31 gennaio 2020

Il virus della memoria

Sempre più italiani ritengono che sia una bufala l'olocausto, che sia tutta una montatura, dai campi di sterminio alla responsabilità degli italiani.
E di Mussolini, il dittatore che fece anche cose buone (e sappiamo che non è vero, nel caso leggetevi il libro di Filippi).
Non solo Auschwitz non è mai esistita, ma nemmeno le complicità dei fascisti della repubblica sociale nel rastrellamento delle famiglie ebree, della polizia italiana, dei carabinieri, della guardia di Finanza.
Italiani brava gente?
No italiani senza memoria.
Senza memoria delle 8000 famiglie ebree deportate nei campi e di cui sono tornati in Italia solo in 600 (tra cui Liliana Segre).
I fascisti pagavano 5000 lire per ogni delazione utile ad individuare una famiglia ebrea che si nascondeva.

Ma senza arrivare agli anni bui della repubblica sociale, le leggi razziali in Italia che discriminavano i cittadini italiani di religione ebraica sono del 1938.
In quegli anni usciva "La difesa della razza", un giornale che raccontava agli italiani brava gente i rischi del meticciato e la superiorità della razza bianca.
Era scritto da quell'Almirante a cui adesso dedichiamo strade.

Uno spettro si aggira per l'Europa .. ed è lo spettro della perdita della memoria, che oggi, un passetto alla volta, in modo impercepibile, ci fa tornare indietro.
Si inizia coi citofoni, poi con le scritte sui muri, poi con i bar vandalizzati.
E come andremo a finire?

30 gennaio 2020

Il cane di terracotta di Andrea Camilleri



Incipit (che potete trovare anche qui)
«A stimare da come l’alba stava appresentandosi, la iurnata s’annunziava certamente smèusa, fatta cioè ora di botte di sole incaniato, ora di gelidi stizzichii di pioggia, il tutto condito da alzate improvvise di vento. Una di quelle iurnate in cui chi è soggetto al brusco cangiamento di tempo, e nel sangue e nel ciriveddro lo patisce, capace che si mette a svariare continuamente di opinione e di direzione, come fanno quei pezzi di lattone, tagliati a forma di bannèra o di gallo, che sui tetti ruotano in ogni senso ad ogni minima passata di vento.Il commissario Salvo Montalbano apparteneva da sempre a quest’infelice categoria umana e la cosa gli era stata trasmessa per parte di matre, che era cagionevole assai e spesso si serrava nella càmmara di letto, allo scuro, per il malo di testa e allora non bisognava fare rumorata casa casa, camminare a pedi lèggio. Suo patre invece, timpesta o bonazza, sempre la stessa salute manteneva, sempre del medesimo intìfico pinsèro se ne restava, pioggia o sole che fosse.Magari questa volta il commissario non smentì la natura della sua nascita: aveva appena fermato l’auto al decimo chilometro della provinciale Vigàta-Fela, come gli era stato detto di fare, che subito gli venne gana di rimettere in moto e tornarsene in paese, mandando a patrasso l’operazione.

Ho dovuto vincere una certa ritrosia, per riprendere in mano un romanzo del maestro Andrea Camilleri. Ora che non c'è più, che nessun nuovo romanzo con Montalbano o uno dei personaggi partorito dalla sua fantasia vedrà più luce ..

Superata questa paura, ho tirato fuori dalla mia libreria “IL cane di terracotta” per re immergermi in uno dei suoi primi romanzi, con Montalbano che era ancora un intero territorio da scoprire, come quella Sicilia inventata ma allo stesso tempo reale.

Il cane di terracotta racconta di mafia e di un vecchio mafioso che si vuole consegnare allo Stato, ma concedendosi tanticchia di tiatro, per non perdere la faccia.
«A farla breve, questi picciotti che non taliano in faccia a nisciuno, appena si vedono ti difficoltà con una macchina lenta, ti jettano fora strata senza pinsarci due volte e tu ti ritrovi dintra un fosso con l'ossa del collo rotte»

Consegnarsi allo Stato prima che i nuovi mafiosi, quelli che conoscono le lingue e parlano inglese, lo buttino fuori di strada.

Mafioso che viene buttato di strada per davvero, perché c'è del marcio nello stato, in quella parte che con la mafia ha deciso di scendere a patti.
E allora, per sdebitarsi con quel commissario di Vigata che ha saputo capire le cose come stanno, racconta di un deposito di armi ammucciato sulla collina del Crasto. Chiamata così per una leggenda antica.
Ma se la leggenda è antica, le armi nascoste sono tremendamente vere ..

Il cane di terracotta è anche la storia di come la mafia sia capace di nascondersi dietro tante storie: non solo il traffico di armi, l'usura, il pizzo e il commercio di carne umana, per il bordello a cielo aperto gestito da quel Gegè, persona tinta ma anche amico di Montalbano.

Ma Il cane di terracotta è anche un viaggio nel passato, nel labirinto della memoria. Perché quella grotta antica, nella montagnetta al cui interno doveva nascondere un tesoro, nasconde invece il cadavere di due ragazzi giovani, uccisi almeno cinquant'anni fa e composti in modo pietoso in quella grotta sicura.
Sicura e al riparo dai mali del mondo, protetti per sempre da un cane di terracotta, appunta, in quello che sembra un rituale funerario completato da un bummulo di creta e da un ciotola con delle monete dei tempi della seconda guerra mondiale.

Montalbano, che suda freddo all'idea di una conferenza stampa e di una promozione che lo allontanerebbe dal suo commissariato, dove può portare avanti le sue indagini come un cacciatore solitario, con grande dolore per il suo vice Mimì, si perde dentro questo enigma.
Il fatto è che io mi sono addunato, col tempo, d'essere una specie di cacciatore solitario, perdonami la stronzaggine dell'espressione, che è magari sbagliata, perché mi piace cacciare con gli altri ma voglio essere solo a organizzare la caccia. Questa è la condizione indispensabile perché il mio ciriveddru giri nel verso giusto. Un'osservazione intelligente, fatta da un altro, m'avvilisce, mi smonta magari per una jurnata intera ...

Complice anche la convalescenza per un colpo alla pancia, perché certi traffici non si devono scoprire, nell'indagine sui due morti del crasticeddru si butta a capofitto.

Chi erano i due ragazzi morti?
Perché quella morte e perché quella composizione, che richiama antichi racconti, come quello della diciottesima Sura del Corano?
.. La Sura dice che Dio, venendo incontro al desiderio di alcuni giovani che non volevano corrompersi, allontanarsi dalla vera religione, li fece cadere in un sonno profondo all'interno di una caverna.

Un viaggio tra le memorie degli anziani del paese, mediatori arabi e preti spretati ma esperti di simbologia, con a fianco Livia a cui però non riesce a dedicare tutta la sua attenzione.

Perché Montalbano è così: proprio queste indagini all'apparenza senza alcuna utilità, lo appassionano ancor di più.
Non per trovare l'assassino, che forse ora è morto. Ma per trovare una risposta alle sue domande:
.. dell'assassino non gliene importava tanto, quello che l'intrigava era perché qualcuno, l'assassino stesso forte, si fosse dato carico di spostare i cadaveri nella grotta e d'allestire la messinscena della ciotola, del bùmmulo e del cane di terracotta.

