24 settembre 2018

La memoria dei pesci rossi

Si dice che il pesce rosso abbia una memoria limitata a pochi secondi.
Forse non è vero, per il pesce.
Ma per molti giornalisti italiani (quelli che dovrebbero raccontare il paese e formare un'opinione pubblica consapevole) è proprio così.

Cominciamo con Sallusti che paragona Casalino alla mafia "Il ricatto mafioso"

Veniamo a oggi. Il boss dei Cinque Stelle, Rocco Casalino, un bullo ex Grande Fratello, al termine di una cena riservata annuncia come svelato ieri da questo giornale: «Noi quelle merde del ministero delle Finanze se non mollano i quattrini per il reddito di cittadinanza l'anno venturo li andiamo a prendere uno a uno con il coltello». Le analogie sono impressionanti, e non sono solo formali. I Cinque Stelle come la mafia, Casalino - braccio destro del premier Conte - come Riina a minacciare organi dello Stato che non si piegano al suo volere.

Farebbe ridere, viste le condanne a Dell'Utri e cosa sta scritto nelle sentenze: non era Casalino a pagare la mafia.

E poi Il foglio, ex house horgan berlusconiano oggi in forza al PD, domani vedremo.

"Salvini e Di Maio, i tronisti del populismo" - titola l'articolo di Andrea Minuz "Salvini entra in studio come un tronista, come un idolo del pubblico della factory D’Urso-Maria De Filippi."

Tronista come Renzi?
O come il berlusca?

Forse il pesce rosso no, ma un pezzo del mondo dell'informazione ha una memoria ferma all'oggi.

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