Lella Canton staccò il naso dal finestrino e controllò le foto appena scattate sul telefono. Ce n'erano un paio che su Instagram avrebbero fatto schiattare d'invidia tutte le sue colleghe. Cielo terso, nessuna nuvola, orizzonte perfetto. Negli ultimi dieci minuti sotto i suoi occhi erano passati prima le isole Eolie, poi lo stretto di Sicilia, infine lo scenario più fantastico che le fosse mai capitato davanti. La montagna maestosa, la roccia nera spruzzata di neve e il pennacchio di fumo sulla sommità. Metteva quasi soggezione..
Uno scenario da favola apre il terzo
romanzo della scrittrice siciliana Cristina Cassar Scalia che mette la
sua protagonista, il vicequestore di polizia Vanina Guarrasi al
centro niente di meno che di un “intrigo internazionale”.
Intrigo che parte con la scoperta di un
cadavere all'interno del parcheggio dell'aeroporto di Catania
Fontanarossa: si tratta di un uomo, di una settantina d'anni, sparato
al cuore nella sua auto.
La notizia raggiunge Vanina al termine
di un blitz fallito per la cattura del boss Salvatore Fratta, detto
Bazzuca, un mafioso di piccolo calibro che è riuscito a farsi largo
dentro Cosa nostra. Ma per Vanina è qualcosa di più, quasi una
sfida personale: per vendicare suo padre, l'ispettore di polizia
Giovanni Guarrasi ucciso in un agguato. Per superare quel ricordo
doloroso, quando dovette uccidere i killer che stavano sparando al pm
antimafia, Paolo Malfitano.
Da Palermo, dall'antimafia, da Paolo,
con cui ha avuto una relazione, Vanina è scappata a Catania, dove è
dirigente della sezione dei reati contro la persona. Omicidi, come
quello contro Esteban Torres, appunto.
Così si chiama il morto: nato a Cuba
ma poi scappato negli anni sessanta in America, doppia cittadinanza
italiana e americana, ma residente in Svizzera. Tre mogli, nessun
figlio, un lavoro nel ramo import export. E una casa vicino Catania,
sulla salita dei Saponari, per salire sull'Etna.
Manco il tempo di arrivare e Vanina era già in movimento. Di corsa per giunta, come piaceva a lei. Aveva ragione Adriano: per entusiasmarla veramente, per sentirselo suo, un caso doveva avere un indice di «rognosità» tale da occuparle la mente per giorni, fino alla totale risoluzione. L'omicidio di Esteban Torres, a occhio e croce, prometteva bene.
Al
delitto si dedica tutta la squadra: Spanò, il suo braccio destro
(alle prese con i suoi problemi personali), Fragapane, la nordica
Bonazzoli, Nunnari e l'agente Lo Faro.
Come
negli altri casi, al gruppo si unirà anche l'ex commissario Biagio
Patanè, ora in pensione, che ebbe un ruolo importante nella
risoluzione del caso del cadavere mummificato (“Sabbia
nera” Einaudi).
Per
scoprire l'assassino, bisogna partire dal movente: indagando sugli
affari del morto, tra America e Italia, nasce il sospetto che fosse
implicato in traffici sporchi, soldi o forse droga.
Anche
la scoperta dell'arma usata, una Makarov russa, un'arma da guerra
fredda, aggiunge una nota internazionale al caso.
Caso
che si complica ulteriormente quando a Taormina viene ritrovato un
cadavere, morto da diversi giorni, di una donna, Roberta Geraci,
l'amante siciliana del morto, con cui si dovevano vedere proprio a
Taormina, in un hotel famoso.
Di
professione, organizzatrice di eventi, ma anche per lei, diversi lati
oscuri nella vita privata.
C'è un legame tra i due delitti? Forse. Ma quale può essere la causa: la distanza di giorni tra la prima morte e la seconda esclude la pista passionale.E' forse una storia in cui c'entra la mafia? E perché quella pistola russa?Tante cose non tornano, alcuni dettagli non si riescono a chiarire: per esempio quella persona che è stata vista assieme alla Geraci negli ultimi giorni..
C'è un legame tra i due delitti? Forse. Ma quale può essere la causa: la distanza di giorni tra la prima morte e la seconda esclude la pista passionale.E' forse una storia in cui c'entra la mafia? E perché quella pistola russa?Tante cose non tornano, alcuni dettagli non si riescono a chiarire: per esempio quella persona che è stata vista assieme alla Geraci negli ultimi giorni..
L'arrivo
di notizie sul morto dall'America, grazie al supporto di un collega
milanese di Vanina, completa il quadro del morto, ma non da
contributi per far andar avanti l'indagine: Esteban Torres era noto
all'FBI, per i suoi legami con le famiglie mafiose, legami
insufficienti per portarlo in prigione però.
Sapeva
muoversi, Torres, senza lasciare tracce, nel mondo del gioco e in
quello della finanza.
Non
è un'indagine facile. Nonostante tutte queste informazioni, le
tracce dei telefoni, i tabulati, il contributo della scienza.L'impressione
è in questa storia ci sia qualcosa di personale, che viene da
lontano, alla causa del delitto del cubano.
Non
è un'indagine facile per Vanina: nonostante siano passati anni, non
riesce a chiudere definitivamente la storia con Paolo, il pm
antimafia con cui ha avuto una storia importante. Non riesce a
chiudere con la sua vecchia vita, con quella fogna in cui aveva
dovuto scavare negli anni all'antimafia a Palermo:
La febbre che l'aveva accompagnata per anni, giorno e notte, costringendola a scavare, scavare anche a mani nude, per abbrancare qualunque traccia che fetesse dalla fogna contro cui lei combatteva ogni giorno, e smontarla e rimontarla finché non l'avesse portata dritta da qualcuno [..] quella febbre non l'aveva mai davvero abbandonata. Era lì, latente, pronta a risalire, ad armarle la mano e a caricarla d'odio. Un odio così profondo che avrebbe annientato per prima lei stessa.
Ancora
una volta l'ex commissario Patané, ritornato in servizio (con grande
dispiacere della moglie Angelina), darà il suo contributo alla
soluzione del caso, per
arrivare all'assassino che, paradossalmente, è sia un colpevole che
una vittima.
Come
nei procedenti romanzi, anche in questo le pagine dedicate
all'indagine si alternano a quelle dove si racconta il privato dei
personaggi. A cominciare da Vanina, la sbirra con la pistola sempre
appresso, tenace e capace di grandi intuizioni, ma una frana ai
fornelli e con un fardello pesante sulle spalle per quel passato che
non riesce a chiudere definitivamente.
Per
andare poi alla sua cerchia personale, la vicina di casa Bettina, una
seconda madre, l'avvocato Giulia De Rosa, il medico legale Adriano
Calì.
E
poi ancora la Sicilia orientale, che a Catania lega assieme montagna
e mare, l'odore degli agrumi e l'aria frizzante della montagna,
“un'isola nell'isola, con una doppia anima”.
Su Facebook sulla pagina di Einaudi, potete ascoltare Alessio Boni che legge un passaggio del libro.
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