Intro
La parola è sorella stronza della musica. È invidiosa, perfida, ti convince a fidarti di lei mentre parli, e dopo ti accorgi di aver fatto un disastro. Anzichè aiutarti a costruire ponti, si affanna a distruggerli. È disonesta, la parola, e per questo spesso taccio.
Un racconto a ritmo di jazz, con note
musicali al posto delle parole, per esprimere meglio le emozioni e le
sensazioni, laddove la parola non arriva: è la storia di Emanuele,
un uomo arrivato ai cinquant'anni con una storia alle spalle di
musicista jazz col suo sax, tanti amori, nessuno sbocciato in
qualcosa di serio, tante ambizioni e troppe delusioni.
E un presente vissuto per strada,
sempre assieme al suo jazz, che suona nella sua piazzetta utilizzata
come palco, per raccogliere quei pochi spiccioli dalla generosità
delle persone che passano e magari battono il piede al ritmo delle
sue canzoni.
Perché Emanuele è un barbone, una di
quelle persone che vediamo fermi, ai margini delle strade e delle
piazze (e anche della vita) e a cui non concediamo che pochi attimi
della nostra attenzione.
Eppure Emanuele è una persona
istruita, amante della musica e anche delle buone letture:
"Ho fatto un buon liceo, niente di più, ma ho sempre avuto una passione per i libri, e le librerie sono un luogo ideale dove passare il tempo... Negli ultimi anni ho trascorso quasi ogni giorno almeno un paio d'ore a leggere a sbafo sulle poltroncine di quella sul corso..."
Sarebbe anche una bella persona, senza
quella barba, l'aria sfatta, di chi dorme in uno scantinato (che
doveva essere solo una sistemazione temporanea) e che si consola solo
con la musica e l'alcol.
Finché un giorno Emanuele non viene
aggredito per strada, da un ladro forse più disperato di lui.
«Lei è rimasto in coma per quattro giorno. E' stato aggredito. L'hanno colpita con una sbarra di ferro, suppongo per rapinarla».«Per rapinare me? Dovevano essere proprio disperati».
Il suo sax si è
salvato assieme a poche altre cose (no i documenti no, quelli li
aveva persi da tempo): gli fa compagnia nel letto d'ospedale dove
viene curato
Il sassofono è quantomeno un suono amico, una frase consolatoria, il ricordo di un'umanità scomparsa: la mia. Lo guardo e mi fa l'impressione di un gatto acquattato sotto un'automobile per paura, gli occhi sbarrati e attenti, in una posizione che pare raccolta e pronta all'azione. Ed è solo un gattino indifeso.
In ospedale
incontra un poliziotto scocciato di dover seguire il suo caso (chi
avrebbe voglia di investigare sull'aggressione ad un barbone?)
Erano le nove di sera circa ed ero completamente solo, però avevo gli occhi chiusi. Stavo suonando un pezzo di Duke Ellington che amo molto, Prelude to a kiss (ma che differenza farebbe, mi chiedo), gli faccio lo spelling perché ovviamente non lo sa scrivere.
Soprattutto, al
risveglio dal trauma, incontra Alessandra, la dottoressa che dimostra
empatia per lui, per la sua storia, per la sua cultura. Forse anche
per la sua persona. Perché i pochi giorni di ospedale hanno tirato
fuori un altro Emanuele, più curato: una volta fuori, però, rischia
di finire nuovamente nei guai, sfrattato dal suo tugurio di fortuna,
aggredito da un altro barbone a cui ha conteso un anfratto da cui
cercar riparo in queste fredde notti di dicembre.
Ma il destino ha in
mente altro per Emanuele: da questa aggressione viene salvato da
Maria, la barista del Blue Bird, un locale antistante la sua
piazzetta dove entrava per cercare riparo dal freddo o per bere quel
bicchiere che ti da la forza di andare avanti.
Maria non è una
ragazza qualunque, una con cui scambiare qualche parola tra una
suonata e l'altra: fa parte del suo passato, di quei rimpianti che si
porta dentro.
Maria è sua
figlia, nata da una relazione durata solo un'estate di 25 anni prima,
con una bella ragazza bionda che veniva ai suoi concerti, lo
osservava, lo guardava con quello sguardo che hanno le donne quando
vogliono catturarti.
Maria è nata da
quell'incontro, troppo breve, tra Emanuele e Angela, questo il
nome della ragazza: poi le loro vite si sono separate costringendolo
ad un ruolo di osservatore della vita di sua figlia.
E ora è lei che lo
salva, che lo cura e che lo ospita a casa sua.
Forse è questa
l'occasione per cercare di cambiare vita, di provare a vedere la vita
con occhi diversi: basta alcol, basta autocommiserazione, basta
piangersi addosso.
In genere, quando nella vita mi trovo davanti a momenti decisivi, ho due possibilità: razionalizzare o ubriacarmi, la seconda più spesso della prima. Siccome non ho alcolici, stavolta respiro e faccio elenchi, una delle mie passioni.Dunque vediamo: ho cinquantun anni, nemmeno un euro in teca, un trauma cranico e una cirrosi epatica quasi conclamata, niente casa, niente lavoro se non suonare per strada. Mi sto deprimendo velocemente. Ma visto che ormai ho cominciato, mi faccio coraggio e proseguo. Tutto quello che possiedo, a parte lo strumento, è,. nell'ordine: un borsone sportivo, una coperta, un cappotto con diverse macchie di sangue, tre mutande, tre paia di calzini, quattro magliette di cotone a maniche corte, due pantaloni invernali, tre maglioni di lana, un paio di stivaletti (con la suola quasi del tutto consumata), un pigiama stinto, uno spazzolino da denti, una collezione di campioncini di profumo da donna, una saponetta, un rasoio usa e getta, due scatole di medicinali, un libro, un berretto di lana, un paio di occhiali da sole graffiati, il mio quaderno di appunti e un paio di matite.
