29 gennaio 2019

Presadiretta – Dio patria e famiglia

Che cos'è il dispositivo Pillon, cosa sta succedendo nelle famiglie italiane, come sono cambiate in questi anni di crisi?
Ma prima l'intervista all'ex ministro Carlo Calenda che parlerà del suo manifesto politico firmato da 140 mila persone.

L'anteprima della puntata – l'intervista a Carlo Calenda

La prima domanda è stata un commento sui fatti di Siracura e sulle persone a bordo della Seawatch: quello che sta succedendo a Siracura non ha niente a che vedere con l'immigrazione, è uno show montato da Salvini che aveva promesso di mandare a casa 600 mila clandestini e poi ha chiuso i centri.

Tutti dicono a Salvini che sull'episodio della Seawatch si stanno violando le leggi, eppure Salvini rincara la dose: Orfini e Salvini potranno essere messi sotto indagine, un linguaggio che si incarognisce..

E' sintomo del suo fallimento e ora sta montando un teatro che non ha nulla a che vedere con l'immigrazione e sulla sicurezza.
Un modo di parlare – quello dei suoi tweet – che non ha niente a che fare con la politica di governo.

Salvini deve andare a processo?
Io le carte non le ho viste e dunque non rispondo.

Il manifesto europeo di Calenda: sarà lei il leader del centro sinistra?
Mi candiderò e cercherò di far capire agli italiani che si deve stare in Europa in serie A, senza fare il lacché di Orban, abbiamo fatto sacrifici per stare in Europa.
I paesi di Visegrad sono contrari agli interessi italiani, drenano gli investimenti europei, si prendono le nostre aziende che delocalizzano, non si prendono gli immigrati, perché dovremmo allearci con loro?

Siamo europei è una piattaforma all'americana? Chi sono le persone che hanno aderito?
Dentro ci sono sindaci, persone dalle professioni, sarà un momento durissimo perché il paese entrerà in un momento di recessione e questo reddito di cittadinanza fatto così è folle.
Sono d'accordo ad un reddito di sostegno, ma non possiamo dire che il lavoro non ha valore.

Non sappiamo dove troveremo i soldi per finanziare questo reddito, al momento sappiamo che si rischia l'aumento dell'IVA. E' una politica contro il lavoro e contro la crescita.

Dentro il manifesto non c'è una parola di autocritica: Calenda ha risposto che all'inizio del manifesto c'è una critica a cosa si è fatto. Ma, ha ribattuto Iacona, manca una critica sull'austerity, su politiche per l'integrazione dei migranti.

Dobbiamo avere più laureati, dobbiamo investire nella scuola, non mi scandalizza la nomina di Lino Banfi.
Dobbiamo costruire un bilancio europeo con cui costruire politiche europee, come quella sulla gestione dei migranti: l'Europa potrebbe fare un bilancio europeo con la web tax.

Da un sondaggio fatto da LA7 PD assieme al manifesto di Calenda arriverebbe al 24%, un buon inizio, ma Calenda punta al 30%.

Calenda non esprime una indicazione sui candidati alle primarie, tutti hanno appoggiato il suo manifesto.

Dio patria e famiglia.

Pillon è un avvocato e fondatore dei family day, senatore eletto nella Lega: appena eletto ha affrontato un tema a lui caro, la famiglia, con un provvedimento di legge sull'affidamento condiviso dei figli, in caso di separazione.
Via gli assegni per il mantenimento, ma mantenimento in forma diretta.
Tempo paritario di permanenza dei figli coi genitori.
I figli non possono più rifiutarsi di stare con un genitore.

Per molti, una regressione nel passato che non tiene conto dei diritti dei minori.
“Noi, dal 1968 ad oggi abbiamo buttato fuori i padri dalla porta” racconta il senatore, che non ha accettato l'intervista con la giornalista di Giulia Bosetti.
Dovremo aspettare l'ultima audizione.

Che effetti potrebbe avere il DDL Pillon sulle famiglie divorziate?

L'associazione per il mantenimento diretto è favorevole al DDL Pillon: stanno raccogliendo le firme con dei chioschi, con iniziative in tutta Italia.
Denunciano che gli uomini separati sono discriminati dal mobbing delle ex mogli, la norma in vigore affida i figli alla mamma nella maggior parte dei casi.
I figli verranno mantenuti con dei capitoli di spesa, ogni genitore contribuirà a questi capitoli.