Ne Il cane di terracotta troviamo tante storie, tanti personaggi, alcuni dei quali li ritroveremo poi nei successivi gialli con Montalbano (da Fazio ad Augello, da Livia ad Adelina, da Ingrid a Nicolò Zito).
È sì una storia che parla di mafia, per quel delitto che apre il racconto: ma dietro quel delitto c'è una storia d'amore innocente violato e di un amore morboso, violento.
Una storia di morte e di resurrezione, per illudersi che quel sonno, all'interno della grotta, possa nascondere lo scempio della morte.
Trasì nella càmmara di letto. Il vecchio si stava godendo un sonno sereno, il respiro lèggio, l'ariata distesa, calma. Viaggiava nel paese del sonno senza più ingombro di bagaglio. Poteva dormire a lungo, tanto sul comodino c'erano il portafoglio coi soldi e un bicchiere d'acqua. Si ricordò del cane di peluche che aveva comprato a Livia a Pantelleria. Lo trovò sopra il comò, nascosto dietro una scatola. Lo pigliò, lo mise a terra, ai piedi del letto. Poi chiuse adascio adascio la porta alle sue spalle.

La scheda del libro sul sito di Sellerio editore e la pagina dedicata al libro sul sito di Vigata
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

Il virus in prima pagina



Oggi le prime pagine dei giornali si somigliano tra di loro, su quasi tutte campeggia la notizia del virus.
Perché la psicosi del contagio è una di quelle notizie che stanno bene dappertutto, buone a nascondere le temperature di questi giorni (che qui a Milano sarebbero i giorni della merla, i più freddi), l'inquinamento ambientale (che pure fa migliaia di morti per malattie collegate alle polveri sottili).

E dove non campeggia il virus cinese, ne troviamo comunque un altro: il virus del sovranismo e del finto vittimismo dell'estrema destra.
Per esempio l'assalto giudiziario a Salvini per lo spettacolino indecente della citofonata al quartiere Pilastro a Bologna.
La destra forcaiola coi migranti si scopre garantista con sé stessa ma torna forcaiola ritirando fuori un video vecchio di dieci anni dove Davigo spiega i paradossi della giustizia italiana.

29 gennaio 2020

Il contagio

Attenzione, la vittoria (o la sconfitta) di domenica non cancella il contagio.
Semplicemente, l'esito delle elezioni in Emilia ci dice che le persone sono meno stupide di quanto si crede, che il giochetto del citofono non funziona (seppur il problema dello spaccio sia reale).
Come ha raccontato egregiamente il servizio di Presadiretta di lunedì, lo spaccio a Ferrara (e in altri quartieri delle città emiliane, come in altre città del nord) esiste, come esistono le bande dei nigeriani che si contendono il territorio.
Ma non si risolve andando a fare le sceneggiate a favore di telecamera: si deve presidiare il territorio ma lo devono fare le forze dell'ordine, che eventualmente vanno rafforzate.
Le persone vogliono sentir parlare di sicurezza ma non sentirsi presi in giro, vogliono sentir parlare di lavoro, di scuole, di sanità. 
E anche di casa: i vari governi e le amministrazioni regionali dovrebbero investire di più in questo settore (e magari meno in crocifissi) per garantire una casa a tutti coloro che ne hanno bisogno, senza mettere gli uni contro gli altri.

Ma, attenzione, il contagio della paura, della paura contro lo straniero continuerà a fare danni, finché non si metteranno in pista vere politiche di integrazione.
Con quali soldi, diranno i sovranisti?
Coi soldi persi in corruzione, in evasione, coi soldi che abbiamo messo nei vari bonus a pioggia (bebé, 80 euro, 100 euro..). 

28 gennaio 2020

Presadiretta – dall'Emilia Romagna del voto

Il candidato del centrosinistra Bonaccini ha battuto la candidata leghista, battendo i sondaggi dei giorni passati e quell'idea che il vento della destra fosse inarrestabile.
Presadiretta ha raccontato l'Emilia Romagna, partendo dalla notte elettorale, nei due comitati elettorali: quello preoccupato di Bonaccini, peno di militanti anziani e quello leghista, pieno di giornalisti, senza amministratori.

Il referendum si o no della Lega, Salvini lo ha perso: ha sbagliato candidato e anche la campagna elettorale: quando il popolo vota ha sempre ragione – è stato il commento del segretario della Lega, che però ha sottolineato come per la prima volta c'è stata una “partita” in Emilia Romagna (ancora questa metafora calcistica).

Dalle parte del PD, con la conferma del voto, in comitato sono arrivati anche i big del partito: c'era un'aria serena, diversa da quella mesta che si viveva nel comitato vincente, che ha accolto il neogovernatore con una canzone di Vasco Rossi.

La sua campagna elettorale è stata difficile: l'avversario Salvini l'aveva caricata di significati politici, trasformandola in un referendum, portando ad una scelta di due visioni del mondo.

Campagna cominciata il 14 novembre a Bologna, al Paladozza: l'arrivo di Salvini portò come reazione alla manifestazione delle sardine, organizzata da 4 ragazzi che hanno mobilitato migliaia di persone in piazza.
C'era tanta voglia di stare assieme, contro la retorica dell'odio, forse senza tante idee politiche chiare: hanno vinto la scommessa, mobilitando altrettante persone in altre piazze in Italia.
Bologna non si lega - lo slogan e così anche altre città.

Ragazzi giovani o meno che si rassegnano ad una politica che usa il populismo per nascondere altri problemi del paese, al ritorno del razzismo e del fascismo: le piazze sono di tutti, presentarsi come soggetti attivi, produttori di democrazia (intesa come partecipazione), questo il commento del filosofo Bonaga.

Mattia Santori parla di partecipazione, di piazze con tante sfaccettature, di persone che non accettano più una politica di slogan.
E ora che faranno? “Ci fa piacere che il PD si sia messo in discussione grazie alle sardine”, commentando l'apprezzamento del segretario Zingaretti.

In questi giorni la discriminante antifascista è tornata ad essere predominante: in questi mesi i segni, gli slogan, i simboli fascisti sono stati usati senza più alcun problema.
Come al funerale di Mussolini, organizzato dai neofascisti a Predappio: migliaia di persone arrivano qui, alla ricerca di una identità racconta l'organizzatore Santarelli.

“Sono orgoglioso di essere fascista” raccontano alla giornalista: “il popolo ha bisogno di una figura forte che prenda le redini dell'Italia”. E l'uomo forte è oggi Salvini, i neofascisti si devono accontentare.
Accontentarsi di qualche slogan, di comprare qualche gadget e di eleggere il sindaco a Predappio.
Sindaco che ha bloccato il progetto di trasformare la casa del fascio in un museo per studiare i totalitarismi: il progetto era in contraddizione con la soprintendenza, ma alla giornalista parla di temi divisivi ..
Il sindaco ha bloccato il finanziamento all'associazione Deina, che ogni anno organizza il viaggio per la memoria ad Auschwitz.
Si tollerano omaggi e gadget fascisti, ma non si pagano viaggi nei lager.

