Paolo Regina, Deborah Brizzi, Piero Colaprico e Mario Consani (a fianco l'organizzatrice Paola Pioppi) |
Dopo il vulcanico De Giovanni,l'aperitivo a base di delitti e investigazioni alla Passione per il Delitto di Erba è proseguito con tre
nuovi autori
Deborah Brizzi, La stanza chiusa,
Mondadori
Ritorna Norma Gigli con un nuovo, intricato caso da risolvere. Lasciata momentaneamente la Squadra Volante (o almeno così crede), si trova coinvolta in un'indagine serrata e complessa che ci conduce dentro un condominio milanese, la cui proprietaria - Edda Vargas - regge saldamente i destini di tutti i suoi inquilini. Di tutti, tranne uno.
Piero Colaprico Il fantasma del pontedi ferro, Rizzoli
Milano 1985. Il maresciallo Pietro Binda è in pensione, ma non è rimasto con le mani in mano: ha aperto un’agenzia investigativa nello studio di casa, e continua a inseguire la verità, costi quel che costi. E quando una splendida ragazza russa si presenta da lui con un nuovo indizio su un caso mai dimenticato e solo ufficialmente risolto, l’ex carabiniere dovrà tornare indietro nel tempo.
Paolo Regina, Morte di un antiquario,
Sem.
Che cosa distingue l'antiquario dal semplice collezionista? Il gusto della ricerca tra le cose dimenticate alla scoperta dell'oggetto unico e magari irripetibile, prezioso. Ma anche la suggestione per il mistero che avvolge gli oggetti perduti e poi ritrovati: da dove vengono, chi li ha posseduti, quanta passione o dolore hanno “visto”. Testimoni muti delle vite passate, gli oggetti antichi attraversano il corso del tempo con il loro carico di segreti.
Moderatore dell'incontro, Mario
Consani, che ha cominciato dalla scrittrice poliziotta, Deborah
Brizzi:
Sono una poliziotta per lavoro (come la
protagonista dei suoi romanzi): parte del mio lavoro è entrato in
questo libro, che è un romanzo corale, ambientato a Milano, con
tante storie che ruotano.
Come è nato il personaggio?
Ho lavorato per molti anni in divisa,
per le strade di Milano.
Quando lavori in divisa ti rendi conto
della discriminazione che esiste: per gli errori dei colleghi che
adombrano il lavoro positivo fatto dagli agenti.
Ho scritto di omicidi, perché per il
mio lavoro è semplice parlare di questo: la cornice del noir serve
per inserire poi delle riflessioni che voglio condividere col
lettore.
Parlando con altri scrittori, si diceva
che certi libri funzionano perché sono tranquillizzanti: il mio non
è cosi, pone delle domande sulla famiglia, sul disfunzionamento
all'interno della famiglia.
Quello che noi diventiamo, come noi
agiamo, dipende dalla nostra famiglia.
Le persone non nascono violente, la la
violenza la assorbi (come nel lavoro del poliziotto) e questo cambia
nel profondo la persona: la sovraesposizione alla violenza cambia le
persone e gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.
Al centro del romanzo c'è il tema
della vendetta e della giustizia fai da te, all'interno di un
condominio, che è una specie di microcosmo abitato soprattutto da
donne.
Piero Colaprico Il fantasma del
ponte di ferro, Rizzoli.
Colaprico è un giornalista, inventore
della parola tangentopoli: scrive anche gialli, come quello
pubblicato per Rizzoli con protagonista il maresciallo Pietro Binda
che deve investigare su un morto trovato sotto il Ponte di Ferro sul
Naviglio: i primi romanzi di questa serie furono scritti con Pietro
Valpreda.
Il precedente romanzo, LA strategia del
gambero, è invece ambientata in Brianza nell'oggi e parla di
ndrangheta ed è molto attinente alla realtà.
Il romanzo è giocato su due livelli
temporali: parte nell'oggi, la Milano del 1985, per risalire ad un
delitto del 1972.
Come nasce questo personaggio?
