27 ottobre 2018

La passione per il delitto (2018) - cronaca e fiction




Primo incontro per La Passione per ildelitto, stagione numero 17: si è parlato del rapporto tra verità e narrazione, della necessità di raccontare l'attualità nella fiction, con due autori: Paola Barbato e Claudio Del Frate del corriere online, una scrittrice di noir e un giornalista della vecchia scuola.
Elisabetta Bucciarelli ha cominciato l'intervista partendo dal vero e dal falso in rete: come si riesce a discriminare sul web, che strada si segue?

"I lettori ci sopravvalutano molto" la risposta di Claudio Del Frate: coi giornali digitali il prodotto, la notizia, ha vita breve. Oggi il giornalista ha disposizione una quantità di fonti aperte infinita quasi.
Non c'è più mediazione tra fonti di (possibili) informazione, come i social, e il giornalista: ogni politico oggi ha un profilo twitter a cui attingere per scrivere articoli di giornale.
Il mestiere del giornalista in questo nuovo scenario è quello di mettere assieme queste fonti e portarle al lettore: c'è un modo di lavorare che non comporta più lo spostarsi dalla propria sede di lavoro.
Ci si collega a twitter, a facebook, e si scrive una storia.

"Faccio il medico del pronto soccorso" ha spiegato il giornalista: siamo quelli che prendono le notizie alla fonte e poi le smistano alle redazioni.
Serve una preparazione molto più eterogenea, rispetto a prima, perché si deve essere pronti a cercare e ricevere fatti e storie da diverse fonti.
Il corriere della sera ha scelto di caricare sul sito anche parte del cartaceo: questa è una scelta ma altri giornali fanno scelte diverse.
Nel corriere dunque c'è una simbiosi tra online e carta stampata, nessun muro: l'osmosi serve ad arricchire i due mondi.

Cosa ha dovuto imparare quando si è spostato dal cartaceo al giornale: il corriere ha deciso di investire molto in questo settore e io ho deciso di provare questa strada, vedevo che i lettori della carta stampata erano meno, volevo lanciarmi in questa avventura.
Ho imparato un linguaggio nuovo”: Claudio Del Frate ha citato un episodio di anni fa, quando era cronista alla Prealpina, un delitto a Varese in cui la vittima era una studentessa e il sospettato un sacerdote.
Un giornalista scrisse un pezzo, parlando di un palla che sbatteva contro il muro dell'oratorio, dove non c'erano altri contenuti.
Un tipo di giornalismo oggi andato in soffitta: il giornalismo online ha fatto cadere l'equivoco per cui tra giornalismo e narrazione non ci fosse alcun legame.
Oggi il giornalismo su internet ha un linguaggio breve, asciutto, sincopato, deve dare le informazioni subito a chi legge.
Per l'analisi del contesto, delle persone, serve poi il lavoro dei giornalisti tradizionali, che subentrano poi.

Come è avvenuto l'apprendimento del mestiere di giornalista online?
E' avvenuto tutto sul campo, è servita la base di giornalista, la formazione sui media tradizionali.
Per scrivere online serve meno narcisismo, no stile diretto: aver lavorato nella cronaca di privincia ha aiutato, per la velocità di lavoro (si devono scrivere più articoli in un giorno), e l'eterogeneità delle esperienze e dei campi per cui si scrive.
"Una ginnastica quotidiana in cui ti devi allenare a leggere i giornali": una lettura attenta e sistematica per avere le basi per poter poi valutare la notizia che arriva dalle fonti aperte.
Saper distinguere la notizia buon da quella poco utile.

Dopo il giornalista, è venuto il turno della scrittrice Paola Barbato, che come scrittrice e narratrice, deve rimanere collegata ai temi di cronaca. Come fai ad informarti - la domanda di Elisabetta Bucciarelli?
Io scrivo delle storie che mi assomigliano, non sono una persona serena e dunque scrivo storie che suscitano tensione.
Parlo di storie che hanno a che fare con la morte, con la violenza, storie che possono uscire sulle cronache: non bisogna scrivere storie incoerenti, non posso sempre inventare.
Il lettore attento si accorge di errori, il tempo di percorrenza tra Genova e Pordenone, cosa succede quando si disotterra un cane sepolto in giardino (un episodio reale della vita di Paola).
Il lettore, di fronte a questi errori, interrompe il clima di sospensione che si instaura leggendo la storia: Paola si avvale della consulenza di persone reali, un becchino, un esperto del Ris, dei medici legali veri.
Nell'ultimo giallo dovevo scrivere degli effetti di un farmaco sul corpo umano e ho dovuto parlare con degli anestesisti.
Ho il dovere di non commettere errori, anche solo per un lettore anestesista o veterinario: è una fatica ma mi avvalgo anche delle fonti aperte, per esempio cercando sui social.

La scrittrice lavora su una piattaforma online, Wattpad: chiunque può scrivere e pubblicare e chiunque può leggere, previa registrazione.
Si ha un immediato feedback col lettore, ed è qualcosa di importante quando scrivi un romanzo un pezzo per volta e vuoi avere una risposta dal pubblico prima della pubblicazione finale.
Posso capire se il mio libro funziona: cambia la qualità della scrittura, si possono fare mille aggiustamenti al racconto, che diventa un gioco a due col lettore.

Quanto aiuta la cronaca?
Tutto ciò che si legge ha effetti su ciò che scrivi.
Serve per poi disegnare personaggi che non sono stereotipati, solo bianco e nero: non esistono personaggi solo negativi, senza nessuna debolezza.
L'esempio è Pacciani, probabile mostro di Firenze che però, quando parlava, non dava l'impressione del mostro.

