05 gennaio 2020

Milano 1949, Maugeri e i delitti del CRAL, di Fulvio Capezzuoli



L’uomo aveva appoggiato entrambi i gomiti sul tavolo e teneva le mani strette intorno a un bicchiere d’acqua. Tremava, e quando si portò il bicchiere alle labbra, una parte del contenuto cadde sulla tovaglia di tessuto verde e lui rimase a contemplare la macchia che si era formata. Aveva appoggiato la giacca alla spalliera della sedia, allentato la cravatta e aperto il collo della camicia. Poteva avere quarant’anni, era minuto e la smorfia che gli attraversava il volto rendeva ancor più sgradevoli i lineamenti già molto marcati. 
L’ispettore Palumbo, che gli sedeva accanto, vedendo il bicchiere vuoto, gli chiese: – Ancora dell’acqua?L’uomo fece no con la testa senza che il tremito diminuisse.

Milano, marzo 1949.
Un nuova indagine per il commissario Maugeri, funzionario della squadra Mobile di Milano negli anni del primo dopoguerra: un'indagine per un omicidio a seguito di una rapina presso il bar del Circolo Ricreativo delle Assicurazioni Lombarde, il CRAL. Una rapina che ha fruttato per i due ladri poche lire e che però ha lasciato a terra uno dei due baristi presenti nel circolo, Luigi Manes.
A raccontare come sono andate le cose ai funzionari della Mobile, l'altro barista il signor Ballardin, che ha assistito alla rapina e a quei due corpi che hanno colpito al cuore il morto.

Una strana rapina: il circolo è sì frequentato dai dipendenti delle Assicurazioni Lombarde, ma di soldi ne girano pochi, specie in quella sera. Ancora più strano quello che emerge dall'analisi del corpo della vittima, uccisa con due colpi al cuore, sparati a distanza di qualche metro, come se più che colpi sparati per caso si fosse trattato di una esecuzione.
Vittima che indossava una parrucca, portava degli occhiali finti e, per completare una sorta di camuffamento, anche i baffi.

Chi era questo Luigi Manes, facchino alle Assicurazioni? Alla squadra di Maugeri, composta dai due ispettori Valenti e Palumbo, risulta difficile risalire alle sue informazioni personali: il suo libretto è sparito, era molto riservato della sua vita privata coi colleghi. Dalla perquisizione di casa viene fuori poco o nulla, se non una banconota da 5 sterline.
Non una relazione, un amico o un'amica, niente.
Il segretario del CRAL riporta un episodio avvenuto pochi giorni prima: mentre usciva dal circolo Manes ha incrociato una ragazza bionda che lo ha osservato a lungo, prima che lui se ne andasse via, lasciandogli l'impressione che si conoscessero.
Il commissario girò un altro interruttore e videro entrambi che Eugenio Ballardin era tranquillamente a mollo nella vasca piena d'acqua, la testa appoggiata sul bordo, occhi e bocca spalancati. Sembrava guardare con aria sorpresa i due uomini che stavano violando la sua intimità. Tutto appariva assolutamente naturale, tranne il fatto che l'uomo immerso nell'acqua fosse vestito di tutto punto.

Manes non sarà l'unica vittima della storia: anche il collega Ballardin viene trovato morto in casa, dopo che per giorni si era assentato dal lavoro senza avvisare i responsabili.
Viene trovato morto nella vasca da bagno, con dei segni di violenza sul corpo, come se qualcuno lo avesse tenuto fermo, per estorcergli delle informazioni.

Diversamente da Maners, qualcosa sul passato della seconda vittima viene fuori: aveva lavorato a Torino come chimico, fino al suo arresto da parte dell'OVRA nel 1942, per essere trasferito a Carbonia.

Difficile pensare che i due delitti non siano collegati, ma la ricerca di un possibile movente porta Maugeri e i suoi nel buco nero del passato delle due persone.
Cosa ci facevano un ex tipografo come Manes (che forse nemmeno si chiamava così per il suo camuffamento) e un ex chimico come Ballardin a fare i facchini e poi i baristi al CRAL?

Sono domande che assorbono tutte le attenzioni di Maugeri sacrificando anche il tempo che potrebbe trascorrere con la moglie e col figlio.
Per cercare di dargli una risposta dovrà ricorrere a tutte le sue conoscenze, dal quel professor Allasio, profondo conoscitore dei fatti della seconda guerra mondiale (e che avevamo incontrato nel passato romanzo, “Natale col commissario Maugeri”), fino ai colleghi della Questura romana, che dovranno controllare una bella bionda, che aveva conosciuto una delle due vittime.
E che a Maugeri aveva raccontato di come Manes, o come si chiamava, era spaventato da qualcosa che gli era successo nel passato: “Puoi cercare di rifarti una vita, fuggire lontano, cambiare i connotati, ma prima o poi quelli riusciranno a trovarti e allora per te sarà finita, proprio finita”.

C'è una seconda indagine in cui è coinvolto Maugeri, slegata almeno all'inizio dai due morti del CRAL, ma che farà da spunto per la soluzione del caso: a Milano la polizia non riesce ad acciuffare una banda di falsari che hanno messo sul mercato una serie di banconote da dieci mila lire (quelle vecchie banconote grandi come un lenzuolo) quasi indistinguibili da quelle uscite dalla zecca italiana.

L'indagine è affidata al commissario Aiello, appena trasferito da Roma per punizione: il vice questore, superiore di Maugeri, chiede di aiutarlo in questo caso, nonostante la scarsa simpatia di cui gode Aiello in Questura, per i suoi modi rudi.

Amo le indagini di Maugeri, non solo per il carattere e i modi di questo investigatore, attento scrupoloso, capace di ascoltare i suoi collaboratori ma anche di seguire le sue intuizioni.
Maugeri è stato, negli anni in cui in Italia si è combattuta la guerra di liberazione, tra le fila dei partigiani, ha fatto una scelta importante e di cui, terminata la guerra, ha pagato le conseguenze, essendo stato messo in disparte dai vertici della Questura (se la guerra era finita, la guerra fredda stava per iniziare e gli ex partigiani, specie quelli rossi, non erano ben visti nei posti chiave dello Stato).

Nelle sue storie viene fuori la Milano del dopoguerra, con tutte le ferite lasciate dal conflitto non solo per le macerie ancora visibili, ma anche per le difficoltà che le persone incontravano nella vita di tutti i giorni.
Era una Milano dove ci si muoveva coi mezzi, poche erano le auto, non esistevano televisioni e la sera, dopo cena, si ascoltava la radio o si stava tutti assieme, semplicemente, a raccontarsi le storie.
La Milano che a marzo festeggiava l'arrivo della primavera con la fiera del “Tredesin de Marz”, con le bancarelle allestite fuori dei bastioni di Porta Romana: bancarelle che vendevano volatili, e collane di castagne, raccolte l'autunno precedente e cucinate al forno. Una leccornia per quell'Italia che aveva tanta voglia di vivere e di mettersi alle spalle tutte le sofferenze.
Maugeri riprese la banconota e stava per reinserirla nella cartellina, quando Bottinelli lo interruppe sorridendo. - A meno che sia un campione proveniente dall'operazione Bernhard, che lei certo non ha mai sentito nominare perché ...

Ma ci sono anche altre ferite che, sebbene siano passati anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ancora fanno male: una di queste sarà alla radice dei delitti del CRAL, una storia poco nota del conflitto e di cui l'autore racconterà a fine libro i dettagli a cui si è ispirato per questo giallo.

La scheda del libro sul sito di Todaro Editore e il link per scaricare il primo capitolo.
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