Che cos'è il dispositivo Pillon, cosa
sta succedendo nelle famiglie italiane, come sono cambiate in questi
anni di crisi?
Ma prima l'intervista all'ex ministro
Carlo Calenda che parlerà del suo manifesto politico firmato da 140
mila persone.
L'anteprima della puntata –
l'intervista a Carlo Calenda
La prima domanda è stata un commento
sui fatti di Siracura e sulle persone a bordo della Seawatch: quello
che sta succedendo a Siracura non ha niente a che vedere con
l'immigrazione, è uno show montato da Salvini che aveva promesso di
mandare a casa 600 mila clandestini e poi ha chiuso i centri.
Tutti dicono a Salvini che
sull'episodio della Seawatch si stanno violando le leggi, eppure
Salvini rincara la dose: Orfini e Salvini potranno essere messi sotto
indagine, un linguaggio che si incarognisce..
E' sintomo del suo fallimento e ora sta
montando un teatro che non ha nulla a che vedere con l'immigrazione e
sulla sicurezza.
Un modo di parlare – quello dei suoi
tweet – che non ha niente a che fare con la politica di governo.
Salvini deve andare a processo?
Io le carte non le ho viste e dunque
non rispondo.
Il manifesto europeo di Calenda: sarà
lei il leader del centro sinistra?
Mi candiderò e cercherò di far capire
agli italiani che si deve stare in Europa in serie A, senza fare il
lacché di Orban, abbiamo fatto sacrifici per stare in Europa.
I paesi di Visegrad sono contrari agli
interessi italiani, drenano gli investimenti europei, si prendono le
nostre aziende che delocalizzano, non si prendono gli immigrati,
perché dovremmo allearci con loro?
Siamo europei è una piattaforma
all'americana? Chi sono le persone che hanno aderito?
Dentro ci sono sindaci, persone dalle
professioni, sarà un momento durissimo perché il paese entrerà in
un momento di recessione e questo reddito di cittadinanza fatto così
è folle.
Sono d'accordo ad un reddito di
sostegno, ma non possiamo dire che il lavoro non ha valore.
Non sappiamo dove troveremo i soldi per
finanziare questo reddito, al momento sappiamo che si rischia
l'aumento dell'IVA. E' una politica contro il lavoro e contro la
crescita.
Dentro il manifesto non c'è una parola
di autocritica: Calenda ha risposto che all'inizio del manifesto c'è
una critica a cosa si è fatto. Ma, ha ribattuto Iacona, manca una
critica sull'austerity, su politiche per l'integrazione dei migranti.
Dobbiamo avere più laureati, dobbiamo
investire nella scuola, non mi scandalizza la nomina di Lino Banfi.
Dobbiamo costruire un bilancio europeo
con cui costruire politiche europee, come quella sulla gestione dei
migranti: l'Europa potrebbe fare un bilancio europeo con la web tax.
Da un sondaggio fatto da LA7 PD assieme
al manifesto di Calenda arriverebbe al 24%, un buon inizio, ma
Calenda punta al 30%.
Calenda non esprime una indicazione sui
candidati alle primarie, tutti hanno appoggiato il suo manifesto.
Dio patria e famiglia.
Pillon è un avvocato e fondatore dei
family day, senatore eletto nella Lega: appena eletto ha affrontato
un tema a lui caro, la famiglia, con un provvedimento di legge
sull'affidamento condiviso dei figli, in caso di separazione.
Via gli assegni per il mantenimento, ma
mantenimento in forma diretta.
Tempo paritario di permanenza dei figli
coi genitori.
I figli non possono più rifiutarsi di
stare con un genitore.
Per molti, una regressione nel passato
che non tiene conto dei diritti dei minori.
“Noi, dal 1968 ad oggi abbiamo
buttato fuori i padri dalla porta” racconta il senatore, che non ha
accettato l'intervista con la giornalista di Giulia Bosetti.
Dovremo aspettare l'ultima audizione.
Che effetti potrebbe avere il DDL
Pillon sulle famiglie divorziate?
L'associazione per il mantenimento
diretto è favorevole al DDL Pillon: stanno raccogliendo le firme con
dei chioschi, con iniziative in tutta Italia.
Denunciano che gli uomini separati sono
discriminati dal mobbing delle ex mogli, la norma in vigore affida i
figli alla mamma nella maggior parte dei casi.