Dal 2017 ad oggi sono aumentati gli episodi di intimidazione fascista in regione: lo denuncia la CGIL, riportando tutte le aggressioni e le violenze avvenute.
Come quelle al segretario del PD a Reggio Emilia, accusato di essere traditore dell'Italia, minacciato lui e la sua famiglia.
Qualche anno addietro, certe minacce non sarebbero state messe in atto.
A Guastalla, scritte naziste sotto la casa della segretaria del PD: “ho pensato che la mia famiglia avesse già dato”, racconta, citando le radici antifasciste della sua famiglia.

Forza Nuova organizza le ronde cittadine a Bologna: non è naturale vedere coppie miste, non è naturale mischiarsi tra europei bianchi coi neri – queste sono le parole di Forza Nuova.
“Conosco molti immigrati” - si giustificano i fascisti.

A Spadarolo, nella notte del 31 ottobre il centro per immigranti dell'associazione Cento Fiori è stato attaccato da un raid squadrista: le indagini hanno portato ad incolpare dei ragazzi del luogo, confermando la matrice dell'odio razziale.
Un agire legittimato dal clima di odio che sta crescendo in questi ultimi anni: “sono cose esasperate dal clima politico” raccontano qui.

L'arcivescovo di Bologna nel suo ultimo libro parla di questo: del clima di odio, dell'attenzione e della fermezza per non far crescere la banalità dell'odio.

L'intervista a Zingaretti.
Iacona ha intervistato Zingaretti: nel nuovo PD è stata inserita la parola antifascista, perché non si può non vedere la crescita della destra estrema, il diffondersi della cultura dell'odio e dell'intolleranza.

In questa campagna ci sono stati episodi truci: i citofoni, l'esporre le case degli immigrati.
Zingaretti ha ringraziato le sardine: lì dentro c'è un ruolo che deve ispirare il PD per come fare politica.
“Non si devono tirare per la giacchetta i movimenti, sono interessato a questi: mi ha colpito il fatto che chiedono alla politica un nuovo linguaggio.”

L'odio non crea posti di lavoro, la destra è brava a raccontare i problemi delle persone ma non a risolverli – racconta il segretario.
Se ci fossero le elezioni avremmo vinto – dice Salvini: Zingaretti non la pensa così, il PD non è più marginale ma è la seconda forza politica dove si è votato, non dobbiamo essere pigri, ma assumerci le nostre responsabilità.

Dobbiamo continuare la nostra azione al governo: nella scuola, col piano industria 4.0, digitalizzazione della PPAA.
Si può fare anche con un partner come il M5S: ora dobbiamo fare le persone serie.

La campagna elettorale di Salvini.

La Lega in ER è il secondo partito: dove ha sfondato, la Lega?
La campagna in regione l'ha fatta Salvini: la candidata rimane in secondo piano, dietro Salvini, che con queste elezioni voleva tornare al governo per cambiare l'Italia e anche l'Europa.
I suoi fan lo amano: Presadiretta ha girato quei territori dove la Lega ha vinto nelle elezioni amministrative del 2019.
A Ferrara per esempio ha vinto la destra, quella di Naomo: il quartiere Gad ha avuto un ruolo fondamentale, qui si ritrovavano i fascisti di forza nuova a mostrare i loro volti e le loro bandiere.

“Gli italiani non hanno più nella testa l'antifascismo” spiega Fiore.
I fascisti parlano di spaccio, di spacciatori di colore, nei parchetti, negli androni dei palazzi.
E gli abitanti del quartiere lo raccontano in prima persona lo spaccio, che vedono tutti i giorni: molti vorrebbero andarsene dal quartiere, dove ci si vive bene, ma al chiuso nelle case.
Al GAD a febbraio c'è stata la rivolta dei cassonetti: uno scontro tra immigrati per contendesi il territorio dello spaccio: colpa di tutto questo è della politica, il PD che ha sottovalutato il problema dello spaccio mentre la destra cavalcava la paura delle persone.

Così a Ferrara la Lega ha stravinto: persone che non votavano Lega, che si sono sentiti dire che è solo percezione di un problema che non esiste.
Ma gli scontri tra bande, lo spaccio, non sono percezione ma sono episodi reali di cronaca, mostrate dalle telecamere.

Il vicesindaco della Lega ha combattuto la battaglia contro i migranti, a Gorino, con le barricate contro i rom.
Il sindaco, Fabbri, aveva promesso un'Emilia Romagna de islamizzata: il tema dell'immigrazione e dell'integrazione con gli stranieri è ben vissuto nella periferia di Ferrara.
Qui la notizia dell'arrivo di migranti, a Ravalle, ha portato alla protesta di cittadini del comune e dei comuni vicini: 35 persone erano considerate una minaccia da queste persone.

Giulia Bosetti ha raccontato anche la protesta dell'albergatore Fogli, che minacciava di incatenarsi pur di bloccare i migranti che stavano per arrivare alla sua struttura: dopo qualche mese ha per fortuna cambiato idea, il suo era un pregiudizio, si era fatto spaventare dal clima di accuse contro le persone dalla pelle scura.
“E' giusto alimentare la paura per prendere più voti?” si chiede ora.

L'altra chiave della sconfitta del PD si chiama Carife: il crac della Banca Popolare che ha mandato in crisi molti risparmiatori. Torniamo al decreto del governo Renzi del 2015: queste persone si sono sentite prese in giro dalla politica e dalla banca, così hanno votato Lega.

Alan Fabbri, dopo il decreto salva banche, aveva girato i comuni per raccontare i rischi del decreto, battendo il territorio.

Negli errori del PD si è inserita la Lega, con quella presenza sul territorio che oggi il partito democratico non ha più.
E ora il modello Ferrara potrebbe diventare quello della Lega in regione: un modello di buona amministrazione come quello di Bondeno.

Qua si sono inventati un modello nuovo, il prodotto istituzionale del territorio di Bondeno (come i biscotti) e poi tutti gli altri prodotti del luogo.
Le persone raccontano che la Lega è vicina al territorio, ascolta i cittadini, mentre la sinistra era chiusa nel palazzo.
A Bondeno ci sono anche gli osservatori civici, persone che girano con fischietti, per segnalare problemi e pericoli alla polizia municipale.
La polizia ha centinaia di telecamere di controllo, che registrano le targhe delle auto che passano per il territorio: in questo modello leghista “prima gli italiani” non è uno slogan.
Le case popolari sono assegnate a cittadini italiani, tasse più alte per chi ospita i migranti, il sindaco si è perfino opposto alla prefettura, che chiedeva alloggi per i migranti.

Sicurezza, territorio, apparire vicino alle persone.

E qual è la risposta di Bonaccini?

Giulia Bosetti ha intervistato Bonaccini: abbiamo attraversato una crisi economica importante, in coalizione non abbiamo litigato, non abbiamo parlato di altro nella campagna elettorale.

Bonaccini ha mostrato la sua faccia nella campagna fatta, non si è fatto nascondere dai politici di Roma: c'è stato molto voto disgiunto e molto voto popolare per Bonaccini.
Il neo presidente ha criticato la legge del governo sulla plastic tax, per difendere le aziende del packaging del territorio che si sentivano minacciate.
Salvini ha usato queste elezioni per altro, per puntare al governo nazionale ma è stato sconfitto.

E ora come cambierà il PD? So che serve un PD più largo, con una identità chiara, dove i dirigenti quando entrano in un bar sappiano ascoltare chi sta dentro.

