29 ottobre 2018

Passione per il delitto (2018) – aperitivo con Maurizio De Giovanni

Maurizio De Giovanni, Nicoletta Sipos e Paola Pioppi



La domenica della Passione per ildelitto si apre con l'aperitivo assieme a Maurizio De Giovanni, autore de I Bastardi di Pizzofalcone e del commissario Ricciardi, di cui ieri presentava l'ultimo libro della serie, “Il purgatorio dell'Angelo”: la giornata tipicamente autunnale non ha tenuto lontano gli appassionati del giallo e dello scrittore napoletano.
“Oggi presento uno scrittore che non ha bisogno di presentazione, Maurizio De Giovanni” la presentazione della scrittrice Nicoletta Sipos che ha condotto l'intervista
Ieri mi sono preparata andando a visitare il Gambrinus e vedere il tavolino riservato di Ricciardi”.

La prima domanda è stata sul futuro di Ricciardi (De Giovanni ha anticipato che questo sarebbe stato il penultimo capitolo di Ricciardi):
Sono prima di tutto un lettore e questo mi aiuta come scrittore: penso a chi legge e per questo scrivo capitoli di al massimo 6 cartelle, per dare il tempo anche di andare in bagno.
I miei sono romanzi "da bagno" o da ombrellone: due momenti in cui ci prendiamo del tempo.
Come si dice a Napoli, si prende un caffè per prendersi del tempo.
Il prossimo romanzo di Ricciardi sarà ambientato dopo un anno di distanza da Il purgatorio dell'Angelo e si arriverà alla conclusione della sua storia.
Ricciardi è un personaggio molto amato dai lettori (le sue copie sono il 20% in più rispetto agli altri personaggi), ma non vorrei dare nel lettore la sensazione di noia e per questo è giusto che la sua storia arrivi alla conclusione.

I tuoi sono romanzi di sentimenti più che di violenza e sangue.

Il delitto fa parte dell'essere umano, nella Genesi capitolo 4 arriva il primo omicidio e il primo investigatore è il Padreterno.
Nella natura umana c'è il delitto, il delitto è il riflesso dei sentimenti, anche quelli piccoli, anche quelli futili.
Il delitto come rimozione di un ostacolo, per invidia, gelosia: sono sentimenti che conosciamo e che proviamo tutti.
Questo tipo di romanzi, che non prenderanno mai il premio Strega, che non avranno mai il riconoscimento dei salotti della letteratura, avranno però il riconoscimento dei lettori.
Il lettore non è passivo ma sceglie: troviamo sempre libri di letteratura nera nelle classifiche dei libri, perché il giallo è un modo per interpretare questo paese.
La letteratura nera cerca di capire le motivazioni che stanno dietro ad eventi di cronaca: il successo dei nostri romanzi non sta nella scrittura, funzionale al racconto della storia. Il successo sta nel fatto che noi apriamo la porta in fondo al corridoio, la porta delle sofferenze che non passano, delle perversioni. Che portano poi ai delitti di cui leggiamo sui giornali.

Come scrittore devo entrare nella porta, andare oltre la cronaca e l'autorità giudiziaria: per questo i libri gialli sono amati.
Io voglio che i miei lettori si divertano leggendo i libri: chi legge deve andare in un altro mondo, fare un viaggio. Se ti racconto quello che vedi dalla finestra, che scrivo a fare?

La più bella immagine della letteratura è una vecchia foto sgranata del 1800, che mostra una coda di lettori parigini che alle cinque di mattina, in una piovosa mattina, aspettavano l'uscita dell'ultimo capitolo del Conte di Montecristo che veniva pubblicato a puntate sul giornale: aspettavano con ansia questo capitolo per fare quel viaggio con la loro mente.

Tu sei però un bravo intrecciatore di trame, un narratore di storie che si intrecciano.

Il lettore dell'assassino è una persona contorta: legge e cerca subito l'assassino, cercando di fregare lo scrittore. Ma se trova subito il colpevole ci rimane male.
Io sono sempre più interessato al perché e non al chi: come nel romanzo Le lacrime del coccodrillo dove ho messo subito in chiaro chi fosse l'assassino.
Sono partito dagli anni 30 (i romanzi di Ricciardi sono ambientati nella Napoli tra il 1931 e il 1933) perché odio la polizia scientifica: odio i romanzi dove, da un pelo, risalgono al segno zodiacale dell'assassino.
Parlando con la polizia scientifica vera, ho scoperto che solo in pochi casi le indagini scientifiche aiutano veramente a risolvere i casi e questo mi ha confortato.

Una delle tue nuove creature si chiama Sara (Sara al tramonto): altri colleghi stanno iniziando a scrivere di donne, è una riscoperta?

A sessant'anni, ho avuto già rapporti con le donne: se uno scrive di romanzi con dentro passione e sentimento, non si può prescindere dalle donne.
Nelide, Rosa, Enrica oppure la Piras, Ottavia sono centrali nei miei romanzi: Sara per me è stato un incontro casuale, stavo tornando a casa dopo il teatro, tra le macchine in sosta ho visto una donna coi capelli bianchi.
Non aveva bisogno di aiuto: aveva tratti giovanili, nonostante i capelli bianchi, nessun trucco e guardava fisso davanti a sé.
Colpito dall'immagine, la mattina dopo mi sono svegliato sapendo tutto di questa persona.
Ho chiamato l'editore la domenica (come piccola vendetta..) spiegandogli che avevo una nuova storia: una storia enorme che dovevo scrivere, dovevo togliermela dalla testa.
Una donna che odia ogni tipo di funzione, Sara: una donna senza trucco e coi capelli bianchi. Una donna che quando incontra l'uomo della sua vita decide di abbandonare marito e figlio, perhcé stare con loro sarebbe una finzione.
E' un qualcosa che non si perdona alle donne: Sara non avrebbe dovuto piacere, per questo. Il successo dimostra che i lettori sono meglio degli scrittori.

Solo per noi presenti, De Giovanni ha letto una piccola anticipazione del prossimo romanzo della serie de I bastardi di Pizzofalcone, "Vuoto per i Bastardi..".
La forza di una carezza....


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