo paese compriamo il gas che arriva nelle nostre case, un domani attraverso il gasdotto TAP che sbucherà sulle coste pugliesi: un progetto che la Commissione europea, il Parlamento e il Consiglio hanno selezionato il Tap come “Progetto di interesse comune” perché funzionale all’apertura del corridoio meridionale del gas, uno dei dodici indicati come prioritari dall’Ue per il conseguimento degli obiettivi di politica energetica attraverso una diversificazione delle fonti.

Vedendo le cifre del giro economico in gioco si capisce come mai tanto interesse per fare il gasdotto nonostante l'opposizione della regione Puglia.
Dei rapporti (poco chiari) tra l'Italia (e l'Eni) e le regioni del Caucaso (in particolare il Kazachistan) ne parla anche il libro “Lo stato parallelo” dei giornalisti Andrea Greco e Giuseppe Oddo.
Più che i diritti e i principi, al Consiglio Europeo conta più il peso e i soldi delle lobby: non è un bel momento per l'Europa, questo. Se vuole continuare ad essere credibile, agli occhi dei cittadini europei, deve decidere cosa vuol far da grande. Prima che i populisti (che sono alimentati anche da questi racconti) spazzino via tutto.
E' in gioco la democrazia e il nostro futuro (oltre che i nostri soldi).

La scheda del servizio “CAVIAR DEMOCRACY” di Paolo Mondani in collaborazione con Cataldo Ciccolella
Giornalisti in prigione, una fortuna nascosta a Panama, repressione degli oppositori politici, guerra al confine, amichevoli rapporti con l’occidente. Questo il programma di governo del presidente Aliyev alla guida dell’Azerbaigian, il paese del Caucaso ricco di idrocarburi e caviale. Un paese con cui l’Italia fa affari da anni – è la fonte primaria del petrolio che importiamo - e che ci venderà il gas per riscaldare le nostre case, in arrivo sulle coste pugliesi con il gasdotto TAP.
Il Consiglio d’Europa è la storica organizzazione che promuove i valori democratici e i diritti umani. Alcuni politici azeri hanno capito quanto le istituzioni europee siano fragili ed è proprio qui che nasce la cosiddetta diplomazia del caviale. Secondo gli inquirenti milanesi il deputato italiano Luca Volonté avrebbe intascato una tangente di due milioni e trecentonovantamila euro per far bocciare un rapporto sui prigionieri politici sfavorevole al governo azero.
Indipendentemente dall’esito delle indagini, emerge chiaramente che un piccolo petrol-stato viene accolto in Europa sperando che cambi in meglio, diventando più giusto e più libero, ma alla fine a cambiare è l’organizzazione europea che - preda delle lobby – diventa sempre meno credibile. Un gran brutto segno per la democrazia.

L'anteprima su Reportime:


"Chiunque può finire in prigione, anche per un like a un articolo che critica il governo" afferma Khadija Ismaylova giornalista e dissidente azera. Eppure l’Italia ci fa affari senza problemi. Con cento prigionieri politici, tra cui otto giornalisti, elezioni manipolate e una sola famiglia al potere da decenni questo è l’Azerbaigian, il Paese caucasico primo fornitore di petrolio italiano che si accinge a venderci anche il gas con il TAP in arrivo in Puglia.Ma il governo azero sa anche coltivare le amicizie, ospitando politici stranieri che non disdegnano cadeau di lusso come il pregiato caviale del Mar Caspio. Così quando al Consiglio d’Europa, storico presidio dei diritti umani, il Paese finisce sotto accusa per il carcere facile agli oppositori, l’amicizia viene ricambiata. E l’assemblea dei parlamentari del Consiglio boccia il rapporto Strasser, dal nome del deputato tedesco che denunciava le detenzioni illegali. E che ricorda: “125 contrari, favorevoli 79.

Il secondo servizio tratta dei prodotti tipici italiani, prodotti DOP che poi non lo sono.

La scheda del servizio: “PRODOTTI… ATIPICI” di Emilio Casalini
Il piacere dell'enogastronomia di qualità si paga caro perché si tratta di prodotti tipici, difficili da coltivare o allevare, frutto di tradizione e tanto lavoro. Come il pistacchio di Bronte, che cresce sulle rocce laviche dell'Etna, si raccoglie solo a mano ogni due anni ed è protetto da una DOP che lo rende prezioso e rinomato. Ne producono circa 1500 tonnellate. Ma nel mondo di pistacchio accostato al nome Bronte ne gira molto di più, perché? Poi c’è chi fa affari con il marchio Bazzone, il prelibato prosciutto proveniente dai maiali allevati in Garfagnana. Se ne allevano solo centoventi l’anno. Eppure il prosciutto si trova nei migliori ristoranti e macellerie d’Italia e perfino in Francia e Inghilterra.

Per la rubrica “ONORE AL MERITO”: con quali criteri è stato scelto l'amministratore delegato della Consip Marroni?

La scheda del servizio “L’AMMINISTRATORE DELEGATO” di Luca Chianca

Dopo aver lavorato in una società controllata dal gruppo Fiat, Luigi Marroni diventa direttore generale dell'Asl 10 di Firenze e qualche anno dopo, nel 2012, assessore alla sanità toscana in quota Enrico Rossi, attuale presidente della Regione. Tuttavia nel 2015, con l'arrivo di Renzi al governo, Marroni viene nominato dal ministro dell’Economia amministratore delegato della Consip, la grande centrale d’acquisti della pubblica amministrazione attraverso la quale passano appalti per quaranta miliardi di euro l’anno. In base a quali criteri è stato scelto? 

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