La Regione ER ha stanziato 450ml di euro per i disabili: si spende per l'inclusione, per difendere e proteggere gli ultimi.
Succede in regione e anche nelle città come Modena: qui l'amministrazione lavora per tenere assieme gli anziani con i bambini, un filo rosso non solo ideale ma reale, che tiene tutti assieme.
La filosofia del comune è la connessione, lo stare assieme, creare ambienti familiari per tutti: da qui è nato il progetto Welcame, per far accogliere i minori stranieri nelle famiglie di Modena.

Ragazzi come Mohamed che qui ha trovato una seconda famiglia, un lavoro, un futuro.
Integrare si può, per creare cittadini italiani da bambini e ragazzi che vengono da tutto il mondo o nati da genitori non italiani.
Integrare rispettando le regole e i valori delle istituzioni, della comunità, del contesto sociale, delle famiglie.
Prima gli italiani, dice la Lega: ma le persone quando sono integrate sono italiane.
Il sindaco Muzzarelli ha anticipato sul suo comune quello che il governo potrebbe fare.

Perché il problema non è il colore della pelle.
Ma la povertà, la mancanza di risposte da parte dello Stato e delle istituzioni locali, quando si chiede una casa, quando si parla di scuole e salute.
Quando si mette una persona contro un'altra, dicendo che sono gli immigrati che rubano il lavoro e si prendono il welfare degli italiani.

A Bolognina due consiglieri di FDI hanno pubblicato un video dove mostravano i nomi degli stranieri assegnatari di case popolari: prima gli italiani, nell'assegnazione delle case, siamo circondati, l'invasione, la regione premia gli stranieri …

Ma chi erano queste persone?
Sono cittadini che vivono in Italia da anni, che hanno un lavoro, hanno figli, rispettano la legge, contribuiscono alla ricchezza della regione.

Il 70% delle case regionali sono italiani il restante stranieri, questi i numeri: se recentemente sono assegnate più frequentemente a stranieri è perché hanno più figli o perché hanno uno sfratto.
La vera battaglia è fare più case popolari, investire più soldi in edilizia popolare.
Il resto è propaganda.

Come quella che c'è stata su Bibbiano.
Lucia Borgonzoni e Salvini, la Lega e FDI hanno fatto una propaganda vergognosa su questa vicenda dolorosa.
Sul palco di Pontida Salvini ha mostrato i bambini, come Greta, gridando “mai più bambini rubati”.
L'inchiesta Angeli e Demoni si basa su fatti reali, le accuse sono concrete, ma la finta propaganda leghista è stata subdola: la bambina mostrata sul palco veniva da una madre comasca, la cui figlia le è stata tolta dai servizi sociali.
Quella donna è stata usata, sia da Salvini sia dal m5s (Di Maio parlava del partito di Bibbiano): l'inchiesta parla di fatti gravi, ma stirare la vicenda per colpire il PD è solo strumentalizzazione.
Decenni fa si diceva che i comunisti mangiavano i bambini, oggi forse non ci sono nemmeno più i comunisti.

La Lega ha investito migliaia di euro sulla vicenda di Bibbiano: soldi per messaggi inviati ad un target specifico, ragazzi giovani, influenzabili.
Oggi sono indagati 7 assistenti sociali, su 200 e riguarda sei minori su tremila; nella commissione d'inchiesta regionale sono presenti tutti i partiti, un sindaco è finito ai domiciliari.

Questi sono i fatti.

27 gennaio 2020

Riassunto post elettorale

Riassunto post elettorale: Salvini non ha liberato l'Emilia che ha pure riscoperto la voglia di votare.
Il PD respira, nel M5S forse l'unico ad esultare è Di Maio.
E la Calabria conferma la storia del sud abbandonato a sé stesso.

Ora che è passata la paura il governo e il parlamento riprenderanno a lavorare?

Com'è potuto succedere – La giornata della memoria (1945 – 2020)


Com'è potuto succedere – la domanda che spesso ci si pone, dopo aver visto le immagini dei lager, del filo spinato, le persone ridotte a scheletri umani, persone non persone, ridotte a larve, sottoposte a violenze inimmaginabili prima di morire, sparire come vento dal camino dei forni crematori?

La giornata della memoria, che ogni anno rischia di diventare solo un guscio vuoto di retorica e parole di circostanza (condito dai selfie scattati dai luoghi dell'orrore come Auschwitz), ci costringe a rispondere alla domanda di prima.

Perché questo è successo.
I forni, i campi di concentramento, la stella gialla (o rossa) sulla divisa a strisce, una razza superiore che voleva fare pulizia nel mondo, che doveva essere ripulito dalla “feccia” ebrea (e anche degli zingari, degli omosessuali, dei comunisti, di persone con disabilità). Sotto-uomini, untermensch, li consideravano i nazisti.
Vite indegne di essere vissute: dunque dovevano essere identificati, con quella stella, tenuti lontano dalle brave famiglie ariane (non pensate solo ai tedeschi, è successo pure qui in Italia), tenuti lontano dalle scuole, dalle università, spogliati dei loro beni.
Infine raccolti tutti assieme in carri piombati e spediti nei lager.

Attenzione, la Schoa non è frutto solo della pazzia di un uomo, Hitler il cui odio nei confronti degli ebrei, responsabili di tutte le disgrazie del popolo germanico, era noto dai tempi del Mein Kampf.
I lager, la loro costruzione, le camere a gas, i treni che portavano quelle non persone a morire, il loro rastrellamento, sono frutto di menti intelligenti.
Auschwitz era talmente perfetto, che non poteva essere fatto da gente intelligente.. gente colta, preparata. Un luogo per uccidere il maggior numero di esseri umani”.
Gente come il dottor Mengele, il dottor morte, che di giorno selezionava i bambini per i suoi terribili esperimenti, persone trattate come cavie, e alla sera tornava a casa a raccontare le fiabe ai bambini prima di mandarli a letto.
La “banalità del male” di cui ci ha parlato Hanna Harendt è questa: Mengele, Eichmann e gli altri coscienziosi responsabili del genocidio ebraico non erano dei malati di mente, avevano superato solo quel confine che ti porta a vedere nell'altro, in chiunque altro, un essere umano con una sua dignità.

Ma dietro questi burocrati della morte, c'era anche la massa di persone che ha girato la testa dall'altra parte, che ha scelto di non scegliere.
Non vedere gli ebrei che sparivano.
Non vedere i camion coi rastrellamenti (che in Italia dopo l'8 settembre 1943).
Non vedere le case, i negozi, con le scritte “qui sta un ebreo”.
Non vedere le distruzione dei negozi ebrei, come successo nella civile Germania dopo la notte dei cristalli, pensare che in fondo se l'erano cercata ..

Leggetevi il breve romanzo di Hugo Bettauer, la Città senza ebrei, scoprirete quanto profonde sono le radici dell'antisemitismo, dell'odio nei confronti degli ebrei, accusati di complotti contro la sana nazione austriaca (ma vale lo stesso per la Germania), di non integrarsi, di corrompere il loro modo di vivere

.. noi non ebrei non possiamo continuare a vivere vicino e tra gli ebrei, perché ciò che non si piega si rompe: o noi rinunciamo al nostro modo di essere e alla nostra natura cristiana o gli ebrei alla loro. Nobile Assemblea!

