Primo incontro per La Passione per ildelitto, stagione numero 17: si è parlato del rapporto tra verità e
narrazione, della necessità di raccontare l'attualità nella
fiction, con due autori: Paola Barbato e Claudio Del Frate del
corriere online, una scrittrice di noir e un giornalista della
vecchia scuola.
Elisabetta Bucciarelli ha
cominciato l'intervista partendo dal vero e dal falso in rete: come
si riesce a discriminare sul web, che strada si segue?
"I lettori ci sopravvalutano
molto" la risposta di Claudio Del Frate: coi giornali
digitali il prodotto, la notizia, ha vita breve. Oggi il giornalista
ha disposizione una quantità di fonti aperte infinita quasi.
Non c'è più mediazione tra fonti di
(possibili) informazione, come i social, e il giornalista: ogni
politico oggi ha un profilo twitter a cui attingere per scrivere
articoli di giornale.
Il mestiere del giornalista in questo
nuovo scenario è quello di mettere assieme queste fonti e portarle
al lettore: c'è un modo di lavorare che non comporta più lo
spostarsi dalla propria sede di lavoro.
Ci si collega a twitter, a facebook, e
si scrive una storia.
"Faccio il medico del pronto
soccorso" ha spiegato il
giornalista: siamo quelli che prendono le notizie alla fonte e poi le
smistano alle redazioni.
Serve una preparazione molto più
eterogenea, rispetto a prima, perché si deve essere pronti a cercare
e ricevere fatti e storie da diverse fonti.
Il corriere della sera ha scelto di
caricare sul sito anche parte del cartaceo: questa è una scelta ma
altri giornali fanno scelte diverse.
Nel corriere dunque c'è una simbiosi
tra online e carta stampata, nessun muro: l'osmosi serve ad
arricchire i due mondi.
Cosa ha dovuto imparare quando si è
spostato dal cartaceo al giornale: il corriere ha deciso di
investire molto in questo settore e io ho deciso di provare questa
strada, vedevo che i lettori della carta stampata erano meno, volevo
lanciarmi in questa avventura.
“Ho imparato un linguaggio nuovo”:
Claudio Del Frate ha citato un episodio di anni fa, quando era
cronista alla Prealpina, un delitto a Varese in cui la vittima era
una studentessa e il sospettato un sacerdote.
Un giornalista scrisse un pezzo,
parlando di un palla che sbatteva contro il muro dell'oratorio, dove
non c'erano altri contenuti.
Un tipo di giornalismo oggi andato in
soffitta: il giornalismo online ha fatto cadere l'equivoco per cui
tra giornalismo e narrazione non ci fosse alcun legame.
Oggi il giornalismo su internet ha un
linguaggio breve, asciutto, sincopato, deve dare le informazioni
subito a chi legge.
Per l'analisi del contesto, delle
persone, serve poi il lavoro dei giornalisti tradizionali, che
subentrano poi.
Come è avvenuto l'apprendimento del
mestiere di giornalista online?
E' avvenuto tutto sul campo, è servita
la base di giornalista, la formazione sui media tradizionali.
Per scrivere online serve meno
narcisismo, no stile diretto: aver lavorato nella cronaca di
privincia ha aiutato, per la velocità di lavoro (si devono scrivere
più articoli in un giorno), e l'eterogeneità delle esperienze e dei
campi per cui si scrive.
"Una ginnastica quotidiana in
cui ti devi allenare a leggere i giornali": una lettura
attenta e sistematica per avere le basi per poter poi valutare la
notizia che arriva dalle fonti aperte.
Saper distinguere la notizia buon da
quella poco utile.
Dopo il giornalista, è venuto il turno
della scrittrice Paola Barbato, che
come scrittrice e narratrice, deve rimanere collegata ai temi di
cronaca. Come fai ad informarti - la domanda di Elisabetta
Bucciarelli?
