16 febbraio 2020

Una grande casa infestata di fantasmi – da Violette di marzo P. Kerr


Berlino. 
L’amavo, questa vecchia città. Ma questo prima che si fosse guardata allo specchio e avesse cominciato a indossare dei corsetti tanto stretti da levarle il respiro. Amavo le filosofie disinvolte e spensierate, il jazz scadente, i cabaret volgari e tutti gli altri eccessi culturali che avevano caratterizzato gli anni di Weimar, e fatto sembrare Berlino una delle città più eccitanti del mondo. 
Dietro il mio ufficio, a sud-est, sorgeva la centrale di polizia, e immaginavo il duro e buon lavoro che vi veniva fatto per estirpare la criminalità da Berlino. Infamie come parlare in modo irriverente del Führer, affiggere il cartello «ESAURITO» sulla porta della vostra macelleria, non rispondere al saluto a Hitler, ed essere omosessuali. 
Era questa Berlino sotto il governo nazionalsocialista: una grande casa infestata di fantasmi, piena di angoli bui, lugubri scale, sinistre cantine, stanze chiuse a chiave e la soffitta zeppa di poltergeist in libertà, che scagliano libri, sbattono porte, spaccano vetri, urlano nella notte, spaventando a tal punto i proprietari da indurli, talvolta, a vendere tutto e andarsene. Ma questi di solito si tappavano solo le orecchie, si coprivano gli occhi pesti e facevano finta che tutto fosse a posto. Atterriti, parlavano poco, ignorando il fatto che i tappeti gli scivolavano via sotto i piedi, e la loro risata era di quelle risatine nervose che accompagnano sempre la battuta di spirito del padrone.La polizia, come la costruzione di autostrade e il fare la spia, è una delle industrie maggiormente in espansione nella nuova Germania...
Violette di marzo, di Philip Kerr Fazi editore

Ne “L'angelo di Monaco” Fabiano Massimi attraverso la vicenda della morte di Angela Raubal, la nipote di Hitler, ci ha raccontato come fosse la Germania ai tempi di Weimar, negli anni in cui il partito di Hitler stava conquistando consenso, nella popolazione e all'interno dello Stato.
Le violenze contro gli ebrei che si faceva finta non esistessero, l'ambizione e la nostalgia nei confronti di un passato storico glorioso, la guerra di potere all'interno del partito nazionalsocialista..

Con Philp Kerr, in “Violette di Marzo” facciamo un salto in avanti di dieci anni: il partito nazista è al potere, Hitler si appresta a celebrare la sua rivincita (nei confronti del mondo, delle nazioni che hanno sconfitto la Germania nella grande guerra), con le Olimpiadi del 1936.
La macchina di Propaganda si è già messa all'opera, alcuni manifesti contro gli ebrei vengono rimossi dalle strade, per non disturbare i futuri ospiti stranieri.
In questo romanzo, attraverso gli occhi di un investigatore privato molto autoironico (e chandleriano), Bernie Gunther, ci viene raccontata la Germania nazista dal di dentro.
Leggetelo e rileggetelo con calma questo passaggio: la propaganda, la macchina della repressione, le violenze contro i nemici del popolo, la sottrazione delle libertà barattata con una apparente tranquillità sociale ed economica...

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