Ecco, per Emanuele
è arrivato il momento di saldare tutti i debiti con le persone
del suo passato, da quelli che lo hanno ospitato, dato un pasto,
aiutato in qualche modo.
Saldare i debiti e
cominciare a vedere il mondo là fuori con occhi sobri. Vedere le
persone con un occhio meno sfuocato.
Quanti conti ho in sospeso? Quanti ne abbiamo tutti?Come venature nel armo percorrono la nostra esistenza, ne sono parte integrante e pesano sulla bilancia dei nostri meriti. Il dare e l'avere, ciò che ho potuto fare grazie a ciò che ho ricevuto, ciò che sono stato grazie agli altri.. Quanto c'è di mio e quanto c'è degli altri, in me. E qui, come il lago che placido attende l'inevitabile arrivo del fiume, il pensiero sfocia alle donne. Le mie donne, Maria soprattutto, e sua madre Angela, l'unico mio amore vero, e mia madre e infine Alessandra, la dottoressa del mio risveglio. Quanto devo a loro, quanto di me è una proiezione della loro presenza nella mia vita?E così decido la frase che metterò sul cartello di oggi:
DI COS'ALTRO PUO' SCRIVERE UN UOMO SE NON DI UNA DONNA?
Il protagonista
scopre così che esiste un mondo, la fuori, anche se non sempre ce
ne rendiamo conto.
Un mondo di
persone, di relazioni e di sentimenti.
Un mondo in cui non
siamo estranei, di cui noi (io, tu, Emanuele) ne facciamo parte.
Un mondo che
Emanuele incomincia a scoprire piano piano.
E ora mi sembra che tutta la musica che ho suonato negli ultimi venticinque anni sia stata solo un preludio a questo bacio.
Un preludio ad un
bacio cui Emanuele cerca di sfuggire e ad un bacio che invece ha
atteso da troppi anni, per le due donne che ora si trova accanto e
che ama, in modo diverso.
I concerti nella
piazza di fronte al Blue Bird diventano dei piccoli eventi, ci sono
persone che lo aspettano, che iniziano a confidargli i propri
problemi. Che iniziano a chiedergli dei consigli, a lui, che fino a
poche settimane prima non aveva casa né famiglia.
Una donna con
problemi col marito.
Una ragazza che ama
un altra persona e non sa come dirlo al fidanzato.
Un signore sposato
che ama da anni una collega con cui non riesce nemmeno a parlare.
Non siamo un'isola
nel mare: persone, relazioni, amori e speranze. C'è un filo di
sentimenti che lega le persone una all'altra, come tessere di un
puzzle che alla fine mostra un disegno bellissimo, che si intuisce ma
che non si riesce a descrivere con le parole. Queste stronze di
parole.
Lo vede davanti a
sé, Emanuele, questo disegno, nel concerto che tiene davanti il suo
pubblico, radunato nel suo palco all'aperto, in attesa della sua
musica e della sua frase del giorno:
Il pubblico è al completo. Vederlo in un unico colpo d'occhio provoca qualcosa dentro di me. Sotto il mio sguardo si materializzano i collegamenti, le relazioni, i rapporti umani. Mentre suoniamo mi guardo intorno, il disegno finora solo intuito prende finalmente forma. Eppure ..Eppure, nonostante questo disegno sia lì, davanti ai miei occhi, mi accorgo di non capirlo affatto.
Preludio a un bacio è
un libro pieno di vita, di umorismo fine, di buona musica e di
storie. Storie in cui ciascun lettore non farà fatica a
riconoscersi.
Un libro
estremamente positivo, pieno di speranza, dedicato alle persone che
pensano che il proprio destino non è scritto da nessuna parte e che
ogni giorno è pieno di colori, sapori, suoni, un quadro di cui noi
siamo gli autori. E che non possiamo passare la nostra vita con la
testa rivolta all'indietro, pensando alla propria infelicità, ai
rimorsi.
C'è sempre spazio
per un sorriso, per l'incontro con altre persone, che non aspettano
altro che chiederti o sentirsi chiedere, di parlare di loro e
chiederti di te.
«Vedi, ho ascoltato tutte queste persone, in questo ultimo mese...» Le indico con lo sguardo la folla che ancora festeggia me, la Befana, il nuovo anno, la vita. Maria ci osserva di sottecchi ma distoglile lo sguardo quando incrocia il mio.«Mi parlavano, si confidavano con me. Conosco i loro segreti. Potrei raccontarti tutti i legami che uniscono questa che sembra semplicemente una folla. Cosa vogliono dimostrare? Non lo so, li guardo e vedo che sono tutti collegati, come se fossero attraversati da fili luminosi. so che questo significa qualcosa, vorrei dirlo a ognuno di loro, dire che anche se non lo sanno, sono un unico insieme e acquistano senso solo se ne sono consapevoli .. però non so spiegarlo, non so neanche se sarebbe utile, cioè non so dire se..».Mi interrompo. Sospiro. Non c'è niente da fare, le parole sono inadeguate (e stronze). «Mah. Ti sembra di capirci qualcosa?» chiedo, sconsolato.Alessandra mi fissa con un bel sorriso, poi scoppia a ridere.«No, Emanuele, non ci capisco proprio niente».
Please don't
talk about me when I'm gone
Il booktrailer:
Sul blog Paginadodici ho trovato la colonna sonora del libro su spotify
La scheda del libro
sul sito dell'editore
NNEditore
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Mi raccomando, siate umani