Io scrivo delle storie che mi
assomigliano, non sono una persona serena e dunque scrivo storie che
suscitano tensione.
Parlo di storie che hanno a che fare
con la morte, con la violenza, storie che possono uscire sulle
cronache: non bisogna scrivere storie incoerenti, non posso sempre
inventare.
Il lettore attento si accorge di
errori, il tempo di percorrenza tra Genova e Pordenone, cosa succede
quando si disotterra un cane sepolto in giardino (un episodio reale
della vita di Paola).
Il lettore, di fronte a questi errori,
interrompe il clima di sospensione che si instaura leggendo la
storia: Paola si avvale della consulenza di persone reali, un
becchino, un esperto del Ris, dei medici legali veri.
Nell'ultimo giallo dovevo scrivere
degli effetti di un farmaco sul corpo umano e ho dovuto parlare con
degli anestesisti.
Ho il dovere di non commettere errori,
anche solo per un lettore anestesista o veterinario: è una fatica ma
mi avvalgo anche delle fonti aperte, per esempio cercando sui social.
La scrittrice lavora su una piattaforma
online, Wattpad: chiunque può scrivere e pubblicare e
chiunque può leggere, previa registrazione.
Si ha un immediato feedback col
lettore, ed è qualcosa di importante quando scrivi un romanzo un
pezzo per volta e vuoi avere una risposta dal pubblico prima della
pubblicazione finale.
Posso capire se il mio libro funziona:
cambia la qualità della scrittura, si possono fare mille
aggiustamenti al racconto, che diventa un gioco a due col lettore.
Quanto aiuta la cronaca?
Tutto ciò che si legge ha effetti su
ciò che scrivi.
Serve per poi disegnare personaggi che
non sono stereotipati, solo bianco e nero: non esistono personaggi
solo negativi, senza nessuna debolezza.
L'esempio è Pacciani, probabile mostro
di Firenze che però, quando parlava, non dava l'impressione del
mostro.
Da Pacciani a Lindo e Rosa: spesso
si sente persone dire, questa cosa non è vera, ho sentito questa
notizia (che Lindo e Rosa, per esempio sono innocenti) su internet,
dunque è vera.
Del Frate ha parlato dei rapporti di
forza tra giornalismo online e cartaceo: i giornalisti in rete hanno
subito i feedback di una notizia pubblicata, se è letta o meno.
Si mette in alto la notizia con più
click, quella più recente, quella che fa (o che si pensa farà) più
letture.
Esistono algoritmi che sanno quali
notizie catturare e trovare poi in Google news o sulla bacheca di
Facebook.
Succede così che pubblichi una notizia
e la trovi poi come notizia virale in internet.
Il risultato di questo è che spesso
l'agenda politica è condizionata dalle notizie false (i rimborsi dei
terremotati fatti in base alla scala Richter).
Un impatto micidiale sulla coscienza
politica delle persone.
Le notizie scandalistiche funzionano
perché gratificano, come una tavoletta di cioccolato.
Esiste una deontologia dello
scrittore, che quando scrive ispirandosi alla cronaca usa
personaggi con nome e cognome: esiste un diritto all'oblio dei fatti
di cronaca e delle persone coinvolte?
Paola Barbato ha risposto dicendo che i
fatti, se servono, se bisogna riportarli, devono essere accurati.
Io non la comprendo l'esigenza di
inserire fatti reali: uno può affrancarsi dai fatti reali per
raccontare una storia analoga, chiedendosi perché?
Perché quel delitto, perché quella
storia?
Cercare di capire perché quella storia
è successa, come fossimo psicologi.
Io la vampirizzazione dei fatti reali
non la capisco: partiamo dai fatti, per poi lasciare qualcosa,
qualche inquietudine nel lettore a fine libro.
Ma bisogna essere onesti con la realtà
e stare attenti al linguaggio, che può anche cambiare come la storia
è percepita dal lettore.