Sono parole che risuonano ancora oggi, perché la mala pianta del razzismo, dell'odio nei confronti dei diversi, che siano ebrei, immigrati, neri, è ancora viva.
Ancora oggi si scrive qui vive un ebreo, in Italia nel 2020.
Significa che abbiamo ancora bisogno di ricordare, di pensare, su quanto è stato.

Due libri utili appena usciti per questo esercizio
L'angelo di Monaco di Fabiano Massimi
La città senza ebrei di Hugo Bettauer

E, chiaramente, Se questo è un uomo di Primo Levi

25 gennaio 2020

La signora del martedì di Massimo Carlotto



Era sempre l’ultimo ai provini. Per una questione di prestigio. La vecchia guardia non aveva nulla da dimostrare. Lui la gavetta l’aveva fatta da un pezzo, era passato il tempo in cui sgomitava per essere tra i primi a entrare e abbassarsi i pantaloni. Nel porno funziona così: prima mostri l'ardiglione, poi si discute.

Nel suo ultimo noir Massimo Carlotto è come se spostasse l'obiettivo della macchina da presa: non più storie di criminali, di banditi dal cuore d'oro e di altri senza regole se non quella del denaro.
Semmai, i criminali siamo noi, che sfamiamo la nostra curiosità con le news sulla cronaca nera come fosse gossip, criminale è parte del mondo dell'informazione che punta il dito e giudica.
Per dirci questo l'autore ha scelto tre personaggi molto particolari legati tra loro da un rapporto altrettanto particolare.
Il primo, particolare già dal nome, si chiama Bonamente Fanzago ed è un attore del porno sul viale del tramonto, non solo per gli anni che passano e la concorrenza dei giovani attori. Di mezzo c'è anche una malattia che pesa su di lui come una spada di Damocle, condizionandone la vita e, purtroppo, anche le prestazioni sul set.
Come ci racconta lui stesso, malattia, sveltina, depressione sono le tre parole tabù del porno.
Dopo il porno, gli rimane la carriera da gigolò, ora ridotta ad una sola cliente
la signora del martedì. Ma lei non l’aveva conosciuta su una pista da ballo. Era venuta a cercarlo”.

Bella, elegante, proveniente da un altro mondo: i loro incontri sono precisi come un orologio, ogni settimana, di martedì presso la pensione Lisbona di cui è ospite
Una tipa perfettina. L’attore si era convinto di essere l’unica nota di disordine nella sua vita. Il martedì dalle quindici alle sedici”.

Il secondo protagonista del racconto è il signor Alfredo, padrone (o padrona) della pensione Lisbona (in nome di antichi ricordi del passato).
Pochi clienti ma affezionati, come Bonamente: clienti particolari come il signor Alfredo stesso, travestito all'interno della casa e vestito da uomo solo quando deve uscire. Come Bonamente, anche lui ha qualcosa che non si può raccontare a tutti, per non incappare negli strali della morale della brava gente
.. travestito è tollerato solo se è giovane, se può essere scambiato per una donna e stuzzica fantasie. Ma un vecchio con la gonna e i tacchi risulta grottesco, soprattutto in un mondo sempre meno tollerante.

Perché Alfredo, nonostante quello che si possa pensare, è una brava persona: si prende cura di Bonamente, come un padre, specie ora che l'ex attore si trova dipendente delle medicine, della chimica, proprio lui che non amava i rapporti di dipendenza.
Solo quella donna, la donna del martedì, non riesce a sopportare
In particolare, non riusciva ad accettare il fatto che ogni martedì alle quindici lei entrasse nella pensione Lisbona senza degnarla di uno sguardo”.

Infine lei, La signora del martedì, in seguito scopriremo qual è il suo vero nome, Alfonsina.
Convivente con un anziano avvocato, separato dalla famiglia, con una vita normale, ora e un passato ingombrante. Unico neo, quell'appuntamento del martedì.

Per una serie di circostante, il caso, un approccio di protezione sbagliato, si mette un moto un meccanismo che porta ad interrompere questi incontri e a riportare a galla il passato della signora.
Un passato di galera e violenza, fisica e mentale, che la stava facendo scendere lungo un baratro da cui l'avvocato, il signor Tommaso, l'aveva salvata, come un padre.
Tommaso per lei era il padre che l’aveva raccolta, salvata e che per tutti quegli anni si era dedicato alla sua serenità. Nulla a che vedere con quel pezzo di merda del genitore biologico, che prima l’aveva venduta ..

Da cui in poi, la leggerezza con cui scorrevamo le pagine, capaci di strappare anche qualche sorriso, cambia completamente genere e ritmo.
Entrano in gioco altri personaggi, forse un po' più normali secondo quelli che sono gli standard della brava gente: poliziotti guidati più da pregiudizi che non dalla voglia di scoprire la verità; giornalisti che più che alla notizia da raccontare, pensano a come questa possa stuzzicare la pancia dei propri lettori.
Era perfettamente consapevole di come sarebbero andate le cose. Gli inquirenti non avrebbero trovato, quantomeno nell’immediato, il benché minimo indizio per incriminarla, ma avrebbero dato in pasto ai media e quindi ai social tutti i particolari della sua vita. Coloro che avevano dimenticato avrebbero avuto modo di rinfrescarsi la memoria, chi invece ignorava la vicenda avrebbe conosciuto un’unica verità, quella dell’ultima condanna. Sarebbe stata fatta a pezzi e giudicata colpevole in nome di quella giustizia emotiva che dominava il Paese e che ai poliziotti poteva tornare utile: magari saltava fuori qualcosa o qualcuno. Se il tribunale del popolo si fosse poi particolarmente accanito, poteva rendersi necessario andare comunque a giudizio, mettere insieme un po’ di circostanze e travestirle da indizi. Quando si arriva in Corte d’assise è raro che un imputato venga assolto. Magari succede in primo grado, ma in appello la giuria popolare può tranquillamente pensarla come i social.

I primi usano i secondi per sbattere il mostro in prima pagina e i secondi condiscono il banchetto, anche usando i social media, per preparare il processo su internet, che è quello che poi interessa solo alla gente.
La stessa brava gente che si mostra come bravi padri di famiglia, tutti casa, moglie, figli e gattini e che poi sui social sfoga tutte le proprie frustrazioni, mostrando il loro vero lato.
La rete l'aveva giudicata colpevole e condannata. [..] Le pene variavano. Le donne preferivano l'ergastolo o la pena di morte, gli uomini insistevano per pene più corporali che prevedevano invariabilmente lo stupro, magari da parte di bande di negri.Nulla di nuovo nella logica dello “shitstorm”. [..]Alfonsina si rese conto di non riuscire a staccarsi dallo schermo. Leggeva i commenti e cercava informazioni sulle persone che li avevano scritti. Volti in posa, sorridenti, foto di vacanze, bambini, fiorellini, gattini, cagnolini. Persone normali. [..] Padri di famiglia, onesti lavoratori, elettori coscienziosi.

Per sfuggire alla condanna, non solo quella del web, ma anche da quella dello Stato, i tre protagonisti dovranno inventarsi una strategia che consenta loro di sparire nuovamente, “nascondersi dietro un sasso”, per continuare a vivere tranquilli.

