26 febbraio 2017

La disgregazione dell'esercito nascosto e l'uomo nuovo


Il crollo del Muro di Berlino nel novembre 1989.
La rivelazione dell'esistenza di Gladio, la cellula italiana della rete Stay behind, da parte del presidente del Consiglio Andreotti nel novembre 1990.
L'inchiesta aperta a Roma da parte della magistratura romana sulla Settima divisione del Sismi. Quella di Gladio e quella della struttura chiamata OSSI, gli agenti esperti in esplosivi, con licenza di uccidere.
I delitti della Uno Bianca, contro i supermercati (una strategia della tensione diffusa, come i colpi della banda del Brabante Vallone in Belgio) ma anche contro i campi Rom a Bologna. E contro i carabinierial Pilastro. Che forse avevano visto qualcosa che non dovevano vedere o forse era un segnale ai carabinieri.
Delitti rivendicati, come altri in seguito, dalla Falange Armata.
Cosa lega assieme questi episodi della nostra storia nera?
Nel romanzo “Il filo dei giorni” (Imprimatur edizioni) il giornalista Maurizio Torrealta prova ad individuare questo filo, partendo proprio da Gladio.
Da una giornalista che inizia a muovere i suoi primi passi seguendo i delitti della Uno Bianca.
Da un agente della Digos che si chiede chi si muova dietro la Falange Armata.
E dall'ambasciatore Dell’Arti (dietro cui si intravede l'ex capo del Cesis Francesco Paolo Fulci) incaricato dal presidente del Consiglio (che si intuisce essere Andreotti) di mettere ordine nel mondo dei servizi.
Controllarli in un momento così delicato, per la politica e per il paese.
Il Re aveva già previsto che a Roma si sarebbe scatenata contro lui una guerra senza quartiere. Per questo vuole essere il primo a rivelare l’esistenza dell’esercito segreto, prima che qualcuno lo accusi di averlo tenuto nascosto, ma sa anche che questo non basterà. Scoppierà un conflitto senza regole di tutti contro tutti ed è per questo che ha deciso di chiamare Francesco Maria Dell’Arti, ambasciatore italiano alla Nato, a occuparsi della difficile gestione di una milizia armata occulta in liquidazione.- Mi farebbe molto piacere averti a Roma come supervisore dei servizi di Intelligence, tu saresti in grado di farlo funzionare.[..]L'ambasciatore alla Nato non è certo un ingenuo, avvezzo com'è alle dinamiche sotterranee che coinvolgono da sempre la politica nazionale e il Patto Atlantico.Questa storia della Falange Armata gli ricorda molto da vicino le operazioni di guerra psicologica stay behind: inquinamento dell’informazione, incremento del panico con intorbidimento delle notizie vere e diffusione di quelle false, minacce a persone importanti e autorità pubbliche, uccisioni deliberate e senza motivo di persone comuni, annunci di attentati tra la folla, palesarsi artificioso di una catastrofe incombente; insomma, destabilizzazione del clima sociale e politico del paese.Immagina fin da subito il finale di partita: troveranno un amico degli amici da presentare come “l’uomo nuovo”, il salvatore della patria. La sceneggiatura è già scritta, ma è banalmente piatta, e Francesco Dell'Arti pensa che l'operazione di Luigi Bianchi di anticipare tutti raccontando per primo la verità, almeno quella parte che si può concedere all'opinione pubblica, sia stata una mossa da grande stratega. Sarebbe interessante muoversi lungo quella direzione. 
Il filo dei giorni, 1991-1995, la resa dei conti di Maurizio Torrealta Imprimatu Editore



Chiudete ora il filo degli eventi con cui siamo partiti.
La resa dei conti tra gli apparati della guerra sporca degli anni 60-70 per destabilizzare il paese e stabilizzare il potere dei partiti di centro, ostacolare la crescita della sinistra.

Le stragi della mafia della stagione 1992-1993, la trattativa stato mafia e poi ... l'uomo nuovo e il partito nuovo. 

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