Nel nuovo governo c'è un nuovo
ministero, quello per la democrazia diretta, con a capo il ministro
Fraccaro: la considera la sua missione politica, restituire la
sovranità al popolo.
Si avverrà così la profezia di
Casaleggio, verrà un giorno senza partiti e parlamento?
Ma come funziona la piattaforma
Rousseau? E' manipolabile o è sicura?
Il ministro Fraccaro rassicura: pur non
essendoci la sicurezza al 100%, la piattaforma è sicura.
Ma tutte le decisioni, il cuore della
democrazia diretta passa da lì.
Il ministro ha risposto che gli iscritti sono decine di migliaia,
una differenza forte coi milioni di voti presi dal Movimento.
Il M5S non ha milioni di attivisti,
sono molti meno: le dinamiche interne portano poi al voto. Non conta
il numero ma il metodo.
Peccato che Di Maio si sapeva che
avrebbe vinto ..
L'accusa che si fa a Rousseau è che
parte della democrazia passa ad una associazione privata (sebbene no
profit).
Ogni partito può scegliere come
organizzarsi - la risposta di Fraccaro.
L'altra limitazione della democrazia
diretta è che tutto può essere risolto con un voto si o no.
Fraccaro ha risposto che gran parte del
lavoro in Parlamento sia votare si o no: ci sono poi i voti su
indulto e amnistia che non passeranno dalla democrazia diretta.
Altra proposta di Fraccaro è
l'eliminazione del Quorum: qui il rischio è che si porti al centro
della democrazia questioni poco importanti o che interessano solo una
piccola parte del paese.
È importante vedere cosa è successo
negli altri paesi dove i provvedimenti della democrazia diretta sono
stati adottati: anche dall'Europa arrivano indicazioni
sull'abolizione del Quorum per aumentare la partecipazione dei
cittadini.
Questa settimana si discuterà di class
action, di anticorruzione e di legittima difesa.
Cosa ne pensa del decreto sicurezza –
l'ultima domanda di Iacona: si costruiscono clandestini e si chiudono
gli Sprar.
Si sono d'accordo con questo decreto –
la risposta del ministro - c'è il caos e dobbiamo portare regole e
certezze ai cittadini. Con la legalità e l'ordine è più semplice
poi occuparsi di accoglienza.
Ci sono in questo paese già tanti
esempi di democrazia partecipata: cittadini che di fronte all'inerzia
dello Stato, si sono rimboccati le maniche e hanno realizzato il
cambiamento.
Cittadini alla riscossa (il link per rivedere la puntata).
Roma est, parco archeologico di
Centocelle: qui si trovano tre ville romane, che la soprintendenza ha
ricoperto.
Il comitato Centocelle Libero ha
intenzione di riportare le ville alla luce per creare qui un grande
polo culturale.
Verde, piste ciclabili, una pista per
canottaggio: per realizzare il progetto serviva bonificare il parco
dall'immondizia.
Il comune ha incaricato il servizio
giardini di rimuovere i rifiuti, nel 2017: dopo un anno i rifiuti
sono ancora lì, una discarica a cielo aperto.
Il servizio giardini non solo non è in
grado di occuparsi dei rifiuti nel parco archeologico, ma anche della
pulizia dei marciapiedi e delle aiuole.
Sporcizie e immondizie nei cestini,
anche in zona Tuscolana.
Stessa situazione se ci si muove verso
il centro: di fronte allo Stadio Olimpico, villa Pamphili, la rotonda
di fronte alla Piramide Cestia e perfino il Colosseo.
Stessa situazione di abbandono, di
cattiva gestione dei rifiuti, alberi non curati che sono caduti e i
cui resti sono rimasti per terra.
Il verde pubblico a Roma è affidata
al 59% a ditte esterne: nel 2014 le gare sono state bloccate,
perché questo sistema è rientrato nell'inchiesta di Mafia capitale.