I figli verranno mantenuti con dei
capitoli di spesa, ogni genitore contribuirà a questi capitoli.
Monica Velletti, giudice a Roma ha
spiegato come funziona veramente la legge: se i figli sono affidati
alla mamma è perché spesso nella vita i figli sono cresciuti dalle
mamme, nella vita precedente erano abituati a stare con loro.
Le donne curano i figli e prendono
anche dei salari più bassi.
Negli accordi di separazione la
divisione dell'affido del figlio al 50% non è mai applicata, senza
assegno di mantenimento se uno dei coniugi guadagna di più potrà
garantire al figlio un sostentamento migliore e questo non è
corretto.
Servirebbero più risorse per le
famiglie, perché la separazione impoverisce – la conclusione del
giudice.
I dati sui divorziati e separati dicono
che le donne sono peggiorate di più dopo la separazione: sono
900mila le donne divorziate con figli minori e molte di loro sono a
rischio povertà.
L'assegno di mantenimento dei figli
permette di riequilibrare un poco la situazione.
A Roma è presente l'associazione Salva
mamme che aiuta le donne separate o sole in difficoltà: raccolgono
giocattoli e altri prodotti per l'infanzia (come i vestitini per i
bambini).
LA mancanza di uno stato sociale
colpisce le donne abbandonate, vittime di violenze, con un ex coniuge
che non versa alcun contributo.
Il DDL Pillon togliendo l'assegno,
rende le donne ancora più deboli: la crisi ha reso poi le famiglie
ancora più fragili e questo vale sia per i maschi che per le donne.
Servirebbero aiuti per i coniugi
separati o soli per il mutuo, per l'affitto, per il mantenimento dei
figli: uno stato serio dovrebbe occuparsi anche di questo.
Le associazioni di tutela delle donne
puntano il dito anche su un punto che tocca la violenza sulle donne:
padri e madri dovranno vedere il figlio col medesimo tempo, anche se
ci sono casi di violenza.
Vincenzo Spavone è presidente di
Gedef, vicino al senatore Pillon: raccontano alla giornalista che i
padri separati sono oggi discriminati, per colpa di avvocati senza
scrupoli che puntano ad aizzare le liti tra coniugi.
Spavone, in un incontro a Napoli,
racconta che l'affidamento condiviso è nel contratto di governo e
verrà fatto piaccia o meno e che la violenza domestica ha le tacchi
a spillo. E' colpa delle donne insomma.
Il femminicidio non esiste, continua
Spavone: il ddl Pillon non ha effetti sulla violenza, serve a sanare
i privilegi che godono le donne rispetto agli uomini.
Le donne guadagnano di meno dei maschi?
Che andassero a lavorare anche loro – la risposta di Spavone.
La violenza domestica dovrebbe essere
valutata nei nostri tribunali, quando si deve decidere nei casi di
affidamento condiviso – racconta il giudice del Tribunale dei
minori Fabio Roia.
Le donne non denunciano la violenza
solo per avere maggiori privilegi o benefici sul piano giudiziario:
spesso, continua Roia, la violenza domestica non viene valutata in
sede civile nei casi si separazione.
Sette omicidi su donne su dieci avviene
in famiglia e la maggior parte di questi avviene nei primi tre mesi
dopo la separazione della relazione: ma le relazioni dei servizi
sociali spesso non tengono conto di queste storie di violenza.
Perché i tribunali civili e penali non
si parlano.
Col DDL Pillon si dice che la violenza
deve essere comprovata, per togliere l'affidamento condiviso:
significa che si deve arrivare alla sentenza definitiva, dopo molti
anni?
Bambini che hanno assistito ad una
violenza domestica, dovranno essere affidati proprio al coniuge
“violento”.
Il capitolo della mediazione familiare.
Per separarsi si dovrà sempre passare
per una mediazione anche se si è stra convinti di separarsi. Quali
le conseguenze per le coppie?
Il mediatore dovrebbe essere un
supporto per evitare la via giudiziaria – così spiega questa parte
Pillon stesso.
Esistono da anni associazioni che si
occupano di mediazione, come GEA a Milano: la mediazione si fa per i
figli, non per i genitori, non è una terapia di coppia –
raccontano alla giornalista.
L'obiettivo è tutelare il minore: la
legge invece ha come obiettivo di non far separare la coppia, che si
traduce in un extra costo, nel business della separazione.
