Libération, 15 gennaio 1980:
L’eroina adesso arriva dall’Iran, dal Pakistan e dall’Afghanistan.L’anno scorso il raccolto iraniano ha prodotto 1.500 tonnellate di oppio grezzo. L’oppio raffinato in quei paesi, e soprattutto in Turchia, viene poi trasportato via terra versol’Europa occidentale. Ma attenzione: questa eroina, a differenza di quella prodotta in Messico, è pura al 20 per cento (anziché al 3,5). In Germania, nel 1979, ci sono stati seicento casi di overdose causate da questa nuova eroina.
La ragazzina è lì, infantile e già smagata, seduta nuda sul bordo del lettone bianco al centro della stanza tappezzata di specchi. In un angolo, una bergère Luigi XV; in fondo, un frigo non più alto di un tavolo.
Sopra, bicchieri, flûte, coppe e altro. La ragazzina fa dondolare mollemente le gambe, canticchiando. Entra l’uomo. Nudo a sua volta. Lei lo guarda attentamente, lo studia.
Sui quarantacinque anni, collo taurino, grasso, culo piccolo e gambe magre, un po’ calvo, ma con una foresta di pelo rosso sul petto. Lei gli sorride e fa un cenno nella sua direzione.
Lui, l’occhio ingordo, cammina come se scivolasse al rallentatore, si dirige verso il frigo, lo apre, si versa un whisky molto abbondante.«Vuoi bere, piccola?» e alza il bicchiere verso di lei. Il gesto un po’ troppo ampio fa rovesciare un po’ di whisky sulla moquette bianca. Lei fa cenno di no con la testa, senza parlare, e sempre sorridente.
Il Sentier è uno dei quartieri
di Parigi, al centro del racconto di Dominique Minotti: un
quartiere dove ad ogni portone trovi laboratori tessili, dove trovano
impiego lavoratori turchi, clandestini, senza permesso di soggiorno.
Siamo nel pieno del boom dell'industria
tessile francese, in una primavera ancora fresca del 1980: in uno di
questi laboratori viene trovato il cadavere di una ragazzina,
strozzata e lasciata nuda sotto una pila di pantaloni. La prostituta
di cui si è letto nell'incipit.
Dalla scoperta di questo cadavere “che
non casca dal cielo in un laboratorio del Sentier” parte tutta
l'inchiesta del commissario Daquin, che sta indagando su una rete
turca che si occupa di traffico di droga, a livello internazionale.
Una rete che ha come porto d'approdo la
Francia e che passa per la Turchia, per l'Iraq, per l'Iran ..
Un'inchiesta in cui si avvale, oltre
che dei suoi ispettori della squadra speciale, anche di altri due
funzionari della polizia territoriale che lavorano proprio in quel
quartiere e che per primi hanno indagato sulla prostituta uccisa.
Oltre a questi, Daquin ha anche un
informatore che lavora per lui, si chiama Soleiman, ed è scappato
dal suo paese con una doppia accusa di omicidio e il titolo di
estremista di sinistra.
Usando queste accuse come arma di
ricatto, Daquin può usare Soleiman come fonte interna al quartiere,
per capire che aria tira, per identificare delle facce. E per andarci
a letto.
Poliziotto strano, questo commissario
Daquin: colto, amante delle belle cose e del bel cibo. Disinvolto nel
lavoro e anche a letto.
In questo caso, però, serve essere
disinvolti ma abili nel muoversi in un contesto difficile: la rete
turca della droga è legata al mondo dell'estrema destra, in
particolare alla formazione dei “lupi grigi” (di cui fa parte una
nostra vecchia conoscenza, Alì Agca).
“[Daquin].. è convinto che una parte della soluzione sia lì, nei paesi d'origine, e che si debba cercare di capire cosa sta succedendo lì, se si vuole fermare i trafficanti qui. Con l'avvento al potere dell'Imam Khomeini, che non fa altro che provocare disastri; gli ostaggi americani a Teheran; l'estrema destra e l'estrema sinistra che si massacrano in Turchia, al ritmo di venti morti al giorno, e adesso l'intervento sovietico in Afghanistan, ..”
