25 febbraio 2021

Il giorno del sacrificio, di Gigi Paoli (Cronache da Gotham Vol. 4)

 


Un inizio che è anche una fine ..

La luce iniziò a tremare. Piano. Se ne accorse subito e alzò lo sguardo per concentrarsi sull’angolo della stanza dove il vecchio neon rantolava, lanciando i suoi ultimi lampi di vita. Poi, senza alcun rumore, morì. Forse fu quello. Non seppe dirlo con certezza neanche in seguito, ma forse fu quello stupido neon morente a cambiare l’equilibrio della luce in quella stanza.

Un stanza, con una luce al neon, una donna con le unghie sporche di sangue e una ragazzina che sta guardando un video sul tablet. Un uomo che si avvicina alla ragazzina, che sa che deve essere forte, perché lei non è una di quelle adolescenti che si mette a piangere facilmente.

E' cresciuta col padre che, nonostante un lavoro da giornalista, senza orari, l'ha sempre voluta bene. Le ha dato quell'amore che la madre le ha negato, tanti anni prima..

Aveva pianto una volta sola, a quanto le era stato raccontato. Lì e ora non sarebbe stata la seconda. «Devo dirti una cosa brutta.» Il nome “Marchi Carlo Alberto” su quella cartella le faceva terrore. Era suo padre.

Perché quella ragazzina è la figlia del giornalista del Nuovo di Firenze, Carlo Marchi, che in quel momento è si trova in ospedale tra la vita e la morte.

Per capire come mai, bisogna ripartire dal lunedì della settimana precedente.

Quella mattina di fine settembre, sotto un cielo meravigliosamente azzurro di un autunno travestito da fine estate, il massacro dell’università di Firenze era appena iniziato.

La settimana più frenetica di Carlo Alberto Marchi, giornalista di cronaca giudiziaria per il quotidiano di Firenze, il re di Gotham (per il soprannome che ha dato al palazzo di Giustizia). Una figlia adolescente e una ex moglie che li ha lasciati tanti anni prima ..

Settimana frenetica che parte con l'attentato all'università, un giovane ragazzo che, armato di una mitraglietta, spara ai ragazzi che si trova di fronte. Al grido di Hallah Akbar: un attentato di matrice islamica che lascia sulla piazza una tragica scia di sangue, il sangue di dieci ragazzi morti.

«Vai, corri. È successo un casino all’università. Proprio accanto a Gotham, in cinque minuti ci sei, corri» mi aveva sbraitato nell’orecchio il mio capocronista Andrea Lorenzoni.

All'improvviso Firenze si risveglia sotto il peggior incubo, è successo qui quello che è già avvenuto a Barcellona, a Parigi, a Utoya. Alla strage segue una rivendicazione, in stile Isis, dove si parla del giorno del giudizio

«Crociati della città di Firenze, siamo qui. Il Giorno del Sacrificio sta finalmente arrivando anche per voi.»

Ma questo attentato sarà solo il primo evento di una catena di episodi legati, in vario modo, all'attentato, su cui dovranno indagare, a modo loro, Marchi e “l'Artista”, il suo compare di scrivania che lavora per la cronaca nera con buone entrature presso la Questura e i Carabinieri.

Ci sarà la strana morte di un ingegnere nucleare francese, nella sua stanza di albergo, dove si trovava in vacanza con la moglie.

La sparizione di tre furgoni ducato, affittati ad un prestanome e finiti nel nulla.

L'esplosione di un capannone industriale fuori Firenze, dove qualcuno stava preparando una “bomba sporca”..

C'è n'è abbastanza per surriscaldare abbastanza l'atmosfera in città, anche in vista dell'imminente evento della prossima domenica, l'inaugurazione di una moschea in città, su un terreno donato da un misterioso signore. Giorno che, per un caso del destino, segue proprio il “giorno del giudizio”, la festività islamica in cui si ricorda il sacrificio fatto da Abramo. Eh già, che c'entra Abramo e Isacco con l'Islam?

Sono tante le cose che uniscono le tre religioni monoteistiche, lo scopre Carlo Marchi andando a sentire, per lavoro, l'Imam di Firenze.

Il giorno del giudizio è la Pasqua dell'Islam, “«Id al-Adha, si chiama. È la Pasqua dell’Islam, la festa del sacrificio del profeta Abramo nei confronti del figlio Isacco.»”

E' un messaggio di pace quello che arriva dall'Imam e dal rabbino capo, che deve essere tanto forte da soverchiare l'odio degli estremisti islamici, che nulla hanno capito delle scritture e della parola del loro Dio.

Chiunque ferisce un membro appartenente alla Gente del Libro è come se ferisse me in persona”. E lo sai tu chi è la Gente del Libro? Sono i cristiani e gli ebrei, giornalista.

Ma non ci sono solo i giornalisti a correre dietro queste storie di morti, di bombe, di odio, di sangue. Ci sono anche i carabinieri del ROS, del colonnello Piazza e gli agenti della Mobile del vicequestore Sottosanti, che si ritroveranno a dover collaborare in una lotta contro il tempo.

Perché, in base alle informazioni che hanno sotto i loro occhi, qualcosa si sta muovendo in città. Qualcosa di tremendo. Qualcosa che va impedito ad ogni costo.

«Questa storia è come una matrioska. Ne tiri via una e sotto ce n’è un’altra, poi un’altra ancora e ancora. Non si finisce mai» aveva sbottato Piazza

Questo ultimo romanzo di Gigi Paoli, scrittore e giornalista per La Nazione, è una corsa contro il tempo. Quella delle forze dell'ordine e quella di Marchi per seguire le sue piste, per strappare qualche informazione e qualche scoop dai suoi amici in procura, chiamata Gotham city per l'aspetto avveniristico.

Raccontato in prima persona, il protagonista ci racconta di quanto stia diventando difficile oggi il lavoro di cronista, perché nessun giornalista vuole più uscir per strada, perché i capi vogliono solo pezzi brevi, facendo una concorrenza al ribasso con l'informazione che scorre in rete ad una velocità maggiore, ma cpn una minore cura dell'approfondimento.

«Fate le brevi, non i pezzi lunghi, la gente non ci legge» ci dicevano i soloni al comando, senza capire che le notizie brevi la gente le trovava gratis su Internet

Non c'è più voglia di approfondire, di informare anche a costo di rompere qualche equilibrio politico nei palazzi che contano, di mettersi contro qualche famiglia importante:

Il servilismo, la voglia di potere, l’incompetenza innalzata a merito, l’opinione personale trasformata in fatto, il tifo da stadio invece dell’oggettività: questo era diventato il giornalismo di oggi, una curva di ultras in malafede.

E la sera, smessi i panni da “giornalista sempre di corsa”, Carlo Marchi deve vedersela con un problema altrettanto importante: la figlia Donata, che non è più una bambina e che reclama le sue libertà ma anche il suo spazio col padre, la sera.

Chi vincerà questa corsa contro il male?

Buona lettura, per questo giallo molto attuale (per i temi della sicurezza, del terrorismo) e molto ben costruito!

La scheda del libro sul sito di Giunti Editore e un estratto del primo capitolo

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