17 maggio 2018

Preludio a un bacio, di Tony Laudadio



Intro


La parola è sorella stronza della musica. È invidiosa, perfida, ti convince a fidarti di lei mentre parli, e dopo ti accorgi di aver fatto un disastro. Anzichè aiutarti a costruire ponti, si affanna a distruggerli. È disonesta, la parola, e per questo spesso taccio.

Un racconto a ritmo di jazz, con note musicali al posto delle parole, per esprimere meglio le emozioni e le sensazioni, laddove la parola non arriva: è la storia di Emanuele, un uomo arrivato ai cinquant'anni con una storia alle spalle di musicista jazz col suo sax, tanti amori, nessuno sbocciato in qualcosa di serio, tante ambizioni e troppe delusioni.
E un presente vissuto per strada, sempre assieme al suo jazz, che suona nella sua piazzetta utilizzata come palco, per raccogliere quei pochi spiccioli dalla generosità delle persone che passano e magari battono il piede al ritmo delle sue canzoni.
Perché Emanuele è un barbone, una di quelle persone che vediamo fermi, ai margini delle strade e delle piazze (e anche della vita) e a cui non concediamo che pochi attimi della nostra attenzione.
Eppure Emanuele è una persona istruita, amante della musica e anche delle buone letture:
"Ho fatto un buon liceo, niente di più, ma ho sempre avuto una passione per i libri, e le librerie sono un luogo ideale dove passare il tempo... Negli ultimi anni ho trascorso quasi ogni giorno almeno un paio d'ore a leggere a sbafo sulle poltroncine di quella sul corso..."

Sarebbe anche una bella persona, senza quella barba, l'aria sfatta, di chi dorme in uno scantinato (che doveva essere solo una sistemazione temporanea) e che si consola solo con la musica e l'alcol.
Finché un giorno Emanuele non viene aggredito per strada, da un ladro forse più disperato di lui.
«Lei è rimasto in coma per quattro giorno. E' stato aggredito. L'hanno colpita con una sbarra di ferro, suppongo per rapinarla».«Per rapinare me? Dovevano essere proprio disperati».

Il suo sax si è salvato assieme a poche altre cose (no i documenti no, quelli li aveva persi da tempo): gli fa compagnia nel letto d'ospedale dove viene curato
Il sassofono è quantomeno un suono amico, una frase consolatoria, il ricordo di un'umanità scomparsa: la mia. Lo guardo e mi fa l'impressione di un gatto acquattato sotto un'automobile per paura, gli occhi sbarrati e attenti, in una posizione che pare raccolta e pronta all'azione. Ed è solo un gattino indifeso.

In ospedale incontra un poliziotto scocciato di dover seguire il suo caso (chi avrebbe voglia di investigare sull'aggressione ad un barbone?)
Erano le nove di sera circa ed ero completamente solo, però avevo gli occhi chiusi. Stavo suonando un pezzo di Duke Ellington che amo molto, Prelude to a kiss (ma che differenza farebbe, mi chiedo), gli faccio lo spelling perché ovviamente non lo sa scrivere.

Soprattutto, al risveglio dal trauma, incontra Alessandra, la dottoressa che dimostra empatia per lui, per la sua storia, per la sua cultura. Forse anche per la sua persona. Perché i pochi giorni di ospedale hanno tirato fuori un altro Emanuele, più curato: una volta fuori, però, rischia di finire nuovamente nei guai, sfrattato dal suo tugurio di fortuna, aggredito da un altro barbone a cui ha conteso un anfratto da cui cercar riparo in queste fredde notti di dicembre.

Ma il destino ha in mente altro per Emanuele: da questa aggressione viene salvato da Maria, la barista del Blue Bird, un locale antistante la sua piazzetta dove entrava per cercare riparo dal freddo o per bere quel bicchiere che ti da la forza di andare avanti.

Maria non è una ragazza qualunque, una con cui scambiare qualche parola tra una suonata e l'altra: fa parte del suo passato, di quei rimpianti che si porta dentro.
Maria è sua figlia, nata da una relazione durata solo un'estate di 25 anni prima, con una bella ragazza bionda che veniva ai suoi concerti, lo osservava, lo guardava con quello sguardo che hanno le donne quando vogliono catturarti.
Maria è nata da quell'incontro, troppo breve, tra Emanuele e Angela, questo il nome della ragazza: poi le loro vite si sono separate costringendolo ad un ruolo di osservatore della vita di sua figlia.

E ora è lei che lo salva, che lo cura e che lo ospita a casa sua.
Forse è questa l'occasione per cercare di cambiare vita, di provare a vedere la vita con occhi diversi: basta alcol, basta autocommiserazione, basta piangersi addosso.
In genere, quando nella vita mi trovo davanti a momenti decisivi, ho due possibilità: razionalizzare o ubriacarmi, la seconda più spesso della prima. Siccome non ho alcolici, stavolta respiro e faccio elenchi, una delle mie passioni.Dunque vediamo: ho cinquantun anni, nemmeno un euro in teca, un trauma cranico e una cirrosi epatica quasi conclamata, niente casa, niente lavoro se non suonare per strada. Mi sto deprimendo velocemente. Ma visto che ormai ho cominciato, mi faccio coraggio e proseguo. Tutto quello che possiedo, a parte lo strumento, è,. nell'ordine: un borsone sportivo, una coperta, un cappotto con diverse macchie di sangue, tre mutande, tre paia di calzini, quattro magliette di cotone a maniche corte, due pantaloni invernali, tre maglioni di lana, un paio di stivaletti (con la suola quasi del tutto consumata), un pigiama stinto, uno spazzolino da denti, una collezione di campioncini di profumo da donna, una saponetta, un rasoio usa e getta, due scatole di medicinali, un libro, un berretto di lana, un paio di occhiali da sole graffiati, il mio quaderno di appunti e un paio di matite.