Monica Velletti, giudice a Roma ha spiegato come funziona veramente la legge: se i figli sono affidati alla mamma è perché spesso nella vita i figli sono cresciuti dalle mamme, nella vita precedente erano abituati a stare con loro.
Le donne curano i figli e prendono anche dei salari più bassi.
Negli accordi di separazione la divisione dell'affido del figlio al 50% non è mai applicata, senza assegno di mantenimento se uno dei coniugi guadagna di più potrà garantire al figlio un sostentamento migliore e questo non è corretto.

Servirebbero più risorse per le famiglie, perché la separazione impoverisce – la conclusione del giudice.
I dati sui divorziati e separati dicono che le donne sono peggiorate di più dopo la separazione: sono 900mila le donne divorziate con figli minori e molte di loro sono a rischio povertà.
L'assegno di mantenimento dei figli permette di riequilibrare un poco la situazione.

A Roma è presente l'associazione Salva mamme che aiuta le donne separate o sole in difficoltà: raccolgono giocattoli e altri prodotti per l'infanzia (come i vestitini per i bambini).
LA mancanza di uno stato sociale colpisce le donne abbandonate, vittime di violenze, con un ex coniuge che non versa alcun contributo.
Il DDL Pillon togliendo l'assegno, rende le donne ancora più deboli: la crisi ha reso poi le famiglie ancora più fragili e questo vale sia per i maschi che per le donne.

Servirebbero aiuti per i coniugi separati o soli per il mutuo, per l'affitto, per il mantenimento dei figli: uno stato serio dovrebbe occuparsi anche di questo.

Le associazioni di tutela delle donne puntano il dito anche su un punto che tocca la violenza sulle donne: padri e madri dovranno vedere il figlio col medesimo tempo, anche se ci sono casi di violenza.
Vincenzo Spavone è presidente di Gedef, vicino al senatore Pillon: raccontano alla giornalista che i padri separati sono oggi discriminati, per colpa di avvocati senza scrupoli che puntano ad aizzare le liti tra coniugi.

Spavone, in un incontro a Napoli, racconta che l'affidamento condiviso è nel contratto di governo e verrà fatto piaccia o meno e che la violenza domestica ha le tacchi a spillo. E' colpa delle donne insomma.
Il femminicidio non esiste, continua Spavone: il ddl Pillon non ha effetti sulla violenza, serve a sanare i privilegi che godono le donne rispetto agli uomini.
Le donne guadagnano di meno dei maschi? Che andassero a lavorare anche loro – la risposta di Spavone.

La violenza domestica dovrebbe essere valutata nei nostri tribunali, quando si deve decidere nei casi di affidamento condiviso – racconta il giudice del Tribunale dei minori Fabio Roia.
Le donne non denunciano la violenza solo per avere maggiori privilegi o benefici sul piano giudiziario: spesso, continua Roia, la violenza domestica non viene valutata in sede civile nei casi si separazione.

Sette omicidi su donne su dieci avviene in famiglia e la maggior parte di questi avviene nei primi tre mesi dopo la separazione della relazione: ma le relazioni dei servizi sociali spesso non tengono conto di queste storie di violenza.
Perché i tribunali civili e penali non si parlano.

Col DDL Pillon si dice che la violenza deve essere comprovata, per togliere l'affidamento condiviso: significa che si deve arrivare alla sentenza definitiva, dopo molti anni?
Bambini che hanno assistito ad una violenza domestica, dovranno essere affidati proprio al coniuge “violento”.

Il capitolo della mediazione familiare.

Per separarsi si dovrà sempre passare per una mediazione anche se si è stra convinti di separarsi. Quali le conseguenze per le coppie?
Il mediatore dovrebbe essere un supporto per evitare la via giudiziaria – così spiega questa parte Pillon stesso.

Esistono da anni associazioni che si occupano di mediazione, come GEA a Milano: la mediazione si fa per i figli, non per i genitori, non è una terapia di coppia – raccontano alla giornalista.
L'obiettivo è tutelare il minore: la legge invece ha come obiettivo di non far separare la coppia, che si traduce in un extra costo, nel business della separazione.
Nel DDL Pillon non è specificato che basta una sola seduta, anche gratis: è scritto in un articolo che, senza mediazione, non si può arrivare ad alcuna separazione.