Col risultato che oggi sono i cittadini
a pagare: la capitale non è in grado di gestire il suo verde, il neo
assessore si è difeso sostenendo che oggi si sono preoccupati di
ripristinare la legalità dentro il dipartimento.
Oggi il personale giardini è composto
da 103 dipendenti: erano 1500 nel 1995.
E così ci si deve affidare alle
pecore, nei parchi in campagna: peccato si siano presentati solo in
due ai bandi.
Neanche con le pecore ce l'abbiamo
fatta …
Oggi a Roma si fa poca gestione
ordinaria: ma c'è gente che non sta a guardare dalla finestra questa
situazione e si sono messi a fare quei lavori che erano in carico a
comuni e province.
Paolo e Luciano sono due signori che
hanno deciso di prendersi cura del parco degli acquedotti di Roma:
ogni giorno ciascun membro dell'associazione che si è creata in
pochi anni si occupa di un pezzo di verde pubblico.
Lo hanno fatto da soli, senza alcun
contributo, contando sulle loro forze.
I volontari del movimento retake ogni
giorno si danno appuntamento per rimuovere immondizia, togliere
scritte sui muri: il decoro urbano che da diverso tempo non è più a
capo dell'Ama lo fanno loro.
Dal 2014 si sono trasformati in una
Onlus, un modello copiato in altre città d'Italia: le persone
possono fare tanto coi loro comportamenti individuali, come stimolo
per gli altri e per l'amministrazione comunale.
Le persone dimostrano che le cose
possono cambiare: io cancello le scritte sui muri, ma poi mi aspetto
da te comune una soluzione strutturale.
Simone Baglivo è un socio
dell'associazione Retake che è stato premiato dal presidente
Mattarella: per l'impegno e la passione che queste persone mettono
ogni settimana. E anche la passione per la città.
E la sindaca Raggi? L'associazione ha
chiesto al sindaco di togliere o snellire pezzi di burocrazia, per le
loro attività. Servono le autorizzazioni da enti diversi (e con
tempistica diversa) per rimuovere rifiuti, per togliere le scritte
che imbrattano i muri.
Succede allora che ci sono persone che
usano la “disobbedienza civile” per mostrare al comune che certe
regole, se stupide, non devono essere rispettate.
Gli amici di Villa Leopardo sono
disobbedienti: alcuni di loro sono stati multati da agenti, mentre
stavano raccogliendo rifiuti per le vie di Roma.
Perché la legge dice che serve
un'assicurazione per rastrellare via i rifiuti.
“In questo modo si va a castrare la
volontà delle persone” .
Servirebbe un regolamento per la
gestione condivisa dei beni comuni: l'amministrazione deve
collaborare con le associazioni, questo viene chiesto al Campidoglio.
Questo mettersi in gioco, questo lavorare gratis per tutti deve
essere normato in modo trasparente.
Per una collaborazione attiva tra
cittadini e comune: succede già in altri comuni, come Firenze e
Milano o Bologna.
Una serie di giuristi ha scritto le
basi della “cittadinanza attiva”, a Bologna nel 2014:
agevolazioni tributarie, aiutare i cittadini a realizzare le sue
idee. Si chiede al pubblico di aiutare e coinvolgere i cittadini,
perché il comune da solo non riesce più a gestire i suoi beni.
Sta tutto scritto nei “patti di
collaborazione” tra comuni e associazioni: servirebbe anche nella
capitale dove questo accordo ancora manca, nonostante al governo ci
sia ora il governo del cambiamento del m5s.
Cosa risponde il sindaco Raggi
sulle critiche al decoro e alle richieste delle associazioni romane
(che rischiano le multe, che devono aspettare tempi lunghissimi per
le autorizzazioni)?
Abbiamo sciolto parte delle burocrazie,
il comune di Roma si fa carico delle assicurazioni e stiamo
potenziando il servizio comunale del verde e del decoro.
Il regolamento per i beni comuni verrà
adottato e sarà a capo del nuovo ufficio per il decoro sarà l'ente
che, in modo centralizzato, gestirà tutte le richieste delle
associazioni.
