La rete dei finanziamenti del costruttore Parnasi (che a Roma stava costruendo lo stadio dopo un accordo con la giunta): ai dal PD alla Lega. Il ruolo del consulente Anzalone, che Casaleggio aveva mandato a Roma per aiutare il sindaco.
Infine un'inchiesta sui disagi nei voli: allacciate le cinture la nuova stagione di Report è cominciata.
I disagi nei voli.
Anche in questa stagione, ogni puntata sarà aperta da una breve inchiesta su temi vicini alla quotidianità, ai consumi e alla tecnologia: tra i primi argomenti che affronteremo, i rimborsi aerei.
Nel 2018 sono stati cancellati 4300 voli, ma solo il 2% dei viaggiatori chiede il rimborso e spesso le compagnie aeree fanno orecchie da mercante.
L'Enac, l'ente di controllo non ha le armi per sanzionare le compagnie sui rimborsi.
Il servizio racconterà anche di un piccolo aeroporto, quello di Gibilterra e di come questo influenzi la sorte di milioni di passeggeri.
Una strana alleanza - inchiesta di Federico Ruffo (qui su Raiplay una anticipazione)
Chiariamo alcune cose: l'inchiesta penale sulla ndrangheta in Piemonte ("Alto Piemonte") non ha coinvolto la Juventus, nemmeno come parte lesa.
Ci sono state delle sanzioni amministrative, a dirigenti juventini, ma nessuna condanna.
Premesso questo, quello che rimane è comunque inquietante e testimonia della penetrazione e del peso della ndgrangheta nel mondo del tifo organizzato: ci sono i rapporti di dirigenti juventini con persone condannate per associazione a delinquere, c'è una brutta storia di bagarinaggio, biglietti gonfiati e uno strano suicidio. Una strana alleanza, come dice il titolo del servizio.
Ne parla Carlo Tecce in una anticipazione sul FQ, che ha seguito questo processo:
Stasera Report ritorna in onda con un servizio devastante per l’immagine aristrocratica dei bianconeri, un servizio che racconta l’indagine Alto Piemonte sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Torino, in cui la Juventus non è stata coinvolta (se non come testimone) e neppure considerata parte lesa; il suicidio di Raffaello “Ciccio” Bucci, collaboratore della Juve, ex vertice degli ultrà e informatore della polizia e dell’intelligence; il ruolo di Rocco Dominello, fondatore del fasullo gruppo ultrà “Gobbi”, esponente assieme al padre della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, condannato in appello a cinque anni per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Per quattro anni e con almeno 1.500 biglietti a partita, secondo la ricostruzione della Procura Figc poi diventata sentenza, la Juve ha mantenuto l’ordine pubblico con un patto occulto con gli ultras dal valore di oltre 5 milioni di euro. I dirigenti bianconeri Alessandro D’Angelo (sicurezza), Stefano Merulla (botteghini) e Francesco Calvo (marketing) hanno agito in combutta con gli ultras con l’assenso del presidente Andrea Agnelli.
Il figlio di Umberto l’ha sfangata con una squalifica a tre mesi e una multa di oltre mezzo milione di euro per la società perché la giustizia sportiva ha accolto la versione della Juve: Agnelli & C. ignoravano il profilo mafioso di Dominello, un ragazzo squattrinato che girava in Jaguar e dava del tu al presidente bianconero. Il processo sportivo s’è celebrato con l’ostentato dissenso di Michele Uva, il direttore generale della Federcalcio, le pressioni dei bianconeri sui media e un modesto spazio sui giornali (il Fatto ha seguito l’intera vicenda).Secondo la Digos di Torino, alcuni dei leader della curva juventina sono legati alla criminalità.
Uno di questi è Andrea Puntorno, leader dei Bravi Ragazzi: prendeva dalla società fino a 25mila - 30mila euro la settimana. C'è un business dietro il tifo, racconta questa persona che è considerato vicino alla cosca dei Macrì e dei Li Vecchi. In questo momento sta scontando sei anni di pena per traffico di stupefacenti: il giornalista di Report lo ha intervista a casa sua, ad Agrigento.
Nella sua attività, come capo ultras, procurava biglietti al sui gruppo di circa 600 persone, tecnicamente si parla di bagarinaggio, coi biglietti che arrivavano dalla Juventus e che qualcuno girava ai tifosi.
Sempre su questo ambito, c'è un'intercettazione del 2009 tra Rocco Dominello, ultras della Juventus (condannato per associazione mafiosa) e Fabio Germani (fondazione Italia Bianconera) condannato in appello nell'inchiesta sull'infiltrazione della 'ndrangheta nella curva, dove si parla della richiesta di Lapo Elkann per uno striscione in curva, "Lapo presidente".
Ma il cuore del servizio è la morte di Raffaello Bucci, ex ultras della Juventus morto suicida (si era gettato da un viadotto dell'autostrada Torino-Savona): il servizio farà sentire una seconda intercettazione tra il capo della security e il direttore commerciale, Calvo, dopo la sua morte.
"Lo ha ammazzato" dice D'Angelo: era terrorizzato dopo che aveva parlato coi pm, Bucci.
Una brutta storia che lega assieme tifo organizzato, criminalità, la squadra più famosa d'Italia e anche i servizi, poiché Bucci era un loro informatore.
La Parnasi connection - di Luca Chianca
Su Raiplay trovate un'anticipazione del servizio di Luca Chianca che, nell'intervista al sindaco di Milano Sala, racconta dei finanziamenti di Parnasi alla fondazione Eyu (per 150mila euro) e alla sua campagna elettorale: il costruttore gli era stato indicato dal tesoriere Bonifazi, legato al costruttore.
I soldi ad Eyu erano per uno studio sul rapporto tra gli italiani e la casa: il senatore ha scelto di non rispondere alle domande del giornalista, per chiarire la storia.
250mila euro anche all'associazione Più Voci, vicina al segretario della Lega Salvini: soldi finiti a Radio Padania, al Populista e per presentazioni di libri.
Difficile dire che non fossero soldi per iniziative politiche: "nulla è andato al partito" è stata la risposta del tesoriere Centemero, che ha precisato come Il populista non è l'organo ufficiale della Lega.
Anche se la Lega, attraverso una seconda società, ne detiene il controllo al 100%.
Centemero tira in ballo il diritto di fare associazionismo, "io ero negli scout" (come l'altro Matteo, ah .. questi scout !), peccato che le associazioni non siano il massimo della trasparenza.
Noi abbiamo dato le carte alla magistratura - è l'ennesima risposta del tesoriere, che però non spiega come facesse Parnasi a conoscere l'associazione Più Voci, che non ha nemmeno un sito internet.
A Roma Parnasi doveva costruire lo stadio, nella zona dell'ippodromo di Tor di Valle: questo progetto ha avuto prima l'appoggio dell'ex sindaco Marino e ora dell'attuale sindaca Virginia Raggi.
Senza cambiare piano regolatore, in quella zona si poteva già costruire uno stadio come quello di Torino, per una cubatura di 300mila metri quadri.
Ma il progetto approvato dalla giunta Marino era tre volte tanto, ora scesi a 600mila con la giunta grillina.
Eppure in campagna elettorale la Raggi era contraria allo stadio in quell'area: cosa è successo nel frattempo che le ha fatto cambiare idea?
Era contraria La Raggi e anche Grillo che si chiedeva come poteva essere autorizzata un'area da 1 milione di metri cubi, in un posto col rischio idrogeologico.
Luca Chianca aveva chiesto un'intervista alla sindaca senza risposta (la famosa trasparenza) e non ha avuto fortuna nemmeno quando l'ha incontrata per strada.
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