Nel DDL Pillon non è specificato che
basta una sola seduta, anche gratis: è scritto in un articolo che,
senza mediazione, non si può arrivare ad alcuna separazione.
Massimiliano Fiorin, avvocato e fautore
della legge Pillon spiega il suo punto di vista sul divorzio: si deve
tenere assieme la famiglia, il divorzio non è un diritto, se potesse
costringerebbe le coppie a fornire “prove oggettive” prima di
concedere il divorzio.
Eppure in Italia ci si sposa sempre di
meno: aumentano invece i divorziati, soprattutto nella fascia 55-65
anni. Separazioni e divorzi sono un dato di fatto, che senso ha
rendere più complessa la separazione di un rapporto che dietro
dovrebbe avere una libertà di scelta di entrambi i partner.
L'impressione è che dietro il DDL
Pillon ci sia proprio la libertà di scelta della donna: un altro
punto della legge si chiama contrasto al fenomeno dell'alienazione
parentale.
E' la sindrome per cui un bambino non
vuole vedere uno dei genitori perché ha subito un lavaggio del
cervello da parte dell'altro genitore.
La teoria dell'alienazione parentale
nasce da un medico americano che ha lavorato in Germania: non è mai
stata dimostrata la teoria di Gardner.
In un suo libro si dice che le donne
hanno piacere ad essere battute, che la pedofilia è dentro ognuno di
noi...
Sono teorie che fanno ribrezzo, spesso
entrano nei tribunali creando disastri: è una teoria misogina che
colpiscono le donne, che non si basano su alcuna ricerca.
La PAS è una sindrome che non è
riconosciuta da alcuna associazione: perfino l'istituto superiore
della sanità nel 2012 ha criticato questa sindrome, questa teoria.
Ci sono relazioni che arrivano nei
tribunali dove si parla di alienazione: si è arrivati a casi di
bambini mandati in una struttura come se dovessero curarsi.
Giulia Bosetti ha raccolto diverse
testimonianze di donne, accusate di alienazione, a cui sono stati
strappati i figli, affidati in una casa famiglia o al padre in via
esclusiva.
Forse qualcuna di queste madri è
veramente stata una madre problematica: ma si ha l'impressione di
essere tornati ai tempi della caccia alle streghe.
Non esistono prove scientifiche per
questa alienazione: ma nella legge è scritto, in due articoli, che
se il figlio manifesta sintomi di questa alienazione, non vuole stare
con un genitore, il giudice può disporre che il figlio sia affidato
proprio a quel genitore.
Pur in assenza di evidenti condotte del
genitore accusato di alienazione: caccia alle streghe, senza una base
scientifica che può portare ad esiti drammatici.
Come racconta la storia di Federico
Barakat, ucciso dal padre fuori dalla struttura dove doveva
incontrarlo, a San Donato Milanese.
La madre aveva denunciato il marito per
violenze, ma il giudice aveva stabilito che comunque il figlio doveva
vedere il padre, in strutture protette.
Questo lo avevano stabilito le
strutture territoriali, nonostante i segnali lasciati dal bambino: si
doveva tutelare prima l'integrità del bambino.
Anche Antonella era stata considerata
dai servizi territoriali una madre alienante, iperprotettiva.
Dietro c'è una gran voglia di
restaurazione, di tornare indietro e cancellare tutte le lotte fatte
dalle donne per conquistare i loro diritti civili.
Non c'è solo il DDL Pillon e le sue
storture: c'è la lotta all'aborto, educazione sessuale, diritto di
famiglia, l'affido dei figli, suicidio assistito.
Oggi, i difensori della famiglia, in
realtà difensori della figura del padre padrone, hanno dei politici
a loro vicini, in Parlamento e anche nelle amministrazioni locali e
regionali.
Non è solo il senatore Pillon o il
ministro Fontana.
C'è anche Fiore, il fascista Fiore,
tra i difensori della vita e della famiglia.
C'è il senatore Ruggiero, che non ama la democrazia, auspica un Veneto indipendente e un mondo dove le donne stanno a casa e non lavorano.
C'è l'avvocato Fiorini vorrebbe abrogare la
194, parla di aborto come omicidio, da condannare con anni di
carcere: vicino al leghista Salvini, anche se di posizioni religiose
diverse.
Ma, qui, la religione, non c'entra
nulla.
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Mi raccomando, siate umani