Tra i personaggi che affiancano i tre protagonisti, c'è anche un investigatore “con gli stivali texani” che ricorda solo lontanamente l'Alligatore, ma è solo un richiamo in questa storia che accade in un luogo che l'autore ha scelto volutamente di non rendere identificabile.
Perché ci si deve concentrare sulle storie, sugli incastri, sulle relazioni che legano persona a persona, rendendo ciascuna di esse come dotata di più facce, più personalità.
In un delitto tutti guardano al carnefice e alla vittima. Ma intorno a loro c'è un mondo di persone che reagiscono in modo diverso, travolte dal dolore o dalla rabbia che modificano per sempre la loro esistenza.
Non fatevi ingannare dagli stereotipi, ci dice Massimo Carlotto, un errore sempre più comune nella nostra frettolosa civiltà moderna.

La scheda del libro sul sito di EdizioniE/O
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

24 gennaio 2020

Il panico


Ogni anno in Italia migliaia di persone si ammalano e muoiono a seguito di malattie causate dall'inquinamento dell'aria.
Inquinamento che coinvolge un quarto dei capoluoghi italiani, specie al nord, dove in quasi tutte le grandi città. 
Di fronte a questi numeri, di fronte a queste morti, forse potremmo ridurre il panico per l'epidemia in Cina.

Di fronte ai morti per amianto, uccisi perché proteggere la vita degli operai di Casale, degli impiegato, delle persone che respiravano quell'aria mefitica, costava troppo ai bravi padroni svizzeri.

23 gennaio 2020

L'odiatore della porta accanto - da La signora del martedì (Carlotto)


Alfonsina si rese conto di non riuscire a staccarsi dallo schermo. Leggeva i commenti e cercava informazioni sulle persone che li avevano scritti. Volti in posa, sorridenti, foto di vacanze, bambini, fiorellini, gattini, cagnolini. Persone normali. Come gli uomini che in privato le inviavano primi piani dei loro cazzi con richieste di incontri. Padri di famiglia, onesti lavoratori, elettori coscienziosi.Da La donna del martedì Massimo Carlotto
Una donna, accusata nel passato di un crimine e oggi finita nuovamente nel "tritacarne mediatico" di stampa e web. 
Insultata, minacciata, senza possibilità di discolparsi da persone sconosciute, tutta brava gente, che sui social diventano gli odiatori della porta accanto.
E questo è solo uno degli spunti di riflessione del nuovo libro di Carlotto.

La tragedia di un uomo ridicolo in un paese ridicolo

In molti l'hanno considerata quasi una goliardata, la provocazioneo o il blitz di Salvini contro lo spacciatore, altri invece hanno reagito giustamente in modo preoccupato a questo ennesimo gesto di propaganda contro gli immigrati.
Non importa a Salvini: quello che conta è che si parli di lui.

Sarebbe opportuno però chiarire alcune sulla vicenda: nel quartiere del Pilastro lo spaccio esiste, esistono spacciatori ed esistono persone che vanno lì a comprare droga.
La signora Biagini, che ha accompagnato l'ex ministro nel tour nel quartiere, ha pure visto un figlio morire per droga: per questo aveva scritto via facebook a Salvini nel gennaio del 2019, chiedendo di venire lì a verificare coi propri occhi il problema.
L'ex ministro in un anno non ne ha avuto tempo, è andato al Pilastro solo nei giorni della campagna elettorale: se c'è un problema di spaccio, l'ex ministro ne è anche in parte responsabile.
Cosa ha fatto nei suoi mesi al governo (non contro i piccoli spacciatori, ma contro chi gestisce il grande traffico)?

Siamo un paese ridicolo, con gente ridicolo che viene gonfiata anche da quei giornali che dovrebbero raccontare fatti e storie, fare analisi, fare domande.
Perché oggi al Pilastro lo spaccio continua.

PS: è proprio con queste sceneggiate che si sdogana il razzismo, esattamente come tanti anni fa gli indifferenti alle violenze squadristiche aprivano le porte al regime.

22 gennaio 2020

Caldo in inverno di Joe Lansdale


Uno Le questioni di vita o di morte talvolta iniziano come cose semplici. Mi trovavo nel giardino sul retro insieme a mia moglie, ed ero alla griglia del barbecue ..

Breve e feroce questo giallo di Lansdale, con un protagonista nuovo, un ex militare costretto a tornare ad impugnare le armi per difendere la sua famiglia, Tom Chan.
Testimone di un omicidio stradale in cui è coinvolto il figlio del capo della Dixie mafia, una specie di banda criminale che terrorizza il Texas orientale, Tom decide di raccontare tutto alla polizia locale, che sembra quasi riluttante nell'accettare la sua testimonianza.
Sanno che se la notizia arrivasse alle orecchie del boss, un certo Pye Anthony, questi potrebbe fargliela pagare.
Cosa diavolo avrei potuto fare? Se non avessi testimoniato, l’assassino di Maddy l’avrebbe passata liscia. Quella donna non lo meritava. Se invece avessi testimoniato, la mia famiglia sarebbe stata in pericolo.

Ma Tom è deciso nel voler fare la cosa giusta, nonostante sia ora un piccolo commerciante: certa feccia deve essere tolta dalla strada.
Ma non sempre è bene fidarsi della legge e della polizia, specie se ci sono tanti spifferi dalla parte sbagliata: allora se non puoi fidarti della legge, devi difenderti da solo, magari facendoti aiutare da qualcuno che sappia usare le armi.
Così Tom, all'improvviso, si ritrova in un gioco più grande di lui, dopo che la Dixie mafia lo ha minacciato, lui e la sua famiglia, la moglie Kelly e la figlia Sue.
Credevo che, in un mondo civilizzato, spettasse alla legge. Ma se la legge non c’era? E se il mondo non era poi così civilizzato? E se non potevi fidarti della legge?

Se non puoi fidarti della legge devi fidarti degli amici, di quegli amici che hanno diviso con te la guerra la violenza della guerra in Afghanistan: come Cason Statler, giornalista in una cittadina non lontana da LaBorde (un personaggio che abbiamo già incontrato un un precedente romanzo).
E come il suo amico, Booger, un personaggio che avresti potuto anche definire uno psicopatico (per la sua passione nell'uccidere) ma che, in momenti come questi, è meglio avere dalla tua parte che da quella dei tuoi nemici.
Vedendolo, ti chiedevi di che etnia fosse. Nera, forse, anche se più un color caffè con qualche goccia di latte. Ispanica? In parte asiatica, come me?

Non troviamo Hap e Leonard, ma il loro spirito aleggia nell'aria in questo racconto dove pure ritroviamo altri personaggi presenti in diversi romanzi: dal giornalista Cason a Sunset Jones, protagonista di Tramonto e polvere..
Diede un colpetto al vetro della foto e disse: «Vedi quella donna?». 
«Sì. Al giorno d’oggi la definiresti arrapante.» 
«È mia nonna.» «No» dissi. 
«Sì. Sunset Jones. Un tempo, faceva la poliziotta.

Il piano per salvare Tom e la sua famiglia è, drammaticamente, semplice: uccidere tutti i nemici, contando sul fattore sorpresa e su chi dei due sarà più cattivo
Siamo preparati a qualsiasi cosa tranne che a un ippopotamo incazzato. E magari anche a quello, se non è in gran forma.»

