Oggi sul FQ, il direttore Travaglio si lancia sull'ennesima difesa del M5S, dall'attacco dei "giornaloni".
Sul TAP, sul TAV, sullo stadio di Roma.
Eh, no, sullo stadio di Roma no: la candidata Raggi e Grillo in persona avevano criticato proprio il progetto di uno stadio in quella zona a rischio idrogeologico (se ne è occupata Report in una inchiesta la settimana scorsa).
Lasciamoli lavorare, dice Travaglio, anche se hanno promesso cose che non potevano (o che non sapevano) permettersi.
Peccato che di promesse non mantenute se stiano collezionando molte: le nomine Rai, la sfida al precariato, la lotta alla povertà.
Nel DL dignità è rimasta una norma sui co co co nel mondo dei giornali.
Nella Rai sono rimasti i partiti. Come pure gli attacchi ai giornali, in continuità coi precedenti inquilini di Palazzo Chigi.
Il decreto sicurezza (caro a Salvini) probabilmente rimarrà così e la fronda del no dovrà votare come vuole il partito.
Il condono per Ischia e il condonino pure al momento sono rimasti.
Lasciamoli lavorare, perché quelli che c'erano prima erano peggio.
Non è una bella prospettiva.
Le politiche sull'ambiente, sull'energia rinnovabile, sulla lotta alla corruzione sono rimasti come propositi o lettera morta.
PS: a proposito delle difficoltà nel governare e di come queste di costringano a cambiare posizioni, c'è la foto del povero Salvini in Qatar con un braccio un mitra. Una volta era “Il Qatar fiancheggia i terroristi”.
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