Perché il comune non si occupa più di
decoro?
In tutte le città i cittadini si
occupano di decoro, per anni l'amministrazione ha fatto passi
indietro, c'è poco personale nel servizio giardini.
Non si poteva attingere ai fondi
europei?
Stiamo potenziando il servizio
giardini, stiamo coinvolgendo i detenuti nella cura del verde e anche
i richiedenti asilo. Stiamo aprendo bandi per dare in gestione a
privati la gestione del verde, dopo l'inchiesta di mafia capitale ..
Come funzionano i patti di
collaborazione a Bologna?
Il comitato di via Tolone ha pulito un
parco comunale, firmando un patto di collaborazione col comune: si
occupa di tenere aperto il parco mentre il comune fornisce i
materiali per le persone e anche un custode.
E' una sollecitazione dal basso, da
parte dei cittadini, che ricorda al comune le opere che non ha fatto.
Ed è anche uno strumento per avvicinare le persone al comune.
Altre mamme hanno firmato un patto col
comune per aprire una sala giochi per bambini: le persone hanno un
posto per far giocare i bambini e l'associazione ha avuto la
possibilità di vedere riconosciuto il lavoro sul sito del comune.
Non basta più il voto e la delega in
bianco: a Bologna ci sono 430 patti di collaborazione firmati col
comune, c'è una grande volontà di partecipare di cittadini,
sentirsi coinvolti.
A Bologna c'è un ufficio chiamato
“immaginazione civica”: i tecnici del comune assieme ai cittadini
spiegano come e se le loro idee possono essere realizzate.
Coi patti di collaborazione ci si può
prendere cura anche delle persone: sempre a Bologna c'è un patto tra
un'associazione di persone che si occupa di rammendare e sistemare
abiti usati.
Napoli, rione Sanità: in questo
quartiere la Camorra ha ucciso un centinaio di persone, spesso
ragazzini nemmeno diciottenni.
O anche persone anziane, come il padre
del signor Ernesto Albanese: dopo la morte del padre, ha raccolto 4
ml di euro per aiutare i ragazzi del quartiere.
Toglierli dalla strada, evitare che
finissero nelle maglie della Camorra.
100mila euro sono stati investiti nella
casa dei Cristallini: qui un'associazione si occupa di recuperare
ragazzini dalla strada e riportarli a scuola.
Oppure a suonare nell'orchestra
Sanitaensamble: l'anno scorso si sono esibiti davanti al papa.
Sempre grazie all'associazione
AltraNapoli molti ragazzini dalla Sanità sono riusciti ad andare al
mare, a fare esperienza di barca a vela.
E poi una squadra di rugby,
un'etichetta musicale indipendente.
Il cambiamento arriva dal popolo quando
arriva dal popolo è cambiamento vero.
La Cooperativa La Paranza è nata da un
gruppo di amici che oggi si occupa delle visite alle catacombe di
Napoli e del tesoro di San Gennaro.
Ciro Scognamiglio è un pasticcere,
è a capo dell'associazione commercianti del rione Sanità: per
il suo impegno nel quartiere ha rischiato la vita. Ma il non sentirsi
solo, il sentirsi unito con altri commercianti, gli ha dato la forza
di andare avanti.
Il diritto allo studio, al lavoro, ad
una vita dignitosa dovrebbero essere assicurati dallo Stato. E invece
oggi sono assicurati da associazioni di cittadini, quei 5 milioni di
volontari che diventano ogni giorno di più.
Altro che la crisi dei partiti altro
che la democrazia diretta di Casaleggio. La democrazia diretta è
quella dove le persone si trovano, partecipano, compiono delle azioni
che fanno del bene per tutti.
La società è oggi più matura delle
istituzioni.
Non tutte le decisioni hanno una
struttura binaria, si o no: questa è l'obiezione più grande che il
professor Cassese fa allo strumento di democrazia diretta del
M5S.