Da Pacciani a Lindo e Rosa: spesso si sente persone dire, questa cosa non è vera, ho sentito questa notizia (che Lindo e Rosa, per esempio sono innocenti) su internet, dunque è vera.
Del Frate ha parlato dei rapporti di forza tra giornalismo online e cartaceo: i giornalisti in rete hanno subito i feedback di una notizia pubblicata, se è letta o meno.
Si mette in alto la notizia con più click, quella più recente, quella che fa (o che si pensa farà) più letture.
Esistono algoritmi che sanno quali notizie catturare e trovare poi in Google news o sulla bacheca di Facebook.
Succede così che pubblichi una notizia e la trovi poi come notizia virale in internet.
Il risultato di questo è che spesso l'agenda politica è condizionata dalle notizie false (i rimborsi dei terremotati fatti in base alla scala Richter).
Un impatto micidiale sulla coscienza politica delle persone.
Le notizie scandalistiche funzionano perché gratificano, come una tavoletta di cioccolato.

Esiste una deontologia dello scrittore, che quando scrive ispirandosi alla cronaca usa personaggi con nome e cognome: esiste un diritto all'oblio dei fatti di cronaca e delle persone coinvolte?
Paola Barbato ha risposto dicendo che i fatti, se servono, se bisogna riportarli, devono essere accurati.
Io non la comprendo l'esigenza di inserire fatti reali: uno può affrancarsi dai fatti reali per raccontare una storia analoga, chiedendosi perché?
Perché quel delitto, perché quella storia?
Cercare di capire perché quella storia è successa, come fossimo psicologi.
Io la vampirizzazione dei fatti reali non la capisco: partiamo dai fatti, per poi lasciare qualcosa, qualche inquietudine nel lettore a fine libro.
Ma bisogna essere onesti con la realtà e stare attenti al linguaggio, che può anche cambiare come la storia è percepita dal lettore.

L'impossibilità di raccontare la verità sull'online: c'è ancora qualcosa che non si può raccontare sull'online e che poi, forse, finisce in un romanzo?
Il romanzo ti da modo di spingerti nel mondo delle ipotesi (Del Frate ha citato la storia del caso Moro, raccontata anche in tanti libri).
Ma sono due partite diverse, rispetto al giornale: nel giornale devi stare più "schiscio" perché ha vita più breve, ragiona sul passo delle ore e non nell'arco dei giorni o settimane.
Il libro da più libertà ma è più disfunzionale, l'articolo sul web è poi soggetto ad una critica su eventuali errori più forte.

Quali sono le tre regole pratiche sul giornalismo online.
Del Frate ha spiegato quali sono, secondo lui, le tre regole del giornalismo sul web: concepire l'articolo come un qualcosa in divenire, in crescita: quello sulla carta stampata è qualcosa di chiuso, quello che scrivo sull'online potrebbe cambiare successivamente. Significa non saltare a giudizi affrettati che potrebbero cambiare.

Inserire nell'articolo un riferimento alle fonti cui fai riferimento: è una regola non nuova, si dice che l'inventore del giornalismo moderno sia Erodoto che nei suoi racconti cita sempre le fonti dei fatti su cui scriveva.
Se si deve essere tuttologi, si deve anche dare modo al lettore di poter rintracciare la fonte dei dati su cui si scrive.

Devi voler bene a quello che scrivi, come gli artigiani coi mobili che realizzano: non si deve cioè abbandonare la storia a sé stessa, va arricchita sentendo esperti, altre persone.
Serve un quid di passione e di orgoglio nel voler fare le cose per bene.

Cosa cambia col nuovo giornalismo? Cambiano le ore di lavoro, si lavora h24, senza orari fissi. Si lavora assieme ai colleghi di redazione che, anche con internet, mantiene un suo ruolo di controllo e di filtro.
Racconta Del Frate che, nella redazione del corriere online, sta crescendo una nuova generazione di giornalisti "nativi digitali", che stanno imparando il mestiere su internet.
Su internet ma anche sul posto: se un giornalista ha modo di andare a vedere il luogo dove è avvenuto un episodio, l'articolo sul web comunque cambia, come qualità e livello.

Il giornalista ha poi raccontato del problema di come oggi si tenga a non voler pagare l'informazione: giornalisti che lavorano gratis o pagati poco.
Questo poi porta ad un livellamento verso il basso dell'informazione, con conseguenze sulla coscienza dei lettori.
Il giornalismo digitale va pagato: oggi il Corriere fa contatti unici attorno al milione, con 300mila copie cartacee.
Sono due mondi che non si parlano.

Oggi, per fare questo mestiere, serve avere tanta passione tanta curiosità e un certo senso di abnegazione, perché è un mestiere senza orari.

Ultima domanda a Paola Barbato: ti fidi dei giornali?
Una stessa notizia oggi mi può arrivare da più fonti e io me la leggo da tutte queste: mi interessa la precisione delle fonti.
Immagazzino tante fonti, tante racconti e poi faccio io da filtro.

Paola Barbato ha parlato poi del suo libro (“Io so chi sei” edizioni Piemme), dentro cui si parla del rapporto che abbiamo col cellulare: strumento importante delle nostre vite che però ha condizionato la nostra vita.
Infine il nostro rapporto con la paura, ultimo istinto che ci è rimasto.

"La paura è gratificante, specie nei casi di nera" ha voluto aggiungere Claudio Del Frate: spiega il successo della cronaca nera. Ma gratifica anche nella politica: la paura degli estranei, degli immigrati, della persona con la pelle di un colore diverso.
Una paura semplice, dove si comprende subito l'oggetto esterno

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