Ecco, per Emanuele è arrivato il momento di saldare tutti i debiti con le persone del suo passato, da quelli che lo hanno ospitato, dato un pasto, aiutato in qualche modo.
Saldare i debiti e cominciare a vedere il mondo là fuori con occhi sobri. Vedere le persone con un occhio meno sfuocato.
Quanti conti ho in sospeso? Quanti ne abbiamo tutti?Come venature nel armo percorrono la nostra esistenza, ne sono parte integrante e pesano sulla bilancia dei nostri meriti. Il dare e l'avere, ciò che ho potuto fare grazie a ciò che ho ricevuto, ciò che sono stato grazie agli altri.. Quanto c'è di mio e quanto c'è degli altri, in me. E qui, come il lago che placido attende l'inevitabile arrivo del fiume, il pensiero sfocia alle donne. Le mie donne, Maria soprattutto, e sua madre Angela, l'unico mio amore vero, e mia madre e infine Alessandra, la dottoressa del mio risveglio. Quanto devo a loro, quanto di me è una proiezione della loro presenza nella mia vita?E così decido la frase che metterò sul cartello di oggi:
DI COS'ALTRO PUO' SCRIVERE UN UOMO SE NON DI UNA DONNA?

Il protagonista scopre così che esiste un mondo, la fuori, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
Un mondo di persone, di relazioni e di sentimenti.
Un mondo in cui non siamo estranei, di cui noi (io, tu, Emanuele) ne facciamo parte.
Un mondo che Emanuele incomincia a scoprire piano piano.
E ora mi sembra che tutta la musica che ho suonato negli ultimi venticinque anni sia stata solo un preludio a questo bacio.

Un preludio ad un bacio cui Emanuele cerca di sfuggire e ad un bacio che invece ha atteso da troppi anni, per le due donne che ora si trova accanto e che ama, in modo diverso.

I concerti nella piazza di fronte al Blue Bird diventano dei piccoli eventi, ci sono persone che lo aspettano, che iniziano a confidargli i propri problemi. Che iniziano a chiedergli dei consigli, a lui, che fino a poche settimane prima non aveva casa né famiglia.
Una donna con problemi col marito.
Una ragazza che ama un altra persona e non sa come dirlo al fidanzato.
Un signore sposato che ama da anni una collega con cui non riesce nemmeno a parlare.

Non siamo un'isola nel mare: persone, relazioni, amori e speranze. C'è un filo di sentimenti che lega le persone una all'altra, come tessere di un puzzle che alla fine mostra un disegno bellissimo, che si intuisce ma che non si riesce a descrivere con le parole. Queste stronze di parole.
Lo vede davanti a sé, Emanuele, questo disegno, nel concerto che tiene davanti il suo pubblico, radunato nel suo palco all'aperto, in attesa della sua musica e della sua frase del giorno:
Il pubblico è al completo. Vederlo in un unico colpo d'occhio provoca qualcosa dentro di me. Sotto il mio sguardo si materializzano i collegamenti, le relazioni, i rapporti umani. Mentre suoniamo mi guardo intorno, il disegno finora solo intuito prende finalmente forma. Eppure ..Eppure, nonostante questo disegno sia lì, davanti ai miei occhi, mi accorgo di non capirlo affatto.

Preludio a un bacio è un libro pieno di vita, di umorismo fine, di buona musica e di storie. Storie in cui ciascun lettore non farà fatica a riconoscersi.
Un libro estremamente positivo, pieno di speranza, dedicato alle persone che pensano che il proprio destino non è scritto da nessuna parte e che ogni giorno è pieno di colori, sapori, suoni, un quadro di cui noi siamo gli autori. E che non possiamo passare la nostra vita con la testa rivolta all'indietro, pensando alla propria infelicità, ai rimorsi.
C'è sempre spazio per un sorriso, per l'incontro con altre persone, che non aspettano altro che chiederti o sentirsi chiedere, di parlare di loro e chiederti di te.
«Vedi, ho ascoltato tutte queste persone, in questo ultimo mese...» Le indico con lo sguardo la folla che ancora festeggia me, la Befana, il nuovo anno, la vita. Maria ci osserva di sottecchi ma distoglile lo sguardo quando incrocia il mio.«Mi parlavano, si confidavano con me. Conosco i loro segreti. Potrei raccontarti tutti i legami che uniscono questa che sembra semplicemente una folla. Cosa vogliono dimostrare? Non lo so, li guardo e vedo che sono tutti collegati, come se fossero attraversati da fili luminosi. so che questo significa qualcosa, vorrei dirlo a ognuno di loro, dire che anche se non lo sanno, sono un unico insieme e acquistano senso solo se ne sono consapevoli .. però non so spiegarlo, non so neanche se sarebbe utile, cioè non so dire se..».Mi interrompo. Sospiro. Non c'è niente da fare, le parole sono inadeguate (e stronze). «Mah. Ti sembra di capirci qualcosa?» chiedo, sconsolato.Alessandra mi fissa con un bel sorriso, poi scoppia a ridere.«No, Emanuele, non ci capisco proprio niente».

Please don't talk about me when I'm gone

Il booktrailer:


Sul blog Paginadodici ho trovato la colonna sonora del libro su spotify

La scheda del libro sul sito dell'editore NNEditore
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

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