Un Lansdale in versione selvaggia, in un noir che potrebbe essere ambientato nel vecchio Far West, tanto lontana sembra la legge, la giustizia, lo Stato.
Eppure siamo in America, in un caldo inverno non solo per il clima del Texas orientale, ma per il caldo della tensione in cui viene sbattuto il protagonista. Uccidi o vieni ucciso, questo il dilemma.
Buona lettura!

La scheda del libro sul sito di Mondadori
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

21 gennaio 2020

Presadiretta – Vite a domicilio (il costo dei negozi online)

Presadiretta non dimentica Giulio Regeni: e se i servizi egiziani avessero usato uno spyware realizzato in Italia per spiare Giulio?
Basta un messaggio, una mail e il tuo cellulare diventa il tuo spione, controlla quello che guardi, i siti, dove vai.

Gli spyware sono armi di repressione politica, sono usati contro giornalisti come Assiri, sgraditi ai sauditi, o sgraditi come Khassogi.
Si ipotizza che gli arabi conoscessero i movimenti del giornalista grazie ad uno spyware prodotto da un'azienda italiana, Hacking Team.

Abbiamo venduto questo prodotto a paesi che non rispettano i diritti umani, col beneplacito di diversi governi, con la scusa della lotta al terrorismo.
Hacking Team, dopo un'attacco informatico, è stato salvata da un investitore saudita: ma la stessa tecnologia è stata venduta anche all'Egitto, secondo una europarlamentare di Alde è molto probabile che Giulio Regeni sia stato spiato da un sw italiano.

La licenza ad Area Spa è stata revocata nel 2017, ma il TAR ha dato loro ragione e dunque potrebbe aver continuato a vendere all'Egitto: le licenze sono concesse dal Mise, Presadiretta ha contattato un dirigente del Mise che ha preferito non commentare.
Ai giornalisti è stato negato l'accesso ai documenti che mostravano quali aziende italiane lavorano in questo settore esportando i loro sw in paesi come Egitto e Arabia: non basta dire che si rispetta la legge, bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, stiamo aiutando dei paesi che non rispettano i diritti civili.
Gli spyware sono armi che prima o poi si ritorcono contro di noi.


Presadiretta parla del commercio online, una vera rivoluzione che sta già cambiando la nostra vita. Ma a che prezzo?
Il mondo è piccolo, con un click le merci arrivano dappertutto, ci sono 20mila rider che portano il cibo a casa, è un mondo che non conosce sabati o feste, è una macchina sempre accesa.
Le persone che lavorano in questo settore hanno una vita gestita dall'algoritmo che dice cosa fare e in che tempo: la tecnologia è usata non per migliorare la nostra vita, non solo comunque, ma per distruggere i diritti umano – racconta Ken Loach.

C'è poi l'aspetto delle emissioni di co2, aumentate con le spedizioni a breve tempo, delle merci invendute che alla fine sono distrutte.

Questa rivoluzione cambia la nostra vita, la faccia delle città, il lavoro di alcune persone: ma tutto questo ha un costo.
A cominciare dall'imballaggio dei pacchi, per tutti i prodotti che si comprano in questo mercato globale.

L'e-commerce in Italia è cresciuto del 15% e crescerà ancora: tra i costi però bisognerebbe metterci i costi ambientali, perché per garantire le consegne rapide, anche per pochi prodotti, si costringono i corrieri a girare per le strade italiane con carichi non efficienti.

Amazon ha una impronta ambientale paragonabile a quella della Svezia: tutto colpa di Prime, per quei 5 miliardi di pacchi spediti tutti i giorni e che sono consegnati in giornata.
Tutto questo è garantito da una tecnologia all'avanguardia nei capannoni di Amazon, dove tutto è guidato da un algoritmo, dall'operatore al camion fino al centro di smistamento.
Dal centro di smistamento, partono i driver che coprono l'ultimo miglio, fino a casa.

Massimo Marciani, esperto di logistica, parla di vasi comunicanti per spiegare come funziona la piattaforma, dalla fabbrica cinese ai magazzini, fino al driver: un sistema che ha un forte impatto ambientale per il modo in cui si scambiano le merci.
Anziché le navi, si usano gli aerei, anziché furgoni pieni, viaggiano furgoni semivuoti che raggiungono le nostre case: è un sistema di logistica non sostenibile, raccontano al MIT Initiative.

Perché non aspettare qualche giorno la consegna, se si possono emettere meno inquinanti, per evitare di peggiorare le condizioni del pianeta? Perché Amazon non è trasparente?
Il responsabile Amazon in Europa per la sostenibilità parla di investimenti in energia rinnovabile, vorrebbero arrivare alle zero emissioni al più presto.

Col sistema del Prime, Amazon fa fuori la concorrenza, ma se le persone conoscessero gli impatti, sceglierebbero ancora l'invio in giornata?
Un forte impatto lo hanno anche i resi che sono molto alti specie nel vestiario: molti resi significa molte merci che viaggiano sulle strade e, di conseguenza, troppi imballaggi che alla fine finiscono nei rifiuti.

Rossano Ercolini, autore di Rifiuti Zero, ha analizzato i diversi packaging dei negozi online: cartoni col lo scotch, pacchi in plastica che non sempre è riciclabile .. tutti gli imballaggi presentano qualche problema, merce per inceneritori, con tutto ciò che ne consegue.

Bisogna ridurre la plastica e gli imballaggi: Amazon ci sta provando, con un progetto chiamato shopping on container, dove si vuole ridurre l'imballaggio mantenendo integro il prodotto.
Stanno ordinando centomila veicoli elettrici, sempre in quest'ottica.

Presadiretta ha raccontato col servizio di Teresa Paolo, lo scandalo dei prodotti invenduti, da fornitori terzi: alcuni sono ritornati al fornitore, altri sono destinati alla distruzione, sono etichettati come “destroy”.
Sono oggetti a volte nuovi, ma invenduti – racconta un ex dipendente di Amazon a Vercelli: il costo dello stoccaggio è un costo per i fornitori, così viene offerto loro l'opportunità di distruggerli, come da testimonianze raccolte da giornalisti di Mani tese.

Teresa Paoli ha incontrato anche un giornalista di Capital, in Francia: in Francia in un anno si distruggono circa 3ml di oggetti secondo la sua stima, oggetti nuovi a volte, di venditori cinesi che non hanno interesse a ritirare la loro merce.

Perché gettarli e non donarli?
Parliamo di pannolini, giocattoli, libri, televisori: succede in Francia, in Germania e anche in Italia. Prodotti nuovi, con etichetta: ogni giorno sono distrutti da 3000 a 15mila oggetti, di cui il 30% nuovi.