L'impossibilità di raccontare la
verità sull'online: c'è ancora qualcosa che non si può
raccontare sull'online e che poi, forse, finisce in un romanzo?
Il romanzo ti da modo di spingerti nel
mondo delle ipotesi (Del Frate ha citato la storia del caso Moro,
raccontata anche in tanti libri).
Ma sono due partite diverse, rispetto
al giornale: nel giornale devi stare più "schiscio" perché
ha vita più breve, ragiona sul passo delle ore e non nell'arco dei
giorni o settimane.
Il libro da più libertà ma è più
disfunzionale, l'articolo sul web è poi soggetto ad una critica su
eventuali errori più forte.
Quali sono le tre regole pratiche
sul giornalismo online.
Del Frate ha spiegato quali sono,
secondo lui, le tre regole del giornalismo sul web: concepire
l'articolo come un qualcosa in divenire, in crescita: quello
sulla carta stampata è qualcosa di chiuso, quello che scrivo
sull'online potrebbe cambiare successivamente. Significa non saltare
a giudizi affrettati che potrebbero cambiare.
Inserire nell'articolo un
riferimento alle fonti cui fai riferimento: è una regola non
nuova, si dice che l'inventore del giornalismo moderno sia Erodoto
che nei suoi racconti cita sempre le fonti dei fatti su cui scriveva.
Se si deve essere tuttologi, si deve
anche dare modo al lettore di poter rintracciare la fonte dei dati su
cui si scrive.
Devi voler bene a quello che scrivi,
come gli artigiani coi mobili che realizzano: non si deve cioè
abbandonare la storia a sé stessa, va arricchita sentendo esperti,
altre persone.
Serve un quid di passione e di orgoglio
nel voler fare le cose per bene.
Cosa cambia col nuovo giornalismo?
Cambiano le ore di lavoro, si lavora h24, senza orari fissi. Si
lavora assieme ai colleghi di redazione che, anche con internet,
mantiene un suo ruolo di controllo e di filtro.
Racconta Del Frate che, nella redazione
del corriere online, sta crescendo una nuova generazione di
giornalisti "nativi digitali", che stanno imparando il
mestiere su internet.
Su internet ma anche sul posto: se un
giornalista ha modo di andare a vedere il luogo dove è avvenuto un
episodio, l'articolo sul web comunque cambia, come qualità e
livello.
Il giornalista ha poi raccontato del
problema di come oggi si tenga a non voler pagare l'informazione:
giornalisti che lavorano gratis o pagati poco.
Questo poi porta ad un livellamento
verso il basso dell'informazione, con conseguenze sulla coscienza dei
lettori.
Il giornalismo digitale va pagato: oggi
il Corriere fa contatti unici attorno al milione, con 300mila copie
cartacee.
Sono due mondi che non si parlano.
Oggi, per fare questo mestiere, serve
avere tanta passione tanta curiosità e un certo senso di
abnegazione, perché è un mestiere senza orari.
Ultima domanda a Paola Barbato: ti
fidi dei giornali?
Una stessa notizia oggi mi può
arrivare da più fonti e io me la leggo da tutte queste: mi interessa
la precisione delle fonti.
Immagazzino tante fonti, tante racconti
e poi faccio io da filtro.
Paola Barbato ha parlato poi del suo
libro (“Io
so chi sei” edizioni Piemme), dentro cui si parla del rapporto
che abbiamo col cellulare: strumento importante delle nostre vite che
però ha condizionato la nostra vita.
Infine il nostro rapporto con la paura,
ultimo istinto che ci è rimasto.
"La paura è gratificante,
specie nei casi di nera" ha voluto aggiungere Claudio Del
Frate: spiega il successo della cronaca nera. Ma gratifica anche
nella politica: la paura degli estranei, degli immigrati, della
persona con la pelle di un colore diverso.
Una paura semplice, dove si comprende
subito l'oggetto esterno
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