Dalla sua privatizzazione (1999) Aspi ha distribuito 11 miliardi di dividendi, solo dal 2009 i miliardi sono 9 la maggior parte dei quali sono diventati dividendi di Atlantia, la società controllata dai Benetton (che hanno ricevuto un terzo di questi otto miliardi).
Non male per un business che non conosce crisi (tranne forse oggi per l'emergenza) e su cui, come dicono le inchieste, non c'erano nemmeno grossi investimento da fare (tranne il Vinavil per le paratie).
Quante finti beneficiari della legge 104 ci stanno dentro questi miliardi? E quanti stipendi di dipendenti pubblici in smart working coprono questi 8 miliardi?
Seguendo la puntata di Report della scorsa settimana, abbiamo scoperto che il Billionaire del povero Briatore è in perdita.
Abbiamo tenuto aperte le discoteche la scorsa estate, sebbene per pochi giorni, per aiutare un'impresa la cui catena di controllo passa per paradisi fiscali e che alla fine è pure in rosso. Ma si permette di dare lezioni di impresa a tutti.
Ma di tutto questo meglio non parlare. Come meglio non parlare delle aziende che han presso la cassa integrazione facendo lavorare il proprio personale.
Più semplice prendersela con lo smart working (ma senza parlare delle difficoltà di lavorare da casa con una rete internet pessima), coi dipendenti pubblici (una volta sarebbero stati i runner e quelli col cane), con le persone che hanno i benefici della legge "104" senza averne i diritti.
Con un governo che ci fa sapere che è meglio se passiamo un Natale più spirituale.
Tutto pur di non alzare il polverone sui posti in terapia intensiva che mancano, su medici e infermieri che mancano (qui in provincia di Como preferiscono andarsene in Svizzera dove lo stipendio è anche del 60% superiore), sui tamponi che mancano (in Germania li fanno i medici di base, per dire) e sul vaccino anti-influenzale che non sarà per tutti.
A marzo avevamo capito quanto fosse fragile la nostra sanità, quanti e quali errori erano stati fatti dalle regioni, dal nord al sud.
Il lasciare campo libero al privato, la dismissione dei piccoli ospedali o ambulatori perché ritenuti solo un costosi, il puntare ai mega ospedali.
Oggi vediamo presidenti come De Luca ostaggi del loro personaggio, che nemmeno fa ridere più per le sue battute.
Vediamo regioni ritenute virtuose come la Lombardia dove il sistema Lega-CL è costretto a fare quadrato attorno a Gallera e Fontana perché altrimenti cade tutto.
Siamo nel mezzo della seconda ondata, vediamo che non ce ne sia una terza.
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