A Vercelli sono riusciti a far donare il cibo per cane, non scaduto, ad un canile: il resto ha avuto destinazione destroy.
Perché di questo non se ne parla? Perché farebbe fare una brutta figura ad Amazon, che ha solo l'interesse di liberare lo spazio nel magazzino.
Tutto legale, certo: è una scelta indotta da un regime contrattuale del tipo prendere o lasciare, dove i fornitori hanno margini molto bassi.
Un sistema che alla lunga presenterà un costo alla collettività: il professor Fabio Iraldo ha stimato il costo di questa logica del destroy.
Per cento forni a microonde è come se sprecassimo la quantità di acqua per produrre 29 tonnellate di pomodori.
Amazon offre diverse possibilità ai fornitori – spiega il responsabile Amazon sulla sostenibilità: vorrebbero portare questa percentuale a zero, in Inghilterra sono riusciti a far donare questi beni, mentre in Italia c'è un problema di tasse.
In Italia si pagano tasse se si donano beni mentre non se ne pagano se si distrugge: perché non cambiano la legge allora?

Il ministero dell'Ambiente sarebbe anche d'accordo, racconta un dirigente: aspettiamo che dalle parole si passi ai fatti.

Il commercio online traina il settore del commercio: chi ci sta perdendo in questa crescita è il commercio al dettaglio. Nel 2019 sono 5000 i negozi che hanno chiuso, specie nei piccoli centri, come a Bedonia sull'Appennino.

In poco tempo hanno chiuso negozi di alimentari, di prodotti al dettaglio: l'amministrazione ha fatto di tutto per non far chiudere i negozi, ma non c'è stato nulla da fare.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'iniziativa “un click per la scuola”: una campagna di marketing, che ha danneggiato di fatto la vita nella comunità.

Compri su Amazon e do qualche soldo alla scuola di Bedonia: ma alla fine togli vendite ai commercianti del comune, che avrà meno tasse incassate, che avrà meno persone nel territorio perché se i negozi chiudono la gente va via.
LA battaglia contro Amazon non è ad armi pari: Amazon non paga le stesse tasse dei commercianti, è una sfida di topolino contro l'elefante racconta una di questi.
I commercianti comprano i prodotti ad un prezzo maggiore rispetto a quello della multinazionale, le persone sono attirate dall'online, col risultato da far spegnere le luci nelle piccole città.

Ad armi pari è la battaglia dei commercianti: si parla di web tax, introdotta di recente, si tassano i servizi al 3% ma non le merci vendute.
È una battaglia che va portata avanti come Europa: si rischia di arrivare ad una situazione di potenziale monopolio, da parte di un gigante che un giorno potrebbe decidere da solo i prezzi.

E la questione dei posti di lavoro? Il commercio online non dà lavoro come il commercio manuale – ha spiegato il responsabile per Reggio Emilia di confcommercio Massarini.

L'ultimo miglio.

Teresa Paoli ha visitato il centro di smistamento di Amazon di Settecamini: la responsabile del centro spiega alla giornalista quanto l'azienda tenga alla sicurezza nel lavoro.
E le accuse di pretendere la velocità? Lo dice chi non ha mai lavorato in Amazon.
In effetti di come si lavori dentro Amazon si sa poco: la pressione sulla velocità ha portato a diversi scioperi, dei dipendenti e dei corrieri.
Quelli che lavorano per “l'ultimo miglio”, come Patrizio, driver di Amazon: driver che devono soddisfare la logistica del capriccio dei consumatori, come la definisce Massimo Marciani presidente di Freight Leaders Council: il consumatore ha l'esigenza di soddisfare una sua esigenza senza avere la preoccupazione di come queste esigenza verrà soddisfatta, senza chiedermi come questo capriccio possa compromettere il futuro delle prossime generazioni.

Tutta la pressione del consumatore, per avere la merce in fretta, ricade sui driver e sui fattorini, l'unico contatto umano della piattaforma.
I driver lavorano per società esterne alla compagnia ma devono soddisfare alla lettera i dettami di Amazon: quante consegne, in quanto tempo, soste in doppia fila … si dovrebbe educare l'algoritmo ad avere tempi più “umani”.

Alessio – uno dei driver, guadagna 1400 euro al mese: non si lamenta dello stipendio, ma dei ritmi, del rapporto umano che manca, il sentirsi una macchina.
Non ci si può fermare mai.

Donato e Valerio sono due rappresentanti sindacali dei driver Amazon: questo lavoro è fattibile, ma non tutti i giorni, ci sono problemi per la sicurezza, perché pur di consegnare si parcheggia ovunque, si prende una multa e la paghi perché le città non sono predisposte per i driver.
Il mondo delle consegne è cambiato, c'è questa ossessione del tempo: non tutti reggono i ritmi.

I driver hanno vinto una prima battaglia avendo ricevuto uno stesso contratto, la seconda sarà quella di far conciliare il lavoro con la vita delle persone, che non possono essere spremute come limoni.

Non ci sono solo i driver di Amazon per la strada: in Italia sono 23mila i corrieri, alcuni di loro pur avendo un contratto di logistica oltre una certa soglia di consegne lavorano a cottimo, come fossero dei padroncini.
Ci sono consegne non effettuate che non sono pagate, c'è il rischio di essere derubati: vorrebbero essere trattati come lavoratori, con un cartellino timbrato all'inizio e alla fine della giornata.

Ken Loach ha raccontato la vita di questi lavoratori: Teresa Paoli l'ha intervistato, dopo il suo ultimo film che racconta i lavoratori della gig economy, lavoratori alla spina.
Lavoratori che non sono lavoratori, se vanno in vacanza non sono pagati, se si ammalano non sono pagati: le nuove occupazioni create dalla gig economy sono queste, lavori pagati poco e questo sta causando un aumento della povertà infantile in Inghilterra.
Ken Loach ha firmato un appello contro Amazon, ma punta il dito anche contro i consumatori: è nel nostro interesse che la gente abbia un lavoro adeguato e ben retribuito.
Ma Amazon non cambierà mai da sola: i politici hanno una totale responsabilità in questo cambiamento, il problema non è la tecnologia, ma chi la controlla, dovrebbe essere usata per migliorare la vita degli altri e invece viene usata per distruggere i diritti nel mondo del lavoro.

I rider della gig economy

Lisa Iotti aveva raccontato questi rider due anni fa nella puntata “Lavoratori alla spina”: lavoratori a cottimo governati da un algoritmo.
Per avere uno stipendio pari ad un operaio si deve correre, per la città col sole e con la pioggia.
Per prendere 7 euro a consegna: lavorando 50 ore a settimana, sette giorni su sette si arriva a 1400 euro.
Ma e sei straniero, guadagni anche meno, perché non hanno documenti o anche perché semplicemente, si trattengono i soldi.
Se sei nero, sei invisibile: la procura di Milano ha aperto un'inchiesta sul caporalato nel mondo del food delivery.

Finché non ci sarà un contratto che normi questo lavoro, tutte le storture di questo mondo saranno scaricate sui rider.
Dal 2 novembre esiste il decreto sui rider: ci sono tutele, l'abolizione del cottimo, esiste una paga minima, ma entrerà in vigore tra un anno e le aziende potranno contrattare la sua applicazione.
Le aziende di Assodelivery hanno reagito minacciando di abbandonare il paese: pare che in Italia non si possa fare impresa rispettando diritti e tutele delle persone.

Nemmeno per le persone che consegnano la spesa a domicilio, come i non dipendenti di Supermercato24: 500 shopper, 500 persone che lavorano senza formazione né tutela.
E' questo il mondo e il lavoro del futuro?
Un mondo dove le persone sono parti governate da un algoritmo?