Stiamo parlando di un traffico che si
avvale delle grandi banche d'affari francesi che hanno interessi in
Iran e in Turchia.
Un traffico i cui binari sono gli
stessi della merce contraffatta, che arriva in Francia e alimenta un
giro d'affari sporco da miliardi.
Un traffico in cui, scavando a fondo,
si mescola tutto assieme: la moda, le indossatrici e la presenza di
escort (che ancora non si chiamavano così) di alto bordo per
facilitare gli affari, il traffico di droga e il traffico di armi, il
primo verso l'Europa il secondo verso l'oriente.
Estrema destra e servizi segreti,
quello francese a proteggere qualche pezzo grosso in combutta con i
paesi dell'est e quelli americani della CIA. Anche loro con qualche
interesse da proteggere.
Tipo ostacolare l'influenza russa su
questi gruppi di destra, che usano la droga proprio per avere il
denaro con cui affrancarsi dalla dipendenza dai russi.
Un collaboratore di questa squadra, che
lavora per la tributaria, segue la pista dei soldi:
“Ho più o meno ricostruito tutta la rete di fabbricanti.. Quando mi porterà quella donna, se mai me la porterà, sarò in grado di lanciare la più grande operazione di risanamento fiscale che il Sentier abbia mai visto. Non le garantisco alcun legame con la droga, ma denaro nero e polvere bianca fanno spesso coppia assieme.”
Daquin si trova così a dover giocare
la sua partita contro grandi finanzieri iraniani, con una donna di
origine slava, che sta dietro al mondo dei laboratori tessili, ad una
ex ballerina russa che gestisce un giro di prostituzione, ad una
indossatrice che voleva studiare per diventare soprintendente in un
museo e che invece si trova a fare la escort.
Poliziotti corrotti che chiudono un
occhio su questi traffici, sui turchi senza permesso e poliziotti
dalla mano pesante quando si tratta di far parlare qualche fermato.
Imprenditori della moda e imprenditori
di un altro mercato, cassette con video che riprendono prodezze
sessuali di personaggi importanti. Cassette che possono diventare
un'arma di ricatto mortale.
“Siamo in mezzo a un grosso giro di droga, e questo significa molto denaro. E molto denaro vuol dire delitti, ne abbiamo già tre, quattro o cinque, secondo l'analisi che se ne fa. E corruzione. Corruzione di uomini politici, forse, ma probabilmente anche di sbirri..”
Ma il livello dei personaggi coinvolti
in questa “rete” arriva più in alto: dipendenti
dell'ambasciata turca e parlamentari del gruppo di amicizia
franco-iraniano, tra cui un ministro.
Come finirà il racconto? Si riuscirà
a smantellare la rete e ad arrestare anche i vertici in alto?
E, rimanendo a Parigi, riusciranno i
lavoratori turchi, quelli del gruppo dove milita anche Soleiman, a
vincere la loro battaglia per avere riconosciuti i loro diritti ed
uscire dalla clandestinità?
Costruito sullo stile di un noir duro,
questo libro tocca così tanti argomenti da essere più simile ad una
docu-fiction in cui l'autrice, che per anni si è occupata di
economia, di battaglie per i sindacati, ha voluto mettere dentro
tutta la sua conoscenza del mondo della finanza, della
globalizzazione nascente (nei primi anni '80), dei traffici sporchi
coperti e nascosti dalle grandi banche, dalle mafie e protetti dai
servizi.
C'è un mondo occulto che si nasconde
dietro lo sfruttamento della prostituzione, dell'immigrazione e del
lavoro nero.
Un mondo che fa paura.
La nascita degli integralismi in
oriente, il colpo di stato in Turchia, l'attentato al Papa a Parigi,
il mercato della droga ...
Se ha un limite questo romanzo è
proprio questo: cercare di raccontare questo mondo, con tutti i suoi
incredibili intrecci, ad un lettore che deve essere anche un
cittadino consapevole.
La scheda del libro sul sito di
Sellerio
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