31 dicembre 2018

Maigret ha paura, di Georges Simenon



Incipit
Improvvisamente, tra due stazioncine anonime di cui nel buio non vide quasi nulla - solo dei fili di pioggia alla luce del lampione e sagome che spingevano carrelli -, Maigret si chiese perché mai fosse lì.Se era forse assopito per un po', nel calore soffocante dello scompartimento.
Non doveva però essersi completamente addormentato, perché si rendeva conto di essere su un treno; ne sentiva il rumore sordo e avrebbe giurato di non aver mai smesso di scorgere, nel mezzo della distesa oscura dei campi, le finestre illuminate di una fattoria isolata. Luci e rumori erano ben reali, come l'odore della fuliggine, mescolato a quello dei suoi vestiti bagnati, e il brusio ininterrotto di voci in uno scompartimento vicino. Ma tutto questo, anziché far parte del presente, sembrava al di fuori dello spazio e soprattutto del tempo.Avrebbe potuto trovarsi altrove, su un qualunque trenino che attraversava la campagna, e avrebbe potuto essere un Maigret di quindici anni che il sabato tornava a casa dal collegio su un accelerato identico ..

Un'indagine particolare, questa di Maigret. Particolare perché ci si trova dentro quasi per caso: è di ritorno da un noioso convegno di polizia a Bordeaux, quando decide di fermarsi a Fontenay per andare a trovare quel vecchio compagno di studi, Julien Chabot, a cui aveva sempre promesso di andarlo a trovare.
Un compagno di viaggio, un signore anziano ma ben curato nell'aspetto, gli chiede se anche lui sia venuto qui per indagare sul caso Courcon.

«Strano, vero?» diceva l'altro con ironia. 
«Che cosa c'è di strano?» 
«Che il commissario Maigret, che certamente non ha mai messo piede a Fontenay prima d'ora ..»

Fontenay-Le-Comte è una piccola cittadina di provincia in Vandea, dove l'amico Chabot è giudice istruttore: una città dove ci si conosce tutti, pochi palazzi nobiliari, un caffé e dove, lo racconta Maigret stesso, a cinquecento metri dalla strada principale del paese pascolano le mucche.
Proprio qui sono avvenuti due omicidi, uno dopo l'altro, con le stesse modalità: due persone uccise con un colpo in testa, il signor Robert De Courcon, esponente di una vecchia aristocrazia e la vedova Gibon, una signora che non usciva mai di casa.
Quasi in contemporanea con l'arrivo di Maigret a casa dell'amico, viene trovata morta per strada una terza persona dal medico Alain Vernoux: si tratta dell'ubriacone del paese, Gobillard, uno che campava raccogliendo pelli di coniglio.

Maigret si rende conto, fin da subito, della strano clima che si respira in paese: la frattura che esiste tra il “clan” dei notabili a cui appartiene la prima vittima, Courcon, e il resto del paese, che assiste ai delitti con la paura che circoli un pazzo. Un pazzo pronto ad uccidere nuovamente.
C'è un altro motivo di tensione: anche il giudice Chabot, come la vittima, come il signor Vernoux (la persona che Maigret ha incontrato sul treno, che è anche cognato della vittima) fa parte di quel clan, che nel paese costituisce un mondo a sé, all'interno di cui dovrebbe indagare.

L'amico Chabot gli esprime le sue preoccupazioni, il dover indagare in quel clan, il sentirsi il peso dell'inchiesta addosso, l'idea di sentirsi “come un funzionario di provincia terrorizzato dall'idea di commettere passi falsi”.
Tutti nel paese sono convinti che Maigret stia indagando sul caso, anche Chabot gradirebbe l'aiuto di Maigret che invece, preferisce rimanere in disparte, osservatore esterno, incupito da quella pioggia battente in quel posto, mentre magari a Parigi è già arrivata la primavera.
Il commissario segue il giudice nella sua indagine: quest'ultimo gli spiega i rapporti tra i Courcon, vecchia aristocrazia terriera a cui è rimasto solo il titolo e i Vernoux (arricchitisi con la vendita di terreni e bestiame), cui sono imparentati per il matrimonio di Hubert con una delle figlie del morto. Un matrimonio di convenienza, dunque.
Tante voci circolano in paese, sul delitto e sulle due famiglie: voci che circolano per l'atteggiamento chiuso dei Courcon e dei Vernoux, un mondo a sé nella città, voci che tirano in ballo una tara mentale in entrambe le famiglie (e non è stato dunque un pazzo a compiere quei delitti?).

L’atmosfera della città restava inquietante. La gente sbrigava le faccende di sempre, ma nello sguardo dei passanti si coglieva una certa angoscia: sembrava che camminassero più in fretta, come per paura di veder spuntare di colpo l’assassino. Maigret avrebbe giurato che di solito le casalinghe non stavano in gruppo sulle porte, come facevano adesso, a parlare sottovoce tra di loro. 
Tutti lo seguivano con lo sguardo e a lui sembrava di leggere sui visi una domanda silenziosa. Avrebbe fatto qualcosa? O lo sconosciuto avrebbe potuto continuare a uccidere impunemente? 
Alcuni gli rivolgevano un saluto timido, come per dirgli: “Sappiamo chi è lei. Ha fama di condurre in porto le inchieste più difficili. E non si lascerà impressionare da certi personaggi, lei”.

C'è una parola, che nel romanzo viene continuamente ripetuta, dai protagonisti della storia: la paura.
La paura nel non riuscire a risolvere il caso per il giudice Chabot.
La paura che serpeggia tra gli abitanti della città.
La paura all'interno di queste famiglie del “clan” di non riuscire a salvare le apparenze.
La paura o il timore da parte di Maigret che tutta la tensione che si sta accumulando in paese sfoci ad un desiderio di giustizia fai da te. Infatti, la sera, nelle vie del paese e di fronte alla casa dei Vernoux, iniziano ad apparire delle persone con una fascia al braccio e un manganello: sono i membri dell'auto costituitosi comitato di sorveglianza.
Tutti gli occhi sono puntati proprio verso questa famiglia anzi, verso il figlio medico che però, passa il tempo nella ricerca sulla pazzia.

Un'indagine strana, dove Maigret, pur riluttante, è costretto a partecipare e a cui riuscirà a dare anche un contributo per la risoluzione del caso, di cui non vedrà la fine per il suo ritorno a Parigi, il dovere lo chiama.
In Maigret ha paura Simenon fa un disegno della provincia francese, con la sua aristocrazia rimasta legata al suo passato, invecchiata male.
E dove la pioggia che batte incessante sulle strade e sulle persone non riesce a pulir via lo sporco.

La scheda del libro sul sito dell'editore Adelphi
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