Maurizio De Giovanni, Nicoletta Sipos e Paola Pioppi |
La domenica della Passione per ildelitto si apre con l'aperitivo assieme a Maurizio De Giovanni, autore de I
Bastardi di Pizzofalcone e del commissario Ricciardi, di cui ieri
presentava l'ultimo libro della serie, “Il purgatorio dell'Angelo”:
la giornata tipicamente autunnale non ha tenuto lontano gli
appassionati del giallo e dello scrittore napoletano.
“Oggi presento uno scrittore che non
ha bisogno di presentazione, Maurizio De Giovanni” la presentazione
della scrittrice Nicoletta Sipos che ha condotto l'intervista
“Ieri mi sono preparata andando a
visitare il Gambrinus e vedere il tavolino riservato di Ricciardi”.
La prima domanda è stata sul futuro
di Ricciardi (De Giovanni ha anticipato che questo sarebbe stato
il penultimo capitolo di Ricciardi):
Sono prima di tutto un lettore e questo
mi aiuta come scrittore: penso a chi legge e per questo scrivo
capitoli di al massimo 6 cartelle, per dare il tempo anche di andare
in bagno.
I miei sono romanzi "da bagno"
o da ombrellone: due momenti in cui ci prendiamo del tempo.
Come si dice a Napoli, si prende un
caffè per prendersi del tempo.
Il prossimo romanzo di Ricciardi sarà
ambientato dopo un anno di distanza da Il purgatorio dell'Angelo e si
arriverà alla conclusione della sua storia.
Ricciardi è un personaggio molto amato
dai lettori (le sue copie sono il 20% in più rispetto agli altri
personaggi), ma non vorrei dare nel lettore la sensazione di noia e
per questo è giusto che la sua storia arrivi alla conclusione.
I tuoi sono romanzi di sentimenti
più che di violenza e sangue.
Il delitto fa parte dell'essere umano,
nella Genesi capitolo 4 arriva il primo omicidio e il primo
investigatore è il Padreterno.
Nella natura umana c'è il delitto, il
delitto è il riflesso dei sentimenti, anche quelli piccoli, anche
quelli futili.
Il delitto come rimozione di un
ostacolo, per invidia, gelosia: sono sentimenti che conosciamo e che
proviamo tutti.
Questo tipo di romanzi, che non
prenderanno mai il premio Strega, che non avranno mai il
riconoscimento dei salotti della letteratura, avranno però il
riconoscimento dei lettori.
Il lettore non è passivo ma sceglie:
troviamo sempre libri di letteratura nera nelle classifiche dei
libri, perché il giallo è un modo per interpretare questo paese.
La letteratura nera cerca di capire le
motivazioni che stanno dietro ad eventi di cronaca: il successo dei
nostri romanzi non sta nella scrittura, funzionale al racconto della
storia. Il successo sta nel fatto che noi apriamo la porta in fondo
al corridoio, la porta delle sofferenze che non passano, delle
perversioni. Che portano poi ai delitti di cui leggiamo sui giornali.
Come scrittore devo entrare nella
porta, andare oltre la cronaca e l'autorità giudiziaria: per questo
i libri gialli sono amati.
Io voglio che i miei lettori si
divertano leggendo i libri: chi legge deve andare in un altro mondo,
fare un viaggio. Se ti racconto quello che vedi dalla finestra, che
scrivo a fare?
La più bella immagine della
letteratura è una vecchia foto sgranata del 1800, che mostra una
coda di lettori parigini che alle cinque di mattina, in una piovosa
mattina, aspettavano l'uscita dell'ultimo capitolo del Conte di
Montecristo che veniva pubblicato a puntate sul giornale: aspettavano
con ansia questo capitolo per fare quel viaggio con la loro mente.
Tu sei però un bravo intrecciatore
di trame, un narratore di storie che si intrecciano.
Il lettore dell'assassino è una
persona contorta: legge e cerca subito l'assassino, cercando di
fregare lo scrittore. Ma se trova subito il colpevole ci rimane male.
Io sono sempre più interessato al
perché e non al chi: come nel romanzo Le lacrime del coccodrillo
dove ho messo subito in chiaro chi fosse l'assassino.
Sono partito dagli anni 30 (i romanzi
di Ricciardi sono ambientati nella Napoli tra il 1931 e il 1933)
perché odio la polizia scientifica: odio i romanzi dove, da un pelo,
risalgono al segno zodiacale dell'assassino.
Parlando con la polizia scientifica
vera, ho scoperto che solo in pochi casi le indagini scientifiche
aiutano veramente a risolvere i casi e questo mi ha confortato.
Una delle tue nuove creature si
chiama Sara (Sara al tramonto): altri colleghi stanno iniziando a scrivere di donne, è
una riscoperta?
A sessant'anni, ho avuto già rapporti
con le donne: se uno scrive di romanzi con dentro passione e
sentimento, non si può prescindere dalle donne.
Nelide, Rosa, Enrica oppure la Piras,
Ottavia sono centrali nei miei romanzi: Sara per me è stato
un incontro casuale, stavo tornando a casa dopo il teatro, tra le
macchine in sosta ho visto una donna coi capelli bianchi.
Non aveva bisogno di aiuto: aveva
tratti giovanili, nonostante i capelli bianchi, nessun trucco e
guardava fisso davanti a sé.
Colpito dall'immagine, la mattina dopo
mi sono svegliato sapendo tutto di questa persona.
Ho chiamato l'editore la domenica (come
piccola vendetta..) spiegandogli che avevo una nuova storia: una
storia enorme che dovevo scrivere, dovevo togliermela dalla testa.
Una donna che odia ogni tipo di
funzione, Sara: una donna senza trucco e coi capelli bianchi. Una
donna che quando incontra l'uomo della sua vita decide di abbandonare
marito e figlio, perhcé stare con loro sarebbe una finzione.
E' un qualcosa che non si perdona alle
donne: Sara non avrebbe dovuto piacere, per questo. Il successo
dimostra che i lettori sono meglio degli scrittori.
Solo per noi presenti, De Giovanni ha
letto una piccola anticipazione del prossimo romanzo della serie de I
bastardi di Pizzofalcone, "Vuoto per i Bastardi..".
La forza di una carezza....
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