27 gennaio 2020

Com'è potuto succedere – La giornata della memoria (1945 – 2020)


Com'è potuto succedere – la domanda che spesso ci si pone, dopo aver visto le immagini dei lager, del filo spinato, le persone ridotte a scheletri umani, persone non persone, ridotte a larve, sottoposte a violenze inimmaginabili prima di morire, sparire come vento dal camino dei forni crematori?

La giornata della memoria, che ogni anno rischia di diventare solo un guscio vuoto di retorica e parole di circostanza (condito dai selfie scattati dai luoghi dell'orrore come Auschwitz), ci costringe a rispondere alla domanda di prima.

Perché questo è successo.
I forni, i campi di concentramento, la stella gialla (o rossa) sulla divisa a strisce, una razza superiore che voleva fare pulizia nel mondo, che doveva essere ripulito dalla “feccia” ebrea (e anche degli zingari, degli omosessuali, dei comunisti, di persone con disabilità). Sotto-uomini, untermensch, li consideravano i nazisti.
Vite indegne di essere vissute: dunque dovevano essere identificati, con quella stella, tenuti lontano dalle brave famiglie ariane (non pensate solo ai tedeschi, è successo pure qui in Italia), tenuti lontano dalle scuole, dalle università, spogliati dei loro beni.
Infine raccolti tutti assieme in carri piombati e spediti nei lager.

Attenzione, la Schoa non è frutto solo della pazzia di un uomo, Hitler il cui odio nei confronti degli ebrei, responsabili di tutte le disgrazie del popolo germanico, era noto dai tempi del Mein Kampf.
I lager, la loro costruzione, le camere a gas, i treni che portavano quelle non persone a morire, il loro rastrellamento, sono frutto di menti intelligenti.
Auschwitz era talmente perfetto, che non poteva essere fatto da gente intelligente.. gente colta, preparata. Un luogo per uccidere il maggior numero di esseri umani”.
Gente come il dottor Mengele, il dottor morte, che di giorno selezionava i bambini per i suoi terribili esperimenti, persone trattate come cavie, e alla sera tornava a casa a raccontare le fiabe ai bambini prima di mandarli a letto.
La “banalità del male” di cui ci ha parlato Hanna Harendt è questa: Mengele, Eichmann e gli altri coscienziosi responsabili del genocidio ebraico non erano dei malati di mente, avevano superato solo quel confine che ti porta a vedere nell'altro, in chiunque altro, un essere umano con una sua dignità.

Ma dietro questi burocrati della morte, c'era anche la massa di persone che ha girato la testa dall'altra parte, che ha scelto di non scegliere.
Non vedere gli ebrei che sparivano.
Non vedere i camion coi rastrellamenti (che in Italia dopo l'8 settembre 1943).
Non vedere le case, i negozi, con le scritte “qui sta un ebreo”.
Non vedere le distruzione dei negozi ebrei, come successo nella civile Germania dopo la notte dei cristalli, pensare che in fondo se l'erano cercata ..

Leggetevi il breve romanzo di Hugo Bettauer, la Città senza ebrei, scoprirete quanto profonde sono le radici dell'antisemitismo, dell'odio nei confronti degli ebrei, accusati di complotti contro la sana nazione austriaca (ma vale lo stesso per la Germania), di non integrarsi, di corrompere il loro modo di vivere

.. noi non ebrei non possiamo continuare a vivere vicino e tra gli ebrei, perché ciò che non si piega si rompe: o noi rinunciamo al nostro modo di essere e alla nostra natura cristiana o gli ebrei alla loro. Nobile Assemblea!

Sono parole che risuonano ancora oggi, perché la mala pianta del razzismo, dell'odio nei confronti dei diversi, che siano ebrei, immigrati, neri, è ancora viva.
Ancora oggi si scrive qui vive un ebreo, in Italia nel 2020.
Significa che abbiamo ancora bisogno di ricordare, di pensare, su quanto è stato.

Due libri utili appena usciti per questo esercizio
L'angelo di Monaco di Fabiano Massimi
La città senza ebrei di Hugo Bettauer

E, chiaramente, Se questo è un uomo di Primo Levi

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