Massimiliano Fiorin, avvocato e fautore della legge Pillon spiega il suo punto di vista sul divorzio: si deve tenere assieme la famiglia, il divorzio non è un diritto, se potesse costringerebbe le coppie a fornire “prove oggettive” prima di concedere il divorzio.

Eppure in Italia ci si sposa sempre di meno: aumentano invece i divorziati, soprattutto nella fascia 55-65 anni. Separazioni e divorzi sono un dato di fatto, che senso ha rendere più complessa la separazione di un rapporto che dietro dovrebbe avere una libertà di scelta di entrambi i partner.

L'impressione è che dietro il DDL Pillon ci sia proprio la libertà di scelta della donna: un altro punto della legge si chiama contrasto al fenomeno dell'alienazione parentale.
E' la sindrome per cui un bambino non vuole vedere uno dei genitori perché ha subito un lavaggio del cervello da parte dell'altro genitore.
La teoria dell'alienazione parentale nasce da un medico americano che ha lavorato in Germania: non è mai stata dimostrata la teoria di Gardner.
In un suo libro si dice che le donne hanno piacere ad essere battute, che la pedofilia è dentro ognuno di noi...
Sono teorie che fanno ribrezzo, spesso entrano nei tribunali creando disastri: è una teoria misogina che colpiscono le donne, che non si basano su alcuna ricerca.

La PAS è una sindrome che non è riconosciuta da alcuna associazione: perfino l'istituto superiore della sanità nel 2012 ha criticato questa sindrome, questa teoria.

Ci sono relazioni che arrivano nei tribunali dove si parla di alienazione: si è arrivati a casi di bambini mandati in una struttura come se dovessero curarsi.
Giulia Bosetti ha raccolto diverse testimonianze di donne, accusate di alienazione, a cui sono stati strappati i figli, affidati in una casa famiglia o al padre in via esclusiva.
Forse qualcuna di queste madri è veramente stata una madre problematica: ma si ha l'impressione di essere tornati ai tempi della caccia alle streghe.
Non esistono prove scientifiche per questa alienazione: ma nella legge è scritto, in due articoli, che se il figlio manifesta sintomi di questa alienazione, non vuole stare con un genitore, il giudice può disporre che il figlio sia affidato proprio a quel genitore.
Pur in assenza di evidenti condotte del genitore accusato di alienazione: caccia alle streghe, senza una base scientifica che può portare ad esiti drammatici.

Come racconta la storia di Federico Barakat, ucciso dal padre fuori dalla struttura dove doveva incontrarlo, a San Donato Milanese.
La madre aveva denunciato il marito per violenze, ma il giudice aveva stabilito che comunque il figlio doveva vedere il padre, in strutture protette.
Questo lo avevano stabilito le strutture territoriali, nonostante i segnali lasciati dal bambino: si doveva tutelare prima l'integrità del bambino.

Anche Antonella era stata considerata dai servizi territoriali una madre alienante, iperprotettiva.
Dietro c'è una gran voglia di restaurazione, di tornare indietro e cancellare tutte le lotte fatte dalle donne per conquistare i loro diritti civili.
Non c'è solo il DDL Pillon e le sue storture: c'è la lotta all'aborto, educazione sessuale, diritto di famiglia, l'affido dei figli, suicidio assistito.

Oggi, i difensori della famiglia, in realtà difensori della figura del padre padrone, hanno dei politici a loro vicini, in Parlamento e anche nelle amministrazioni locali e regionali.
Non è solo il senatore Pillon o il ministro Fontana.
C'è anche Fiore, il fascista Fiore, tra i difensori della vita e della famiglia.
C'è il senatore Ruggiero, che non ama la democrazia, auspica un Veneto indipendente e un mondo dove le donne stanno a casa e non lavorano.

C'è l'avvocato Fiorini vorrebbe abrogare la 194, parla di aborto come omicidio, da condannare con anni di carcere: vicino al leghista Salvini, anche se di posizioni religiose diverse.
Ma, qui, la religione, non c'entra nulla.

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