Binda nasce con l'esigenza di Valpreda
di avere un investigatore (almeno nei gialli) che capisce le persone,
che le ascolta, visto che a lui non era successo così (si riferisce
all'accusa di essere stato l'esecutore della strage di Piazza
Fontana): Binda è un padre di famiglia, con moglie e figlio. Il
passaggio tra presente e passato è una caratteristica dei libri con
Binda: è un carabiniere che non fa sconti a sé stesso, nemmeno in
questo romanzo.
Non si è dato pace per quel caso del
1972 risolto male: al suo ufficio da investigatore bussa una ragazza
russa che vuole sapere qualcosa su questo delitto.
Delitto avvenuto 13 anni prima: sotto
il ponte della Richard Ginori è stato ritrovato appeso un cadavere
senza testa, in un abito color pervinca.
Questa era indagine che gli era
"scivolata" via, verso una soluzione di comodo.
Non avrei voluto scriverlo questo
libro, senza Valpreda: ma mentre lo scrivevo, mi accorgevo che era
presente anche Pietro, con le sue uscite in milanese.
Ho dovuto scrivere un nuovo Binda
perché in molti me ne avevano chiesto un nuovo romanzo e così li ho
accontentati.
Questi sono libri non rassicuranti,
perché raccontano la verità, mi accusano di far lavorare anche i
lettori: ma è la realtà che non è rassicurante (e si riferiva
alla penetrazione della ndrangheta in Lombardia).
La strategia del gambero parla di
ndrangheta: di questo molti politici milanesi fanno finta di non
sapere e così ho voluto scrivere un romanzo spiegandogli come
funziona la mafia al nord e come si può fregarla.
*Paolo Regina, Morte di un
antiquario, Sem.
Paolo Regina è docente di economia a
Ferrara: il suo romanzo ha come protagonista De Nittis, capitano
della Guardia di Finanza che ha che fare con un suicidio che forse è
un omicidio nascosto.
Il romanzo però ruota attorno
all'arte, la morte di un antiquario, capolavori perduti e ritrovati,
in una ambientazione di provincia, la città di Ferrara.
Come nasce questo personaggio?
Perché un finanziere?
Ho voluto fare un'operazione di
sdoganamento, i finanzieri non sono persone che si occupano solo di
scontrini e controlli fiscali. L'attività principale della GDF è
occuparsi di riciclaggio, terrorismo, crimini sul web: De Nittis è
un militare sui generis, non è inquadrato nel corpo, non è sempre
ligio coi superiori, ma ha un suo modo di indagine particolare.
Sa lavorare in una sua zona grigia: è
testimone del suicidio di un antiquario sospettato di riciclaggio.
Siccome l'esito delle indagini non lo
convince, decide di fare una sua indagine parallela, aiutato da un
giornalista che lo aiuta a districarsi in una realtà ferrarese che è
molto torbida.
Ferrara ha delle barriere fisiche, le
mura che separano chi sta dentro da chi sta fuori: sono barriere che
separano i ceti sociali.
Ferrara è una città fatta da circoli
chiusi: De Nittis fa la sua indagine in questo mondo, coi suoi
metodi, non avvalendosi di dati scientifici o altro.
Come pugliese non ama molto gli
accostamenti della cucina ferrarese: De Nittis è anche altro,
chittarrista blues, odia la grande distribuzione (il supermercato è
un luogo) ma compra dal salumiere per cercare di capire i luoghi dove
vive.
Si muove senza macchina, ma con una
bici e un vespone che fa riparare da un meccanismo settantenne.
Un investigatore sui generis: la trama
del giallo è anche prestesto per raccontare un pezzo di provincia
italiana che sta scomparendo.
Chi è l'antiquario? E' una persona che
ama ricercare oggetti legati all'arte: un'idea di possesso tutta
particolare.
In copertina sono raffigurate le
forbici da sarto: sono l'emblema di chi ti cuce gli abiti addosso, un
qualcosa che a volte ti porta alla morte.
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