La politica è anche compromesso, la
ricerca di alternative.
C'è anche il rischio che la democrazia
diretta possa essere manipolata da lobbies: il referendum sulla
Brexit (Europa si o Europa no) è un esempio esemplare.
O anche il decreto sicurezza: il
Parlamento ne discuterà per mesi, non può essere posti di fronte ai
cittadini per una scelta con un clic.
Oggi i partiti sono diventati un luogo
dove inserire la democrazia, partiti che sorreggono un leader: sono
oggi un anello mancante della partecipazione, devono convogliare
quelle esigenze di partecipazione.
Di Rousseau si è occupato il
giornalista Jacoboni nel libro “L'esperimento”: un
esperimento di formazione del consenso inventato da Gianroberto
Casaleggio.
Un esempio è l'alleanza con Farage nel
2014 scelta dal voto online, dove era esclusa l'opzione dei verdi
(questa uscita ha sollevato molti commenti da parte di sostenitori
del movimenti che sostengono che erano i verdi a non voler
l'accordo).
Ci sono poi i problemi di sicurezza
della piattaforma, di violazione della privacy, di rischio di
manipolazione.
Ma oltre a recuperare spazi di verde
pubblico ci sono persone che hanno salvato la propria azienda: a
Scandiano,
in provincia di Reggio Emilia, si trova la Ceramica Magica,
un'azienda da 160 dipendenti e un fatturato da 50ml di euro. Dopo la
crisi del 2007, si trovò senza nessun cliente ma le persone che qui
lavoravano hanno avuto un'idea. L'idea era quella di ripartire da
soli, perché erano convinti di farcela, trasformandosi in
imprenditori di sé stessi.
Nel 2011 sono
ripartiti con due linee di produzione di mattonelle: l'azienda è
oggi gestita da una cooperativa, la Greslab, composta dagli ex operai
di Scandiano, che si occupano di fare lavorazioni per conto terzi,
per gli altri marchi della zona.
Si sono messi in
gioco, riducendosi lo stipendio per due anni e consegnandosi
completamente nelle mani dei clienti: dopo due anni la cooperativa ha
raddoppiato il fatturato e i soci sono passati da 31 a 54.
Altra
storia è quella degli ex dipendenti di una società di Forlì, che
in cooperativa si sono comprati i brevetti di una tecnologia
antisismica, completamente made in Italy, dopo che l'azienda madre
era fallita.
Ad
oggi risultano attive 122 aziende recuperate dai lavoratori: 1362
posti di lavoro salvat e un giro d'affari di 162 ml di euro.
La
maggior parte di queste si trovano in Emilia e Toscana, dove la
storia delle cooperative ha radici antiche.
Ma è
un fenomeno che si sta spostando anche al sud: ad Acerra si trova la
Screensud, producono reti in acciaio, per poter entrare in produzione
hanno dovuto aspettare tre anni, per problemi burocratici.
Ma ora
hanno ripagato i debiti col tribunale, da cui si sono comprati
macchinari e tutto ciò che serviva per partire.
Oggi i
soci della cooperativa sono padroni della loro vita e del loro
lavoro: hanno salvato il loro posto di lavoro e anche le loro
competenze.
Da contraltare ai cittadini che si
mettono in gioco ci sono altri cittadini infedeli: sono gli
assenteisti, i fannulloni, quelli che timbravano e poi facevano i
loro comodi.
Come è stato possibile, come mai i
dirigenti dei loro uffici non hanno visto nulla?
Sono persone che minano la credibilità
del pubblico: molti di questi sono poi stati licenziati mettendo poi
le amministrazioni locali in difficoltà nell'erogare i servizi (come
successo a Sanremo).
Cosa è mancato nella pubblica amministrazione? E' mancato un sistema di misurazione dell'operato dei dipendenti, un sistema di controllo dei processi.
Che ha tanti colpevoli, dai dirigenti, ai sindacati, a chi dovrebbe controllare e non l'ha fatto.
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