Parlando dell'inchiesta sulla strage di Piazza Fontana e del processo spostato a Catanzaro dalla Cassazione, Emilio Alessandrini ci scherzava sopra con Gherardo Colombo "ci hanno scippato l'indagine, ma almeno ci hanno salvato la vita".
Purtroppo per lui la morte sarebbe arrivata per mano di un commando di Prima Linea che, con un'azione militare, lo uccise nella mattina del 29 gennaio 1979.
Alessandrini faceva parte di una generazione di magistrati che credeva nel suo lavoro e anche nella sua funzione: quel voler applicare una legge uguale per tutti che rendesse lo Stato credibile agli occhi di tutti i cittadini.
Non solo dei potenti o degli intoccabili: aveva toccato quei poteri che in Italia, oggi come allora, non si potevano toccare, i servizi deviati, i neofascisti e i loro protettori, il banchiere di Dio Calvi.
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